• DOMENICA 18 MAGGIO 2025
Interviste

60 seconds with No Label

il producer techno veneto, i suoi EP ‘Cyberpadania’ I e II. Il colpo di fulmine che l’ha portato a diventare un musicista ed un produttore. Un colpo di fulmine che si chiama Kurt Kobain

Foto: ufficio stampa No Label

Si intitola “Cyberpadania II”, l’EP del producer techno padovano No Label, uscito da poche settimane per Patrizia Artengo Edizioni e che è il sequel di “Cyberpadania I” dello scorso anno. Un EP e soprattutto un titolo che uniscono la realtà quotidiana che accompagna No Label, il mondo cybernetico e la Padania, alle cui interazioni e contraddizioni l’artista non resta decisamente indifferente. Conosciamolo meglio con le sue risposte in 60 secondi.

 

Il primo disco che hai comprato?
‘Nevermind’ dei Nirvana (1991).

Il tuo idolo quando eri agli inizi?
Kurt Cobain. ho scoperto la musica di colpo quando avevo 12 anni su YouTube e trovando per caso il disco completo di Nevermind. È stato un colpo di fulmine. Suonavo già la chitarra classica ma un po’ di malavoglia; appena arrivato il mio compleanno ho chiesto in regalo una chitarra elettrica – una Ibanez Gio, grezza ma speciale – e da lì non ho più smesso.

Se tu non fossi un musicista adesso saresti?
Vorrei poter dire di essere un musicista a tempo pieno ma purtroppo non lo sono ancora (ride – ndr). Se non avessi mai scoperto la musica probabilmente avrei puntato a diventare uno scienziato, sono una persona molto curiosa.

Che lavori hai fatto prima di dedicarti alla musica?
Ne faccio e ne ho fatti diversi, come ho già detto non sono ancora un musicista a tempo pieno: di recente sono stato ghostwriter di recensioni per la sezione musicale di un grande magazine di musica italiano di cui non posso fare il nome. Ho lasciato perché boh, mi toccava parlare bene di dischi che mi facevano cagare. Era dissociante.

La cosa più pazza che hai fatto con i primi soldi guadagnati con la musica?
Probabilmente qualche serata random, ma niente di più. Non sono un tipo da spese pazze, anzi, sono uno che risparmia molto.

I tuoi hobby?
Leggo molto, mi piace fare meditazione, guardare video su YouTube dedicati alle cose più strane; ultimamente sto correndo molto, vorrei arrivare a correre una maratona. Un giorno, soldi permettendo, vorrei poter dire che uno dei miei hobby è diventato viaggiare in località particolari e sperdute.

Le tue serie tv preferite?
Direi Breaking Bad o Naruto (conta?); non guardo troppe serie TV.

Il tuo rapporto con i social?
Tranquillo, uso i limiti di tempo. Cerco di non mangiarmi il cervello nello scrolling anche se è difficile non sgarrare. Ci provo.

Il tuo pregio ed il tuo difetto?
Pregio: mi so mettere facilmente nei panni degli altri, so essere molto empatico. Difetto: so essere molto schietto, a volte troppo e la gente si piglia male.

Che cosa suggerisci ai giovani che vogliono diventare dj e producer?
Seguite il vostro gusto e andate dritti. E cercate di circondarvi di persone che vi ispirino.

L’errore che non rifaresti?
Alla fine gli errori ti formano, o almeno si spera. Gli errori più gravi dovrebbero farti crescere più degli altri, quindi credo che li rifarei tutti. Evitandone anche uno soltanto sarei una persona più incompleta, probabilmente.

La scelta migliore della tua vita?
C’è stato un momento chiaro in cui ho deciso di iniziare a seguire il mio cuore e la mia indole, direi questa. Da allora sta andando sempre meglio.

 

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Dan Mc Sword
Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.
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