Sette anni fa uscì ‘Animals’ di Martin Garrix. Era un lunedì, per la precisione, il 17 giugno del 2013. Ai detrattori della big room la cosa potrebbe importare poco, visto lo stranamore che molti provano nei confronti del suono EDM da festival. Eppure quella traccia, con la famosa cassa in chiave rubata dall’hands-up, ribaltò i canoni della dance spingendo i beat in una direzione marcata e forsennata, tipica degli olandesi abituati a pogare nel fumo a suon di gabber.
Indubbiamente, ‘Animals’ è stato un successo planetario e atipico: non aveva un cantato, si basava su un drop con un suono di pluck e su degli accordi nel breakdown, faceva leva su un hook pitchato che ricordava la hardcore e su una stesura che avrebbe poi condizionato gran parte del mercato internazionale.
Aveva solo 17 anni, Martijn Gerard Garritsen da Amstelveen, ridente comune a sud della Capitale dei Paesi Bassi. Con un solo singolo rimpinguò le casse della Spinnin’ Records raggiungendo la prima posizione in Belgio e nel Regno Unito, nonché in quella stilata prima da Beatport e poi da Billboard. Martin Garrix era diventato il più giovane artista di sempre.
Dal suonare alle feste per ragazzini come DJ Marty all’essere riconosciuto a livello globale come il volto della musica dance elettronica contemporanea, e inseguito dal guru dei manager, lo statunitense “Scooter” Braun, alla ricerca spasmodica di un dj da integrare nel roster occupato da Justin Bieber e starlette varie, il passo per Martijn Gerard Garritsen è stato brevissimo. Un lampo. Il tempo di una hit prodotta in cameretta e di farle fare il giro del mondo.

Martin Garrix ha fatto molta strada, come produttore musicale, come dj e come artista. ‘Animals’ è ormai un classico. Non solo una hit: è un evergreen, di quelli che vanno a finire nelle mega compilation dei cestoni degli Autogrill e che anche la vicina di casa conosce a menadito.
È vero, Martin Garrix negli ultimi anni si è fatto ammaliare dalla musica pop e dal jet-set, diventando meno progressivo e pacchiano e sempre più elegante, uniformato allo standard di molti colleghi assidui frequentatori di festival e oggi scaltri protagonisti di uno scenario evoluto, cambiato, stravolto da abitudini e pandemie. Ma tutto questo fa parte del gioco e dell’evoluzione di un artista. È anche vero che ha lasciato in eredità, ai posteri, nonostante la sua età, una serie di brani impossibili da dimenticare. ‘Animals’ su tutti. Auguri.
18.06.2020