• GIOVEDì 21 AGOSTO 2025
Interviste

Ela Minus, tra rock ed elettronica, fa ballare Robot Festival

Tra moda, elettronica e rock, la cantautrice colombiana cresce e arriva in Italia l'11 ottobre, al RoBOt Festival di Bologna

foto: Alvaro Arisó

«Sono nel bel mezzo di un lungo tour, in questo momento sono in Argentina», ci dice Ela Minus, 33enne cantautrice elettronica colombiana che ha già fatto scatenare Coachella, Primavera Sound, Estéreo Picnic… e pure un bel po’ del fashion system che conta, visto che oltre che per BBC, si è pure esibita per Chanel, Miu Miu e Prada. 

«Stare sul palco è bellissimo, ma viaggiare è davvero stancante, ti disconette dal mondo. Anche viaggiare è un lavoro. Passano sei mesi e ti sembra sia passata una settimana», ci dice. Laureata alla prestigiosa Berklee School of Music, spesso costruisce da sola i synth che utilizza ed è ormai una delle star della scena elettronica alternativa. Eppure, come molti artisti veri,  per fortuna, non è così sicura di sé e ha voglia di sperimentare. In Italia arriva l’11 ottobre, a far ballare in un certo modo il RoBOt Festival di Bologna, dove in programma ci sono, tra gli altri, anche Apparat, Rainy Miller e Rival Consoles.

 

Come sta andando il tuo lungo tour dal punto di vista musicale?
Suonare dal vivo per me, all’inizio, è stato come saltare nel vuoto e ancora oggi imparo molto ogni sera. Ho pubblicato il mio primo disco (Acts of Rebellion, NDR) durante la pandemia, quando farlo era impossibile. Ancora oggi suono per pubblici molto diversi. C’è chi mi conosce e ama la mia musica, ma me però piace anche avere di fronte chi non ha aspettative.

Ti capita ancora di avere di fronte chi ti conosce poco?
Sì, ho fatto due show con Nicolas Jaar e durante il mio set non ho fatto altro che improvvisare, perché mi sembrava che il pubblico volesse quello… In realtà dovrei ricordami che tra il pubblico c’è anche chi compra i miei vinili e vuol cantare le mie canzoni. Mi sono ancora adattando.

La tua musica è dance, perché fa ballare, ma il tuo modo di cantare sembra venire proprio dall’improvvisazione o forse al rock…
Forse dipende dal fatto che il primo disco che ho comprato nella mia vita è stato ‘The Argument’ dei Fugazi. Ero piuttosto ossessionata da loro e dalla voce di Ian MacKaye, quand’ero una teen ager. 

A proposito di voce, la tua, così tagliente, sembra perfetta per la musica elettronica. In particolare, per canzoni come le tue, in cui l’armonia e gli arrangiamenti contano, non c’è certo solo ritmo.
Lavoro molto sull’equalizzazione della mia voce, per poterla ‘incastrare’ bene tra le diverse frequenze. Solo da poco poi lavoro in studio con altri artisti. È interessante, ma molto diverso. Ogni volta che cerco di capire da che parte andrò, mi sbaglio. Credo però che il mio sound cambierà molto, in futuro.

La moda è una tua passione o tante colalborazioni sono arrivate per caso?
La moda mi piace davvero, ma non ho mai pensato troppo alle collaborazioni con i brand, che sono arrivate in modo naturale. E poi c’è il palco: vestirsi nel modo giusto è fondamentale, ti fanno diventare parte della performance. Contano, quanto le luci e le scenografie. 

Che rapporto hai con i social? 
Ho una relazione di amore e odio con i social, come molti credo. Come esseri umani siamo fatti per avere relazioni tra noi, i social sono solo un mezzo. Per questo ho iniziato a pubblicare una newsletter, For the Birds. È un modo per un rapporto diverso, più profondo con i fan.

 

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