Joris Voorn ha messo insieme più di 100 tracce per ‘Rotterdam’, la 43esima compilation della serie che la label Global Underground dedica ogni volta ad una metropoli elettronica diversa. Un lavoro certosino, che di certo non ha spaventato il dj e producer olandese, autentico capitano di lungo corso che succede in questa a collana a fuoriclasse del calibro di Carl Cox, Sasha e Danny Tenaglia. In concomitanza con questo nuovo capitolo di una carriera di grande livello, Conosciamo meglio Voorn con le sue risposte in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
In assoluto ‘The Wall’ dei Pink Floyd (1979). Il primo disco techno ‘M4’ di Maurizio (1995).
I tuoi idoli quando eri agli inizi?
Kevin Saunderson, Derrick May e Jeff Mills. Per me sono stati figure davvero fondamentali. Come Richie Hawtin.
Se non fossi diventato un dj adesso saresti…
Un architetto.
I tuoi hobby?
A parte la musica, skateboard, fotografia e guardare film di qualità.
La tua serie tv preferita?
Gomorra. Brutale e suo modo affascinante nel suo lato oscuro.
Il tuo rapporto con i social?
Difficile. Non sono un grande appassionato dei social, l’averci a che fare lo vivo come un dovere. Allo stesso tempo ne apprezzo l’utilità per restare in contatto con tutti i fan e gli amici, anche e soprattutto adesso che non possiamo viaggiare per andare in giro a suonare.
Come hai trascorso il tempo durante i vari lockdown?
Con la mia famiglia e in studio. È stato bello avere così tanto tempo a disposizione, ma adesso è ora di rimettersi in marcia!
Che cosa ti piace e che cosa non ti piace del tuo lavoro?
Mi piace potermi alzare presto e avere un’intera giornata davanti a me per andare in studio. Non piacciono le ore di sonno che si perdono per i troppi voli.
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj o producer?
Siate originali, istruitevi e non seguire troppo le mode.
08.01.2021