• MARTEDì 14 MAGGIO 2024
Interviste

60 seconds with DJ Paulette

L’artista britannica, il DJ Mag Top 100 Lifetime Achievement Award, il suo nuovissimo libro, i suoi hobby e quella gonna che non rimetterebbe sapendo che console la stesse aspettando

foto: ufficio stampa DJ Paulette

DJ Paulette è stata una delle due uniche donne dj ad essere resident all’Haçienda di Manchester e già potremmo fermarci qua. In trent’anni di carriera DJ Paulette ha suonato nei migliori club e nei migliori festival, per tacere della sua brillantissima carriera radiofonica, lo scorso anno è stata premiata con il DJ Mag Top 100 Lifetime Achievement Award, a gennaio 2024 è uscito il suo libro “Welcome To The Club: The life and lessons of a black woman DJ”, pubblicato dalla Manchester University Press, a maggio sarà tra le protagoniste dell’IMS a Ibiza. Per conoscerla meglio ecco le sue risposte, che valgono e durano molto di più di 60 secondi. Per fortuna.

 

Il primo disco che hai comprato?
Ricordo in particolare ‘Pop Musik’ degli M (1979). L’ho suonato sino allo sfinimento e lo ricordo ancora tutto dalla prima all’ultima nota.

Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Tim Lennox: ero una ballerina alle sue serate al Number 1 Club di Manchester: da lui ho imparato davvero tantissimo. Ho sempre amato ascoltare e ballare Mike Pickering e Hewan Clarke.

Se non fossi un’artista adesso saresti…
Studiavo per diventare docente, ma il djing mi ha assorbito a tempo pieno ed ho abbandonato gli studi. Tutt’ora sono una PR, una conduttrice radiofonica di talento ed una scrittrice: tutto questo sarebbe potuto diventare il mio lavoro a tempo pieno.

Che lavori hai fatto prima di diventare un dj ed un producer a tempo pieno?
Management delle risorse umane, ho lavorato in una discoteca intesa come una biblioteca di dischi, sono stata copywriter (esperienza molto utile), manager in una compagnia di noleggio auto e responsabile vendite per una compagnia che vendeva cataloghi di database. Sono stata per due anni volontaria a tempo pieno per il Royal National Institute for the Blind, due anni che mi hanno dato una prospettiva del tutto differente: che cosa significhi la vita per gli ipovedenti.

La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Vinili, dischi di importazione, vestiti su misura ed i trucchi Prescriptives. Dopo un anno di lavoro in tv mi sono comprata la mia prima console.

Le tue serie tv preferite?
Insecure, Abbot’s Elementary, Champion, Succession, The White Lotus, Happy Valley, Line of Duty, Schitt’s Creek.

Il tuo rapporto con i social?
Un rapporto di amore/non amore. I social sono molto importanti per il lavoro ma a volte possono creare dipendenza e danneggiare la mia salute mentale. Cerco di limitarne l’uso, anche perché non è che sia proprio una creatrice di contenuti pazzesca e tendo ad usarli per messaggi culturali, politici, ispirazionali e responsabilizzanti ,piuttosto che per i video dei party.

I tuoi hobby?
Giardinaggio: ho accumulato un bel po’ di piante, riesco a farle crescere belle grandi. Adoro cucinare, anche se non credo a livelli da Master Chef. Scrivo diari, poesie, appunti per possibili altri libri.

Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Trovate un suono, una musica ed uno stile che vi definiscano. Siate unici, siate autentici. Evitate di copiare gli altri su Instagram e TikTok, è una trappola troppo facile nella quale cadere. Una volta che sapete che cosa fare, fatelo! Fatelo e basta. Datevi da fare, fatevi valere; con gli streaming e con i vostri party coinvolgete il pubblico e trovate persone, promoter e stazioni radio che vi possano sostenere nel vostro percorso. Attivate le vostre piattaforme sui social media con tanta musica, tanti spettacoli, tanta personalità e tanti post. Tenete sempre aggiornati i vostri social.

Un errore che non rifaresti?
Indossare una gonna per andare a suonare in un club dove poi ho scoperto che la cabina del dj era sospesa sopra la pista da ballo e aveva un pavimento di vetro trasparente.

La scelta migliore della tua vita?
Essere tornata a Manchester nel 2015, un bellissimo ritorno a casa. Mi sono ritrovata in una comunità di persone dotate di creatività, attive culturalmente, delle quali mi fido e che si fidano di me. Tutto questo mi ha portato a ricostruire la mia carriera: ho curato due mostre, sono passata da Reform Radio a 6 Music, mi sono adattata benissimo ai livestream, ho vinto il Lifetime Achievement Award di DJ Mag ed altri due premi, ho scritto un libro. Posso affermare con certezza di aver trovato un ritmo costante, lo scopo della mia vita e appunto la mia tribù.

 

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.