• MERCOLEDì 14 MAGGIO 2025
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IMS Ibiza 2025, i conti, i bilanci e lo spazio per le donne

Record di presenze, dibattiti scottanti e l’energia che cambierà la musica elettronica per sempre dall'Isla Blanca

Foto: IMS

L’isola bianca vibra all’unisono con il ritmo della creatività: IMS Ibiza 2025 ha chiuso i battenti dopo tre giorni di incontri, sessioni infuocate e notti senza fine, confermandosi l’evento più partecipato nella storia del summit con oltre 1.700 delegati. Tra i raggi del sole primaverile e l’attesa per l’epico gran finale a Dalt Vila, l’atmosfera è stata carica di connessioni, ispirazione e un messaggio chiaro: la musica elettronica è più viva che mai, ma deve evolversi per sopravvivere. Al centro dei dibattiti, i 40 anni di jungle e drum’n’bass, generi che resistono grazie a un legame viscerale con le radici. “È il nostro hip hop britannico”, ha ribadito Krust durante la sessione ‘The MCs to the OGs to the New Breed’, mentre MC Chickaboo, pioniera del movimento, ha ricordato come oggi le donne stiano riconquistando spazio in una scena a lungo dominata dagli uomini.

“Mi emoziona vedere ragazze che portano avanti la nostra eredità, anche se qualcuno ancora ci chiama ‘eccezioni’”. La sua testimonianza ha svelato un passato di battaglie silenziose, come quando, negli anni ’90, i promoter le chiedevano di “ammorbidire” i testi per adattarli a un pubblico maschile. Oggi, invece, artiste come Nia Archives e SHERELLE stanno riscrivendo le regole, mixando sonorità raw con influenze afrobeats e hyperpop, mentre collectivity come EQ50 lottano per pari opportunità nei line-up.

 

L’intergenerational exchange ha unito padri e figli del sound, come Kevin Saunderson e Dantiez, quest’ultimo premiato con l’IMS Pioneer Award: “Mio figlio mi ha ricordato la mia stessa passione di un tempo”, ha confessato Kevin, svelando che all’inizio aveva scoraggiato Dantiez dall’entrare in studio: “Volevo che imparasse da solo, come ho fatto io tra le strade di Detroit”. Un aneddoto che ha emozionato la platea, insieme al ricordo delle prime jam in cui Kevin sperimentava con le drum machine mentre Dantiez, bambino, ballava sul tappeto. Ma non solo storie: il futuro è già qui, con set che fondono techno ancestrale e sonar algoritmici, come dimostrato dal live di Dantiez alla Bora Bora, dove sample di ‘Big Fun’ si sono intrecciati a drop sperimentali.

Non solo musica: il wellness è stato protagonista con sessioni di yoga, breathwork e camminate mattutine lungo le calette, quest’anno sold out. “Respirare insieme prima di ballare insieme crea una connessione diversa”, ha spiegato un delegato durante la meditazione guidata dalle frequenze di ‘Forest Dreams’, traccia del producer ambient Liáo. E mentre alcuni optavano per il silenzio interiore, ‘Reinvention in the Music Business’ svelava segreti per reinventarsi senza perdere la propria autenticità. Pete Tong, insieme a Carolina Tong e Danny Whittle, ha raccontato come sia passato da dj radiofonico a curatore di orchestre elettroniche: “Il successo dura solo se rimani fedele a te stesso, ma devi ascoltare il vento del cambiamento”. Un concetto ribadito da Deer Jade, founder di una piattaforma di NFT musicali, che ha paragonato l’industria a un fiume: “Se non nuoti verso nuove correnti, ti fermi sulla riva”.

Intanto, nella ‘Brave Space’ di HE.SHE.THEY., presentata con One Of Us, si è discusso di come difendere la diversità nell’industria, minacciata da tensioni globali. “L’inclusione è facile, il sostegno richiede spazio per crescere”, ha dichiarato Shamiso di Homecoming™, citando il progetto ‘Rise Up’, che finanzia corsi di produzione per ragazze delle periferie di Johannesburg. Ma il tema più caldo è stato la regressione dei diritti LGBTQ+ in alcuni stati USA, con panelist come softchaos che hanno lanciato un appello: “Non lasciate che la politica uccida le nostre voci. I club devono rimanere santuari sicuri, non parchi a tema per turisti”. Una posizione sostenuta da Maria May di Creative Artists Agency: “Il 40% dei nostri artisti proviene da minoranze, e questo non è woke, è buon business: portano pubblico nuovo”.

Mentre fabric denunciava l’abbandono dei club underground da parte delle major – “senza i locali piccoli, la cultura muore. Le major vogliono solo dati e soldi facili dai festival” – l’ascesa di TikTok come trampolino per artisti inesperti ha diviso. Chris Goss di Hospital Records ha messo in guardia: “Serve equilibrio tra viralità e competenza. Ho visto ragazzi incapaci di mixare un EP intero, ma con milioni di views”. D’altro canto, HUGEL, autoproclamatosi “re della latin house”, ha dimostrato che l’istinto può battere la tecnica: “Abbiamo lanciato ‘Pepas’ da un garage di Barcellona. Ora è un inno globale, ma all’inizio non sapevamo nemmeno usare un EQ”.

Pete Tong in una foto di www.laskimal.com

Dall’Africa alla Middle East, passando per l’esplosione latina, il summit ha messo in luce un ecosistema globale in fermento. “L’Africa oggi è come la dance alle origini: emozione pura”, ha osservato Dare Balogun, citando il successo di artisti nigeriani come DJ Neptune, che mescolano afrobeats a synth anni ’90. E se Ibiza guarda a Dubai, dove IMS ha debuttato nel 2024, c’è chi, come l’iraniana Tara Lily, usa le sonorità tradizionali per sfidare i regimi: “Il mio album ‘Noosh’ è prodotto tra Teheran e Berlino, è una resistenza silenziosa”. Intanto, Bradley Zero rifletteva sul paradosso della diversità: “A Londra sembrava un’utopia, ma salendo di livello ho ritrovato l’isolamento. Per questo ora produco eventi solo in spazi inclusivi”.

Conclusione? La musica elettronica è una lingua universale, ma per rimanere rilevante deve ascoltare le voci emergenti, proteggere gli spazi marginali e investire nelle nuove generazioni. Come ha sintetizzato Pete Tong durante l’ultimo brindisi: “Il vero bello deve ancora venire“. E mentre Ibiza si prepara alla nuova stagione, il messaggio è chiaro: il futuro è nelle mani di chi osa sfidare lo status quo, come da risultati nel Business Report, mescolando passato e futuro, rumore e rivoluzione.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.
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