Foto: Instagram @anfisaletyago
Anfisa Letyago è una delle DJ e producer più acclamate a livello mondiale. Capace di conquistare i palchi dei migliori festival e eventi del mondo grazie a un immaginario vario ma ben preciso, che riesce a fondere i ritmi elevati della techno e atmosfere oniriche e introspettive, l’artista italiana vanta collaborazioni con nomi importantissimi della musica elettronica come gli Swedish House Mafia e Moby. Nel 2021 ha fondato anche la propria etichetta, NSDA. Ha da poco pubblicato il suo nuovo EP, ‘Bubbledance’, una raccolta di 4 tracce che descrivono in modo perfetto la visione e l’evoluzione musicale di Anfisa Letyago.
Hai vissuto una trasformazione artistica piuttosto evidente negli ultimi anni. Come descriveresti la tua evoluzione musicale?
Se dovessi scegliere una parola per descrivere gli ultimi dieci anni della mia carriera, sarebbe senza dubbio “evoluzione”. Dalla mia prima esperienza in studio, ho intrapreso un viaggio straordinario. Ogni confronto e ogni momento vissuto hanno profondamente segnato la mia crescita, e la trasformazione tra l’artista che ero un tempo e quella che sono oggi è evidente. Il mio percorso è stato incredibilmente organico: più scopro il mondo, più la mia ricerca musicale si arricchisce; ogni dancefloor che calco mi avvicina a una comprensione più profonda di me stessa. Ho capito che la vera scoperta si manifesta solo provando, anche sbagliando; nessuno è predefinito, e ogni cosa si rivela con il tempo e la pratica.
Quali sono stati i riferimenti e le ispirazioni che ti hanno guidata durante la produzione di ‘Bubbledance’ EP?
Con ‘Bubbledance’ inizia un viaggio profondo e introspettivo. Qui, la mia visione, le esperienze e le influenze più significative si intrecciano liberamente, senza preoccupazioni per il risultato finale. A dire il vero, non so nemmeno se esista un vero “finale” per questo percorso. È un viaggio lontano dalle distrazioni moderne, in particolare dai social media che spesso ci rubano tempo prezioso, generano ansia e ci spingono a conformarci alle tendenze. Si tratta, in sostanza, di un’esplorazione della mia intimità. Il mare e il concetto di acqua hanno avuto un’influenza profonda su ‘Bubbledance’. Durante la produzione, ho percepito la stessa leggerezza e liberazione che si provano emergendo dall’acqua, una sensazione di completo svuotamento da ogni tensione. Anche le armonie malinconiche della musica elettronica anni ’90 hanno lasciato un’impronta indelebile nella mia anima, ricordandomi un’epoca di grande cambiamento e sperimentazione che ha segnato la mia infanzia. Sento che siamo vicini a grandi trasformazioni, e il desiderio di sognare e sperimentare il nuovo è più vivo che mai, proprio come lo è per me.

Foto: Instagram @anfisaletyago, Cover Art: Instagram @this_is_supernova
Che tipo di “viaggio interiore” pensi possa vivere chi ascolta queste quattro canzoni?
Spero davvero che chi ascolta ‘Bubbledance’ possa sognare e provare sensazioni belle e leggere, proprio come è successo a me. Mentre lavoravo in studio, mi sono completamente immersa nel mio mondo, pensando: “deve piacere solo a me”. Il resto non mi importava; è stato un atteggiamento egoistico, ma se è questo che ci fa stare bene, ben venga! Questo EP potrebbe avere un senso o non averne affatto; avrebbe potuto benissimo rimanere per sempre nel mio computer. Non è un prodotto pensato per seguire le tendenze, non diventerà virale su TikTok, né è un “banger” del momento. È semplicemente l’espressione della mia visione artistica. Per questo, se qualcuno riuscirà a provarne un’emozione, sia essa positiva o negativa, per me avrà un valore inestimabile.
La tua musica ha spesso un’atmosfera “mistica”. È qualcosa che ricerchi consapevolmente o si sviluppa in modo naturale e istintivo?
Da sempre, il concetto di “mistico” esercita su di me un fascino particolare, specialmente nell’ambito della musica elettronica. Negli anni, sono riuscita a sviluppare questa mia attrazione in modo del tutto spontaneo e organico, riscoprendo aspetti profondi di me stessa. Questa forte connessione si faceva particolarmente sentire durante le mie sessioni in studio, specialmente quando mi dedicavo al lavoro in completa solitudine. In quei momenti di profonda intimità, la mia vera essenza riusciva finalmente a emergere.
Foto: Instagram @anfisaletyago
‘Bubbledance’ si apre con ‘Who I Am’, in cui hai scelto di usare la tua voce in modo quasi ipnotico. Non è la prima volta che utilizzi la tua voce, ed è una caratteristica particolare, sono pochi i produttori che ricorrono a questa soluzione. Cosa ti spinge a inserirla nei brani e che ruolo ha per te?
L’idea di inserire la mia voce nei brani è nata durante la pandemia covid. Ammetto che non è stato semplice all’inizio: provavo vergogna ed era piuttosto insolito riascoltare la mia stessa voce. Ma, spinta dalla sperimentazione, ho iniziato a prenderci la mano e mi sono divertita un mondo ad applicare effetti e filtri. Credo fermamente che la voce sia forse il nostro strumento più distintivo; è intrinsecamente unica per ciascuno di noi e offre un canale per connettersi con l’ascoltatore in una maniera ancora più intima e profonda.
Il nome del tuo A/V show è ‘Partenope’, esattamente il titolo dell’ultima traccia dell’EP. Qual è il legame tra il live e il brano?
Mi sono spesso soffermata a riflettere: e se Partenope fosse reale? Se potesse parlarmi, quale sarebbe il ‘suono’ della sua voce? E quale impressione trasmetterebbe la sua sola presenza? Ho immaginato queste domande molte volte e ho cercato di catturare la sua essenza in questo brano, amplificando l’esperienza attraverso la parte visiva.
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Ci racconti la storia dietro alla tua etichetta NSDA? Cosa significa per te?
Ho fondato la mia etichetta, NSDA, nel 2021. L’ho fatto spinta da una duplice esigenza: creare uno spazio personale dove poter pubblicare la mia musica senza limiti o influenze esterne, e allo stesso tempo offrire la stessa libertà ad altri artisti emergenti. Il nome NSDA deriva da Nisida, una piccola isola di fronte a Napoli, la cui peculiarità è la sua inaccessibilità all’uomo. Mi piaceva l’idea di un parallelismo tra la natura incontaminata e la bellezza “unspoiled” dell’isola e la totale libertà espressiva nelle produzioni.
Il nome della tua label deriva da Nisida, Partenope è il nome che hai scelto per il tuo show e della canzone che chiude l’EP. Napoli è ben presente nella tua produzione artistica. Qual è il rapporto che hai con la città?
Il mio rapporto con Napoli è viscerale, ha plasmato profondamente la mia identità e la mia musica. È una città vibrante e culturalmente ricca, nonché una fonte d’ispirazione costante per me: la sua energia, il mistero, la storia – specialmente quella legata a Partenope – sono elementi che ritrovo nelle mie produzioni. La figura della sirena, simbolo di Napoli, e il legame tra la sua voce e la musica, sono stati centrali nella creazione del mio show audio visual Partenope. Presto lo porterò in altre città europee dopo il debutto a Barcellona, Napoli e Londra e non vedo l’ora di condividerlo con quante più persone possibili.
15.07.2025