• DOMENICA 26 MARZO 2023
Interviste

60 seconds with Black Pomade

Il dj e producer italiano, la sua nuova label, la sua scelta di vivere a Lisbona. E a proposito dei dischi che non gli piacciono…

 

Italiano di nascita, trasferitosi da tempo a Lisbona, il dj e producer Black Pomade è appena uscito con “Dial 166”, la primissima release della sua nuova label Manzo Edits. Fondatore del collettivo Ruínas, Black Pomade ama viaggiare musicalmente tra House, Disco e Acid: “Dial 166” sarebbe perfetta come colonna sonora per una serie tv poliziesca statunitense ambientata negli anni settanta. In attesa delle prossime sue tracce, conosciamo meglio Black Pomade con le sue risposte in 60 secondi.

 

Il primo disco che hai comprato?
Se parliamo di disco in vinile, Body Language di M.A.N.D.Y. vs. Booka Shade (2005).

I tuoi idoli quando eri agli inizi?
Sono cresciuto con gli I Music Selection di Coccoluto, la compilation Samurai di Made in Italy Ibiza, anche con Ralf e Alex Neri. Mettiamoci anche i Supalova di Vannelli ed i set dei Pastaboys a Les Folies de Pigalle e abbiamo un pantheon della mia primissima formazione musicale.

Se non fossi diventato dj adesso saresti…
Un designer o uno scrittore, sicuramente sarebbe qualche altra professione creativa. Comunque mai dire mai… 

Che lavori hai fatto prima di diventare un dj e un producer a tempo pieno?
Sviluppatore di software. In realtà continuo a portare avanti anche questo lato della mia vita, ma soltanto con progetti che si allineino con la mia visione del mondo come Chatterbox, una piattaforma che offre opportunità di lavoro a persone rifugiate o marginalizzate.

La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Nulla di particolarmente pazzo, avevo 15 anni e racimolavo tutti gli spiccioli possibili per comprarmi un giradischi.

Le tue serie tv preferite?
Ultimamente mi è piaciuta molto “The Midnight Gospel”: chi la vedrà si prepari a piangere un sacco per l’ultima puntata!

Il tuo rapporto con i social?
I social sono uno strumento incredibile per connettersi con fan ed artisti da tutto il mondo, se usati in un certo modo possono essere una fonte infinita di ispirazione. Allo stesso tempo sono prodotti sviluppati da aziende per ricavarci un profitto; non è un male di per sé, ma è meglio tenerlo a mente per non diventare noi stessi il prodotto.

I tuoi hobby?
Mi piace molto cucinare, non soltanto piatti italiani, preferisco esplorare ricette e culture di altri paesi. Quando non sono dietro piatti o fornelli, mi piace leggere (Irvine Welsh e Don DeLillo su tutti) e giocare a videogiochi come Morrowind, Baldur’s Gate o i vecchi Final Fantasy, anche se non ci dedico mai il tempo che vorrei.

Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Ascoltate un sacco di musica e cercate di suonare il più possibile davanti ad un pubblico, anche se fossero soltanto quattro amici in cantina. Stiamo andando verso un mondo in cui la parte tecnica sarà sempre meno importante; conteranno soprattutto gusto, selezione e capacità di connettersi con le persone in pista, cose molto più difficili da insegnare e allenare.

Un errore che non rifaresti?
Mettere dischi che non mi piacciono. Al momento può sembrare la scelta giusta perché la pista reagisce bene, ma alla lunga finisce per confondere e diluire la tua identità. Sbagliare mi ha fatto capire quanto sia importante che la selezione sia sempre il perfetto equilibrio tra quello che piace al dj e quello che piace a chi sta in pista.

La scelta migliore della tua vita?
Trasferirmi a Lisbona: la vibe di questa città è incredibile e mi ha permesso di reinventarmi in un momento in cui la mia relazione con la musica si era fatta complicata.

 

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Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.

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