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Musicista e produttrice, residente a Berlino, l’anglo-australiana Sarah Sommers si autodefinisce Principessa ultraterrena del Pianeta Rosa. I suoi live set prendono spunto ed ispirazione dalla cultura rave degli anni novanta e dalla techno sia berlinese sia di Detroit, con alcuni sconfinamenti nella dub e nella drum and bass; nelle scorse settimane è uscito il suo album di debutto ‘VIVID’ per BPitch, l’etichetta discografica di Ellen Allien. È il momento di conoscerla meglio con le sue risposte in 60 secondi.
Il primo disco che hai comprato?
‘Exit Planet Dust’ dei Chemical Brothers (1995).
I tuoi idoli quando eri agli inizi?
Squarepusher, The Prodigy, Chemical Brothers.
Se non fossi diventata una musicista adesso saresti…
Credo che sarei on Only Fans! Scherzi a parte, avrei potuto fare altro, ma credo sia meglio valutare se quello che si sta facendo ci renda davvero felici oppure no.
Che lavori hai fatto prima di diventare una musicista ed una producer a tempo pieno?
Ho fatto molti lavori: ho raccolto frutta, sono stata cameriera, mi sono occupata di archeologia, insegnamento e programmazione. Una volta ho ottenuto per sbaglio un lavoro come traslocatrice perché non capivo il nome del lavoro quando vivevo in Francia. Sono durata soltanto un giorno…
La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Ho comprato l’ennesimo sintetizzatore… Un altro ancora…
La tua serie tv preferita?
Hilda, una serie animata anglo-canadese.
I tuoi hobby?
Dedico quasi tutto il mio tempo a disposizione alla musica e adoro i vestiti. Quindi le mie più grandi dipendenze sono i sintetizzatori ed i vestiti!
Il tuo rapporto con i social?
Amore e odio. I social media sono fantastici per connettere le persone di tutto il mondo e permettono a un artista di crescere a livello internazionale; d’altra parte, sia gli artisti che i fan sono diventati schiavi dell’algoritmo e questo non è piacevole. Come artista, vorresti soltanto entrare in contatto con persone che apprezzino la tua arte, ma l’algoritmo non sempre lo rende possibile.
Che cosa ti piace e non ti piace del tuo lavoro?
Adoro quando la musica unisce le persone, quando fa venire voglia di ballare o quando le ispira. L’aspetto negativo? In quanto artista indipendente, devo fare tutto da sola. È estenuante fare tutto ciò che serve per supportare il mio lavoro; non mi rimane molto tempo per quello che amo di più: la musica.
Il tuo pregio ed il tuo difetto?
Sono una perfezionista, una benedizione ed una maledizione allo stesso tempo. Da un lato mi spinge a dare il meglio di me, ma dall’altro a volte può farmi concentrare troppo su qualche piccolo errore durante un’esibizione e, nel peggiore dei casi, farmi sentire come se la mia performance fosse stata pessima, quando in realtà nel complesso è stata ottima. Così cerco spesso di combattere il perfezionismo e di comprendere che un set possa essere davvero buono anche senza essere perfetto.
Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Inseguite i vostri sogni, siate fedeli a ciò che amate, allenatevi molto ma soprattutto ricordate di divertirvi. Ci vorrà molto lavoro ma se lo volete davvero potete farcela.
L’errore che non rifaresti?
Mangiare un croissant e un pain au uvette, oltre a un cestino intero di formaggi a colazione. Meglio ancora? Volare con Wizz Air perché c’è il colore rosa nel suo logo.
La scelta migliore della tua vita?
Aver avuto il coraggio di essere me stessa, senza compromessi, a prescindere dalle reazioni altrui.
04.10.2025




