Il futuro della musica? Sarà circoscritto allo streaming, inutile pensare ad altre dinamiche economiche. Parole di Jean Michel Jarre, il visionario musicista francese, autentico pioniere della musica elettronica, che è stato intervistato da Armin Van Buuren durante uno dei panel più attesi durante l’edizione 2014 dell’Amsterdam Dance Event. Secondo Jarre, tutte le personalità mondiali più autorevoli dell’industria discografica si devono radunare intorno al canonico tavolo, per trovare la soluzione adeguata che consenta di ripartire gli utili che derivino dalla trasmissione e dalla diffusione della musica: Spotify è il primo player al quale si è fatto esplicito riferimento, ma non si tratta ovviamente dell’unico. Jarre, ben incalzato da Van Buuren, non ha mancato di incoraggiare i partecipanti all’ADE: se si hanno buone idee e ci si crede, vietato fermarsi. Jarre stesso, quando propose le sue prime composizioni, fu respinto da tutti i discografici, convinti che non potesse esserci spazio per brani senza voci, senza l’utilizzo di strumenti e senza nemmeno troppa melodia. Sappiamo tutti come poi sia andata a finire: geni come Jarre e gli stessi Kraftwerk hanno aperto la strada a quella che poi sarebbe diventata la musica elettronica prodotta e suonata dai dj.
Di seguito il video dell’intervista di Armin Van Buuren a Jean Michel Jarre.
16.10.2014