foto: ufficio stampa Marhu
Si intitola ‘Mamichula’ il recente EP della dj e producer belga Marhu, uscito poche settimane addietro su ARTCORE Records, l’etichetta discografica di Indira Paganotto, nuovo capitolo di un sodalizio tra le due deejay che da tempo è cresciuto e continua a rafforzarsi. Con questo EP Marhu conferma attitudine e predilezione per le contaminazioni musicali: se serve alla causa può fare ricorso a flauti indiani o chitarre giapponesi, così come in passato si è divertita a realizzare edit psy di canzoni pop quali ‘Don’t Cha’ delle Pussycat Dolls e ‘Video Games’ di Lana Del Rey. È proprio il momento di conoscerla meglio con le sue risposte in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
‘Subzero’ di Ben Klock (2009): un autentico classico, che mi ha davvero segnato sin dall’inizio.
Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Difficile sceglierne uno soltanto, tra Richie Hatwin e la sua minimal techno, tra Regal e Dax J e le loro tracce acid…
Se non fossi diventata una dj adesso saresti…
Farei attività di intrattenimento in un hotel ibizenco, o forse sarei una ballerina.
Che lavori hai fatto prima di diventare una musicista ed una producer a tempo pieno?
Ho studiato: comunicazione prima e produzione musicale poi. Studi che mi hanno dato una base molto solida.
La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Ho sempre amato la moda. Con lui primo compenso da dj mi sono comprata un completo di Jean Paul Gaultier da usare come outfit sul palco: inossarlo è stato fantastico, uno di quei momenti che non si dimenticano!
Le tue serie tv preferite?
Friends, Undercover e Ozark.
I tuoi hobby?
Dipingermi i capelli di verde, preparare tacos e chupitos di tequila per i miei amici, ballare, ridere, comprare nuovi occhiali da sole verdi perché i precedenti li ho persi in tour, cercare un nuovo costume da ninja. Mi sto semplicemente godendo la vita!
Il tuo rapporto con i social?
I social sono uno strumento fantastico, permettono di raggiungere il mondo intero e di entrare in contatto con un pubblico nuovo. Allo stesso tempo, è estenuante mettersi costantemente in mostra: i social richiedono un’enorme quantità di tempo.
Che cosa ti piace e non ti piace del tuo lavoro?
Mi piace viaggiare e incontrare persone che plasmano il mio percorso: tutto questo mi nutre artisticamente. Amo sviluppare una visione ampia della musica, inserendo influenze della world music nelle mie produzioni, flauti indiani o chitarre giapponesi, come nel mio ultimo EP ‘Mamichula’. Non mi piace la pressione costante che ci accompagna, perché oggi tutto si muove così velocemente ed il pubblico si annoia più in fretta: ogni giorno escono tante tracce e quelle davvero valide si perdono nel rumore generale.
Il tuo pregio ed il tuo difetto?
Pregi: forte empatia ed energia positiva, che mi spingono ad andare avanti e a condividere con le persone qualcosa di valido. Difetti: tendo ad essere troppo esigente con me stessa e tendo a voler fare tutto in una volta. Sono anche un po’ disordinata, ma sicuramente allo stesso tempo molto creativa.
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Sviluppate la vostra identità musicale e fatelo per passione, non per la fama.
L’errore che non rifaresti?
Non scegliere le persone giuste al mio fianco sin dall’inizio.
La scelta migliore della tua vita?
Aver mandato la mia musica ad Indira Paganotto ed unirmi al suo team.
22.11.2025




