Indimenticato protagonista negli anni d’oro su Radio Italia Network con il programma 100% Rendimento, Christian Hornbostel è appena uscito con il suo nuovo album Liber Prodigiorum (Praedikat), che conferma la sua versatilità non comune nell’approcciare la techno. Un nuovo capitolo di una carriera che lo ha visto comparire in compilation di culto quali ‘Renaissance’ e ‘Global Underground’ e arrivare a remixare persino Lou Reed. È il momento di conoscerlo meglio con le risposte in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
‘Tubular Bells’ di Mike Oldfield (1973).
I tuoi idoli quando eri agli inizi?
Non userei il termine idoli, ma senz’altro sono sempre stato impressionato da Danny Tenaglia e Sasha & Digweed.
Se non fossi diventato un dj adesso saresti…
Un producer o un compositore. Non riesco ad immaginare niente di diverso.
Che cosa ti piace e che cosa non ti piace del tuo lavoro?
Mi piacciono gli aspetti creativi e l’energia che ne scaturisce. Non mi piace il business sempre più estremizzato che lo caratterizza.
I tuoi hobby?
Sport, attività all’aria aperta e guardare partite di calcio.
Le tue serie tv preferite?
Il Metodo Kominsky e Dark, quest’ultima una serie tedesca trasmessa da Netflix.
Come hai trascorso il lockdown?
Come produttore mi sono sentito privilegiato, in quanto mi sono potuto dedicare alla musica senza alcuna restrizione. Come dj ho sperimentato le estreme conseguenze del distanziamento sociale: nessuna data per quasi due anni.
Il tuo rapporto con i social?
Ne faccio un uso moderato, non sono un grande appassionato…
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj o producer?
Trovate la vostra strada senza copiare quello che fanno gli altri.
Un errore che non rifaresti?
Comprare un PC invece di un Mac per il mio studio. Per fortuna sono potuto tornare indietro a cambiarlo…
La scelta migliore della tua vita?
Abbandonare la città per andare a vivere in campagna.
18.12.2021