• DOMENICA 07 DICEMBRE 2025
Interviste

Alexia e Ale De Tuglie, la strana coppia. Che si racconta

Quando la dance storica e italiana incontra la nuova generazione grazie a un remix

Foto: Positiva Srl

La dance italiana ha sempre avuto il dono di reinventarsi senza mai perdere la propria anima. E quando un’icona come Alexia decide di collaborare con un producer della nuova generazione come Ale De Tuglie, il risultato non è solo un remix ma un manifesto generazionale che parla di autenticità in un’epoca dominata dalle apparenze.

‘Follow’ nasce proprio da questo bisogno di ribellione contro una realtà parallela, quella dei social media, per riportare l’attenzione su emozioni pure e connessioni reali. La pista da ballo diventa così l’ultimo baluardo di verità, uno spazio dove le maschere cadono e restano solo corpi che si muovono all’unisono.

Il 26 marzo 2026 al Fabrique di Milano tutto questo prenderà forma in uno show che promette di essere una sfida importante per Alexia, mentre Ale De Tuglie continua a portare il made in Italy sui dancefloor di tutto il mondo, da Ibiza a Dubai, dal roster di Music On fino alle collaborazioni che ridefiniscono il concetto stesso di dance italiana. Due artisti, due visioni, un’unica missione: far ballare il mondo rimanendo fedeli alla propria identità.

 

 
 
 
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Alexia, ‘Follow’ parla di andare oltre la superficie in un’epoca dominata dai social. Come si traduce questo messaggio quando il brano arriva nei festival o nei club? Credi che la pista sia ancora uno spazio di autenticità e connessione reale rispetto al mondo virtuale?
Alexia: Nei festival e nei live si concretizza davvero il ruolo delle canzoni. È lì che si manifesta la volontà di ribellarsi contro una realtà parallela e di vivere emozioni pure e autentiche. ‘Follow’ nasce proprio da questo bisogno, e quando lo porto sul palco sento che arriva dritto alle persone. Prima di eseguirlo mi piace introdurre il significato del brano, spiegare cosa rappresenta per me: ogni volta il pubblico lo accoglie con entusiasmo, anche quando lo ascolta per la prima volta.

Alexia in una foto di Positiva Srl

Hai collaborato con alcuni dei più grandi nomi della dance negli anni ’90 e continui a reinventarti oggi con producer della nuova generazione come Ale De Tuglie. Cosa cerchi in una collaborazione nel 2025 e come è cambiato il tuo approccio alla musica dance rispetto agli esordi?
Alexia: Con Ale cerco sperimentazione, freschezza e quella voglia di mettersi in gioco che appartiene alle nuove generazioni. Mi piace collaborare con artisti giovani che sanno interpretare le nuove tendenze del dancefloor, perché mi permettono di guardare avanti e di evolvermi. Il mio approccio alla dance resta legato alla melodia e alla cassa in quattro, ma oggi le strade sono infinite. Grazie a queste collaborazioni riesco a trovare una nuova direzione per la musica che mi ha dato popolarità e successo, ma che continua a rinnovarsi insieme a me.

Il 26 marzo 2026 ti aspetta la serata al Fabrique di Milano. Sarà un viaggio attraverso i tuoi successi dance o possiamo aspettarci anche sorprese e reinterpretazioni dei classici? Come stai immaginando questo show evento?
Alexia: Sono molto emozionata per questo evento. Ci sto lavorando con grande entusiasmo e attenzione ai dettagli, perché sarà qualcosa che non ho mai fatto prima. Non posso ancora svelare troppo, ma sarà una sfida importante e un modo per raccontare tutta la mia storia musicale in una dimensione nuova.

Da Ibiza alla Finlandia fino al Palacio de los Deportes di Città del Messico: la tua musica continua a riempire spazi in tutto il mondo. Qual è la differenza tra suonare per un pubblico europeo, che ti ha vista crescere, e conquistare nuove generazioni di clubber in mercati come quello latinoamericano?
Alexia: Il pubblico latinoamericano aspetta da anni un mio ritorno, e sapere che c’è tanta attesa mi emoziona e mi mette anche un po’ d’agitazione, nonostante l’esperienza, non ci si abitua mai a certe sensazioni. So che mi accoglieranno con grande calore, come solo loro sanno fare. Non vedo l’ora di sentire quel loro abbraccio collettivo e di condividere con loro un momento che sarà davvero speciale.

Ale De Tuglie in una foto di Positiva Srl

Ale, hai preso ‘Follow’ di Alexia e l’hai reinterpretato con influenze che richiamano club. Quali elementi del brano originale volevi preservare e dove invece hai voluto portare la tua firma? Ci sono stati momenti in studio in cui hai pensato “questo è il sound di Music On”?
Ale De Tuglie: Fin dal primo ascolto del brano mi sono concentrato sulla voce: era l’elemento che mi colpiva di più e ho deciso di mantenerla come unico punto di partenza per il remix, ricreando tutto il resto da zero. Volevo dare al pezzo un’impronta che richiamasse le sonorità dance degli anni ’90, un periodo che per me ha segnato profondamente la musica. Fin da subito ho lavorato con questa idea in mente. Non ho pensato di allinearlo al sound di Music On: ho preferito fare qualcosa di diverso, lasciando spazio alla mia libertà espressiva e seguendo il mio istinto.

Lavorare con un’icona della dance italiana come Alexia significa confrontarsi con una storia e un’eredità enormi. Come hai approcciato questo remix? Sentivi la responsabilità di rendere omaggio alla tradizione dance italiana pur mantenendo un sound contemporaneo e da club?
Ale De Tuglie: Accettare di lavorare su un brano di Alexia significava confrontarsi con un’eredità musicale enorme. Fin da subito ho sentito la responsabilità di creare qualcosa che celebrasse i suoni iconici e intramontabili della dance italiana, ma allo stesso tempo fosse attuale e in linea con i club di oggi. Il mio obiettivo era proprio quello di unire la storia della dance con i suoni della mia generazione. Penso di esserci riuscito, ed è anche per questo che ero così curioso e motivato a intraprendere questa collaborazione.

Nel 2025 hai suonato praticamente ovunque: da Ibiza agli Stati Uniti, da Dubai alla Romania. Ogni scena ha la sua energia e il suo modo di vivere il suono. Quali sono le differenze più marcate che hai notato tra questi paesi e come adatti i tuoi set a pubblici lontani, diversi?
Ale De Tuglie: Ogni paese, ogni scena, ha la propria cultura e il proprio modo di vivere la musica. Questa per me è una delle sfide più belle e importanti del nostro lavoro. Credo che la bravura di un dj stia nel saper rimanere fedele al proprio stile, senza snaturarsi, ma riuscendo comunque a creare una connessione con il pubblico locale. Ogni pubblico è diverso, assolutamente sì. Per questo dedico molto tempo alla ricerca di musica con sfumature differenti, così da poter affrontare ogni dancefloor in modo autentico ma sempre coerente con il mio sound. L’obiettivo è uno solo: far ballare la gente, ovunque, mantenendo la mia identità.

Sei entrato nel roster di Music On e hai condiviso il tour con Marco Carola toccando venue leggendarie come Pacha e Soho Garden. Come sta evolvendo la tua identità artistica attraverso queste esperienze e cosa significa per te ridefinire il made in Italy nella scena elettronica mondiale?
Ale De Tuglie: Viaggiare e confrontarsi con nuove realtà è fondamentale per un dj, sia quando si è semplici clubber sia quando si diventa ospiti sui grandi palchi. Fin da ragazzo ho sempre cercato di vivere i party, i festival, le notti nei club: esperienze che mi hanno formato e mi hanno aiutato a capire chi volevo essere artisticamente. Entrare nel roster di Music On e condividere il tour con Marco Carola è stata un’opportunità enorme: ho scoperto tante sfumature di questo mondo che non conoscevo e ne ho fatto tesoro per crescere ancora di più. Di Marco stimo tantissimo la professionalità, oltre alla musica: è una qualità che mi ha ispirato e che voglio portare anche nella mia identità artistica. Oggi il mio obiettivo è farmi conoscere sempre di più per quello che sono e per ciò che propongo. Non voglio essere uguale a nessuno: in ogni cosa che faccio, dalla musica alle scelte personali, cerco di proporre qualcosa di autentico e riconoscibile. Voglio che il pubblico mi identifichi per la mia unicità.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.
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