Fusione di generi e sublimazione allo stato puro. Questo e molto altro è ‘Promises’, il nuovo album di Floating Points realizzato insieme all’ottantenne sassofonista Pharoah Sanders, con la partecipazione della London Symphony Orchestra, uscito lo scorso venerdì 26 marzo 2021 per Luaka Bop, l’etichetta newyorkese di David Byrne fondata nel 1989, il cui catalogo ha un solo filo conduttore univoco, quello della sistematica ricerca della musica di qualità. Le nove tracce di ‘Promises’ si succedono come un’unica suite, nella quale il sassofono di Sanders detta la linea, senza che per questo prevalga sulle composizioni di Sam Shepherd, che così ha sintetizzato questa collaborazione: “mi piace perché suona come due musicisti che cercano di guidarsi a vicenda”. 46 minuti che scorrono tutti d’un fiato, che si spera possano essere riproposti quanto prima dal vivo. ‘Promises’ è il frutto di ben 5 anni di lavoro, nel quale il jazz si affianca all’elettronica per poi sconfinare entrambi in quella che taluni definirebbero musica classica contemporanea, per quanto sia un album perfetto per sfuggire ad un’identità precisa e soprattutto schematica. ‘Promises’ è soprattutto un messaggio chiarissimo nei confronti di chi si ostini a negare quanta creatività possa scaturire dalla mente e dal cuore di un dj.
29.03.2021