L’exploit di Alex Crossan, britannico meglio conosciuto come Mura Masa, rappresenta il tipico boom di chi non è destinato ad essere una cometa. Niente umorismo intelligente, niente Twitter, niente caschi elettronici. All’età di diciassette anni è semplicemente è entrato negli speaker di tutti quasi in punta di piedi, passando dal rappresentare il meglio dell’underground di Soundcloud al meglio delle hit radiofoniche in appena un paio d’anni. Adesso, poco più che un adolescente, Alex è reduce di un folle 2016 e la news di un debut album agli ultimi ritocchi, sta mandando i fans in estasi. Non è un azzardo ipotizzare l’imminente LP di Mura Masa come uno dei possibili dischi dell’anno. Me ne prendo la responsabilità. Ma procediamo per ordine.

Le origini
È il 2014 quando questo ragazzino delle Channel Islands pubblica una certa ‘Lotus Eater’ su Soundcloud, un esperimento dalle sonorità orientali in uscita su Jakarta Records e poco dopo supportato da Annie Mac su BBC Radio 1, dando al diciassettenne una certa visibilità. Questo Mura Masa, con un passato polistrumentista hardcore, tira fuori dal cilindro un sound delicato e sensibile, che spazia tranquillamente tra r’n’b, trap ed hip hop, con un leggero tocco soul che scalda l’anima. La raccolta che segue ‘Lotus Eater’, Soundcloud To a Death, comprende quattordici brani uno più originale e convincente dell’altro.
La sensibilità pop
In seguito alle prime release in free download, questo piccolo act indie dimostra di saperci fare e di possedere uno shining particolare che qualche anno dopo ha lui stesso definito come una “sensibilità pop”. Un saper spaziare in dimensioni completamente differenti, adattandosi al sound del nome con cui si collabora, mettendo insieme generi musicali discordanti senza perdere quel che inconfondibile che, ascoltandolo, non ti fa star fermo. “Non sempre mi piace. In ciò che offro cerco sempre di essere ricercato ed elegante, ma il risultato è semplicemente catchy“, un risultato per cui sono sicuro che buona parte della scena metterebbe la firma col sangue. In un’intervista del 2016 parla della scoperta di James Blake, e del suo nuovo modo di concepire la musica elettronica subito dopo averlo ascoltato. “Ascoltando Blake ho realizzato che musica elettronica non significa solo house e bass. Ho capito che si trattava di qualcosa ben superiore al semplice club”, così ha detto. Una visione che può sembrare close minded, ma abbastanza comprensibile per chi si è approcciato al mondo del djing in una scena come quella inglese, dove la club culture è una vera e propria istituzione. La scoperta di Blake, e di quell’emisfero indie dance che Alex non aveva mai considerato, gli permette di scoprire un aspetto sensibile dell’elettronica che gli darà carta bianca per la sua pura creatività, che perfettamente si fonderà con la sua capacità di approcciarsi a qualsiasi tipo di macchina, merito del passato polistrumentista.
Un anno per conquistare tutti
Il 2015 inizia con il mix per Diplo&Friends, con Thomas Pentz che ancora una volta si vede precursore di un astro nascente del pop. Quindi escono ‘Love For That’ con Shura e ‘Firefly’ con NAO, con quest’ultima che tocca la diciassettesima posizione nella Top100 mondiale di Billboard, unendosi a ‘Love For That’ e ad un’altra manciata di pezzi interessantissimi per l’EP Someday Somewhere. Poi la conquista delle chart mondiali con ‘What If I Go?’, vera e propria hit pubblicata sulla sua Anchor Point. Il brano entra nelle case di tutti, viene inserito nella playlist di FIFA, viene candidata agli UK Music Video Awards e improvvisamente il mondo scopre Mura Masa. ‘What If I Go?’ è il fascino della giovinezza, spensieratezza senza brillantini, leggerezza assoluta. E nel 2015 il nome di Alex Crossan, appena maggiorenne, è citato in tutti i maggiori portali musicali tra le migliori rivelazioni dell’anno. La sensibilità pop colpisce infallibile.
Il 2016 di ‘Love$ick’
Passa qualche mese dal boom di ‘What If I Go?’ e alcuni tra i maggiori rapper della scena USA vogliono avere a che fare con questo ragazzino che con facilità spiazzante trasforma l’r’n’b in dance anthem spacca-classifica, che oltre ad essere un asso nella produzione si dimostra abile anche nel songwriting, firmando ‘Seven Months’ di Låpsley. Si fa avanti A$AP Rocky, che prende la sua ‘Lovesick Fuck’ di Someday Somewhere e ci butta su qualche rima. Il pezzo esce, si ribattezza ‘Love$ick’ ed è subito hit. Nel 2016, appena ventenne, Mura Masa è primo nella chart mondiale di Billboard e ‘Love$ick’ è di nuovo su tutte le maggiori radio mondiali. Esce il remix di Four Tet ed un video ufficiale dal sapore vintage, e BBC Music inserisce il brano tra le migliori hit del 2016.
Il fascino del debutto
In due anni di dance anthem, sperimentazioni e collaborazioni, Alex ci ha fatto capire di che pasta sia fatto. Per questo il debut album – come mi piace ribadire sempre per i grandi exploit – sarà il passo decisivo della sua carriera. Perchè il grande debutto discografico, per chi a vent’anni è così in alto e viene distribuito da Polydor ed Interscope, è semplicemente il momento della verità: cometa o stella? Mi sento sicuro di scommettere sulla seconda. Dell’album in arrivo si sa poco, a parte il titolo – To Fall Out Of Love To – e che fosse previsto per la fine del 2016 per poi slittare al 2017. Possiamo aspettarci qualche altra interessante collaborazione, ma senza troppo altruismo. Alex lo ha più volte ribadito, non è la conquista dei palchi mainstream il suo obiettivo primario. La sua musica deve restare libera, trovare la sua strada ogni giorno provando percorsi differenti. Perciò non mi stupirebbe ascoltare un album che spacchi qualche schema, anche all’interno dell’universo Mura Masa. Va benissimo anche così. Nel 2017 comanda Alex.
16.01.2017