Da diverso tempo i 999999999 (da leggersi nine-times-nine) sono sempre più presenti nelle line up dei più importanti club e festival di tutto il mondo. Nell’imminente week-end di Pasqua ad esempio suonano al Fuse in Belgio, al Terminal V in Scozia, uno dei festival techno più attesi, già segnalato come altri nella nostra guida di aprile, all’Awakening in Olanda e al Telegraph Building in Irlanda del Nord. La loro è una storia iniziata nel 2016 nei club in provincia di Venezia, decollata molto rapidamente e – come suol dirsi – con il meglio che deve ancora venire. DJ Mag Italia li ha intercettati tra un set e l’altro. Il risultato? Questa intervista.
Innanzitutto il vostro nome. Perché 9 volte nove? Che cosa significa?
Ci dispiace deludere molti, ma questo nome non ha un significato particolare. È stata una scelta casuale, nata per gioco; ci piaceva il fatto di usare dei numeri anziché una parola o un nome specifico e lo abbiamo mantenuto.
Come vi siete conosciuti e come siete diventati i 999999999?
Ci siamo conosciuti negli eventi in cui suonavamo come dj in provincia di Venezia e abbiamo iniziato a produrre assieme le prime tracce. Lo step successivo era investire per distribuirle in vinile nei vari negozi, così è nata la nostra etichetta discografica Ninetimesnine. Abbiamo poi avuto il parere positivo dal distributore olandese al quale ci eravamo appoggiati (Triple Vision) per poter produrre le prime trecento copie. Già dalla prima nostra uscita ‘000000003’ ci siamo fatti conoscere e sono arrivate le prime richieste per suonare, specialmente dall’estero.
Quale il vostro approccio alla musica in generale e a quella elettronica in particolare?
Viviamo e respiriamo musica ogni giorno, qualsiasi genere, non strettamente soltanto musica elettronica: è utile anche per ispirarci.
Chi erano e sono i vostri modelli di riferimento, i dj e producer ai quali vi siete sempre ispirati?
Ci siamo sempre sentiti vicini all’ondata acid techno. Se dovessimo nominare per forza qualcuno, potremmo dire Plastikman o tutti gli artisti associati a Stay Up Forever.
Il vostro momento della svolta o se preferite la vostra sliding door?
Probabilmente le tracce ‘Love 4 Rave’, ‘300000003’ e ‘X0004000X’: ci hanno dato quella visibilità internazionale che ha aperto le porte per poterci esibire in vari club e nei primi festival. Da lì, attraverso le nostre performance live abbiamo dimostrato di meritarci le occasioni che ci sono state date.
Come descrivereste la musica che suonate e che producete?
Energia pura.
Come vedere l’attuale scena techno italiana e mondiale? Che cosa ha la scena italiana in più rispetto a quelle straniere? E che cosa in meno?
Sicuramente la scena techno sta tornando molto popolare in Italia, anche alla luce di ciò che succede al di fuori dei nostri confini. Molti italiani addetti ai lavori (promoter, proprietari di club, agenti) girando per l’Europa hanno intuito che l’ondata tech house sta lentamente scemando per dar spazio alla techno/hard techno: la nuova generazione – che è quella che frequenta i club – è molto più vicina a questo tipo di sonorità. Ora situazioni in Italia dove venivano proposti soltanto determinati nomi e per lo più tech house hanno aperto le porte ad artisti techno che prima facevano fatica a ritagliarsi spazio. È sicuramente un segnale forte ed evidente: le cose stanno prendendo una direzione diversa. I talenti in Italia non mancano, bisognerebbe soltanto valorizzarli di più, come fanno in altre parti in Europa. In Olanda, Germania o Francia gli artisti locali hanno molte opportunità per poter emergere, mentre essere artisti italiani in Italia è quasi considerato un handicap.
In che rapporti siete con gli altri dj/producer italiani? Tanti i giovani che si sono affermati negli ultimi anni. Gli artisti legati ad Afterlife, voi e tanti altri…
Siamo in ottimi rapporti con tutti gli artisti italiani che conosciamo, da italiani ci teniamo a portare in alto l’onore del nostro Paese e siamo fieri ed orgogliosi di poterlo rappresentare in giro per il mondo.
Il vostro rapporto con i social?
Cerchiamo di farne un uso giusto e limitato, usando le varie nostre piattaforme per tenere aggiornate le persone che si seguono e promuovere tutto ciò che gira intorno a noi: nuove uscite, serate, etichetta, merchandising…
I vostri live o comunque i set che ricordate con maggior soddisfazione?
Impossibile elencarli tutti, probabilmente i vari set di chiusura ad Awakenings e l’all night long (12 ore) al Khidi a Tbilisi.
Il live dei vostri sogni?
Il live dei nostri sogni è stato sicuramente a Berlino, per più di una volta nel vecchio Griessmuehle. Avevamo una residency suonando ogni 2-3 mesi, portando anche diversi artisti con noi a suonare per i 9×9 invites. Era la tipica situazione nella quale non si vorrebbe mai smettere di suonare perché si crea una connessione incredibile con il pubblico.
Come definite i vostri set attuali?
A scanso di equivoci ci teniamo a sottolineare che attualmente i nostri set sono diventati ibridi e non più live esclusivamente con macchine analogiche. Per diversi motivi: innanzitutto per una questione logistica; viaggiando ogni settimana in 2-3 Paesi diversi risultava impensabile viaggiare con il nostro intero live setup. Molti strumenti hanno smesso di funzionare o si danneggiavano nei viaggi. In secondo luogo il 90% delle volte, una volta arrivati al club, riscontravamo problemi nell’avere lo spazio adeguato per suonare e mettere tutti gli strumenti: molti club infatti sono strutturati soltanto con una console per i dj. Inoltre quando ci viene chiesto di performare due o più ore la memoria delle macchine analogiche è ovviamente limitata; a quel punto la soluzione ibrida o direttamente il dj set sono la soluzione più adatta. Con la soluzione ibrida possiamo poi testare e riarrangiare diverse nostre tracce (vecchie o nuove) e tracce di artisti che sono usciti e usciranno nella nostra label, quindi è anche un modo per poter promuovere il materiale legato a noi.
Progetti in divenire per la primavera estate? Produzioni?
Stiamo lavorando ad un nostro album che probabilmente vedrà la luce nel 2024, nel frattempo abbiamo diverse tracce singole pianificate per settembre e allo stesso tempo stiamo dando spazio a diversi produttori emergenti sulla nostra etichetta. In questo modo molti di loro hanno avuto e avranno la possibilità a loro di esibirsi in diversi club in giro per il mondo con noi; le nostre serate 9×9 invites con Intercell all’ADE lo scorso ottobre sono state un esempio, così come ci saranno altre serate ’9×9 invites/showcase’ future in Europa e negli Stati Uniti.
La cosa più assurda che vi è capitata suonando?
Quando suonavamo live, tante volte per via dell’umidità o delle vibrazioni le nostre macchine smettevano di funzionare o si bloccavano, è accaduto anche durante la Boiler Room a Parigi. Purtroppo non potevamo prevederlo e abbiamo cercato in ogni caso di mantenere la calma continuando la nostra performance senza darlo a vedere. Poi ovviamente ci sono state situazioni nelle quali invece il pubblico è stato protagonista, con persone che chiedevano attraverso lo schermo del cellulare di suonare una determinata traccia, di fare un selfie con loro mentre stavamo suonando o di poter suonare al posto nostro. Le richieste e le abitudini dei clubber non cambiano mai, siano esse stesse esternate in analogico o in digitale.
06.04.2023