Difficile, se non impossibile, trovare un dj e producer rispettato come John Digweed. Merito di una carriera da oltre 30 anni ai massimi livelli, una coerenza musicale più unica che rara, una serie di compilation realizzate non soltanto con la sua label Bedrock Records. Digweed è capace come pochi altri nel dare un senso alle maratone musicali, molte delle quali si sono tradotte nelle compilation “Live In”, come la recente ‘Last Night In Output’; oltre 70 tracce suonate in dieci ore di set, nell’ultima serata di sempre del club di New York, lo scorso 1 gennaio. Ad agosto John Digweed suona al Neopop Festival in Portogallo (mercoledì 7), alla Street Parade di Zurigo (sabato 10) e alla one-night Resistance al Privilege di Ibiza (martedì 13 e 27). Oggi con noi per un’intervista da leggere in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
‘Born To Be Alive’ di Patrick Hernandez.
I tuoi idoli quando eri agli inizi?
Barry Page e Terry Johns.
Se non fossi diventato dj adesso saresti…
Un influencer su Instagram.
I tuoi hobby?
Andare in mountain bike.
Le tue serie tv preferite?
‘Peaky Blinders’ e ‘Breaking Bad’.
Come trascorri il tempo tra un aeroporto e l’altro?
Rispondendo alle interviste.
Il tuo rapporto con i social?
Sui social si deve essere se stessi, i follower a lungo andare lo apprezzano.
Un consiglio a chi voglia diventare dj o producer?
Siate originali, siate voi stessi e siate sempre cortesi con tutti.
Un errore che non rifaresti?
Gli errori servono per fare e esperienza e migliorarsi. Ogni tanto sbagliare fa bene.
La scelta migliore della tua vita?
Perseverare nel realizzare il mio sogno: diventare dj.
26.07.2019