foto di Honeystills
Si intitola “The Beauty of It All” il nuovo album del cantautore e polistrumentista tedesco Stefan Linck, meglio noto con il suo moniker Monolink, album uscito lo scorso 25 settembre su Embassy One. Un album composto da dieci tracce che conferma la principale peculiarità di Monolink, ovvero la capacità di unire sonorità tradizionali con l’innovazione elettronica e che recita la parte del leone nel suo tour mondiale che stasera – sabato 18 ottobre 2025 – lo porta in concerto al Fabrique di Milano. Non potrebbe esserci miglior occasione per conoscere meglio Monolink con le sue risposte in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
‘The Dark Side of the Moon’ dei Pink Floyd (1973), comprato in un mercatino delle pulci di Amburgo, da adolescente. Avevo appena acquistato il mio primo impianto stereo e cercavo musica da ascoltarci; vista la copertina del disco sapevo che era famoso, ma niente di più. Non mi aspettavo fosse una tale rivelazione, rimane ancora uno dei miei album preferiti in assoluto.
Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Ho attraversato diverse fasi musicali, ma quando mi sono avvicinato alla musica elettronica il mio primo idolo è stato Nicolas Jaar, adoravo l’attenzione al dettaglio che metteva in ogni singolo suono dei suoi brani. Niente nella sua musica ha uno scopo preciso, ma ogni suono sembra avere una sua storia: l’ho trovato da subito davvero stimolante. E non sembrava mai limitarsi alla musica da pista o a un ritmo specifico.
Se non fossi diventato un musicista adesso saresti…
Probabilmente ora farei l’architetto; ho studiato architettura dopo la laurea, ma ho presto abbandonato per avere più tempo da dedicare alla musica. Amo ancora molto il design e l’architettura e sento di poter mettere in pratica ciò che ho imparato durante gli studi: fare musica e creare una casa o uno spazio non sono poi così diversi, a pensarci bene.
Che lavori hai fatto prima di diventare uno dj ed un producer a tempo pieno?
Mio padre è un idraulico, quindi il mio primo lavoro consisteva nell’aiutarlo. Dopo essermi trasferito a Berlino, a 20 anni, ho sempre cercato lavori che mi permettessero di guidare: mi piaceva molto stare al volante ed ascoltare musica, quindi essere pagato per entrambe le cose era la combinazione perfetta per me. Ho fatto consegne a domicilio per farmacie, istituzioni culturali e altro ancora. Ho ancora la sensazione che se mai dovessi abbandonare per qualche motivo la musica, potrei fare il tassista e probabilmente sarei felice di farlo.
La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Ho comprato un vecchio camper Volkswagen T3 per andare in tournée. Per un po’ di tempo ho guidato per tutti i miei concerti, ma presto mi sono reso conto che i camper d’epoca tendono a rompersi facilmente e non sono molto affidabili.
La tua serie tv preferita?
Twin Peaks.
I tuoi hobby?
Pratico molti sport all’aria aperta, soprattutto l’arrampicata: mi aiuta davvero a liberare la mente da tutto lo stress che una carriera musicale porta con sé. Quando sei appeso a una parete rocciosa a diversi metri di altezza, non puoi pensare ad altro che a essere presente; devi conoscere bene le tue capacità, conoscere i tuoi limiti, essere completamente concentrato. Adoro tutto questo.
Il tuo rapporto con i social?
Amore e odio, probabilmente come tutti. Sono in un circolo vizioso: elimino tutte le app dei social media dal telefono, poi ricomincio lentamente a usarle nel browser finché non scarico di nuovo l’app. E così via.
Che cosa ti piace e non ti piace del tuo lavoro?
Adoro il momento in cui sono sul palco, mi sento in contatto con migliaia di persone contemporaneamente, mostrando loro ciò che amo della musica: amo la sfida che consiste nell’esibirsi, cantare, suonare la chitarra, sempre sul punto di fallire, è una bellissima emozione che mi rende molto presente a me stesso. Adoro anche scrivere canzoni e stare in studio a registrare, il momento in cui scatta la scintilla dell’ispirazione e ho tutte queste immagini nella testa di come potrebbe diventare quella canzone su cui sto lavorando in quel momento. Purtroppo la maggior parte del mio lavoro consiste nel viaggiare, passare dagli aeroporti, fare la fila, aspettare il soundcheck. Sono cose che delle quali farei volentieri a meno.
I tuoi pregi ed i tuoi difetti?
Pregi: penso di essere piuttosto bravo a mantenere la calma ed il raziocinio anche in situazioni stressanti, tendo a essere amichevole con tutti e a trattare le persone in modo equo. Difetti: ho la tendenza a non essere puntuale, cosa che non mi piace molto – ci sto lavorando – e allo stesso tempo posso essere piuttosto impaziente.
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Cercate di ascoltare quanta più musica possibile e di fare tanta ricerca. A meno di non essere un genio di qualche strumento – la maggior parte di noi non lo è – ciò che la gente sentirà nella vostra musica sono i vostri pensieri e le emozioni che provate quando la si ascolta. E per scoprire di che genere, stile o suono si tratti, penso che dobbiate davvero scoprire diversi tipi di musica che amate; c’è così tanta roba fantastica là fuori! Potrebbe essere qualcosa che va di moda in questo momento, o potrebbe essere l’esatto opposto. Credo che alla fine questo vi porterà a creare qualcosa di unico – il vostro gusto e stile personali – ed è questo che conta.
L’errore che non rifaresti?
Comprare quel Volkswagen T3…
La scelta migliore della tua vita?
Ne indico tre, non una: imparare a suonare la chitarra, trasferirmi a Berlino, lasciare il mio lavoro per dedicarmi a tempo pieno alla musica.
18.10.2025