Renaissance. Il nome di un’etichetta mitica che per gli appassionati di un certo tipo di sound ha rappresentato una stagione fortunatissima e ispirata della prog-trance britannica ed europea. Una label che oggi rinasce – e scusate il gioco di parole – con una nuova gestione e nuove release. Tra queste, l’album ‘The Interior Journey’ di Argy, dj e producer inglese nato a Rodi, in Grecia, e oggi residente a Ibiza. Un album che si immette in modo molto naturale nel filone da sempre seguito dall’etichetta, andando a lambire proprio quel rinascimento trance e melodic techno che sta facendo la parte del leone nelle ultime stagioni. Ce lo racconta l’autore, Argy, in un’intervista e in un film in cui presenta il disco, realizzato appositamente per DJ MAG Italia.
Il tuo nuovo album si intitola ‘The Interior Journey’ e ascoltandolo, si ha davvero l’impressione di un viaggio, con diversi sentimenti e umori. Qual è il concept dietro questo lavoro?
Questo album è la colonna sonora dei miei sbalzi d’umore durante il periodo del lockdown, che ho passato a Ibiza. È la rappresentazione sonora della morte del vecchio me e la rinascita in qualcosa di nuovo. Così come il serpente muta pelle, ‘The Interior Journey’ è la mia rinascita personale.
L’album tocca diversi stili: prog-trance, breaks, melodic e acid techno. Qual è il tuo focus principale?
Sì, ci sono diversi stili in questo album ma è l’approccio che ho da quasi 17 anni in qua. Non c’è un genere a cui penso di appartenere, mi sono appassionato di stili molto diversi per tanto tampo, così questo eclettismo è parte di me, della mia identità. Questa specie di “non identità” è diventata la mia identità in questo caso.
C’è qualche artista in particolare, o una corrente musicale, che ti hanno influenzato durante la lavorazione di ‘The Interior Journey’?
Quando è iniziato il primo lockdown, a marzo 2020, ho smesso di ascoltare musica altrui. Ho anche smesso di produrre musica per un po’ di tempo, non accendevo nemmeno la musica in auto. È stato come passare un periodo di totale detox, non solo dagli altri ma anche da me stesso. Volevo dimenticare tutti e tutto, e volevo che gli altri si dimenticassero di me. Così da poter essere ricordato solo per le cose più importanti.
‘The Interior Journey’ esce per un’etichetta storica, Renaissance. Com’è successo? Come sei entrato in contatto con Renaissance?
C’è stata una sorta di “connessione karmica” tra me e la label, entrambi abbiamo vissuto la nostra “rinascita” più o meno nello stesso periodo. Amo l’idea di essere parte di un’istituzione così storica, capace di avere una visione e di essere proiettata verso il futuro, con uno spirito moderno ed estetizzante. Ho incontrato Geoff Oakes, il fondatore di Renaissance, diversi anni fa a Ibiza e mi ha presentato Marcus James che ora gestisce la label. Il resto è storia. Credo che nessuno avesse previsto una collaborazione del genere!
Nato in Grecia, residente a Londra. Questo è ciò che trovo quando cerco info su di te sul web. Qual è la tua storia?
Sono nato a Rodi, in Grecia, e ho vissuto gran parte della mia vita a Londra, mentre Ibiza e Berlino sono le mie “case lontano da casa”. Ognuno di questi luoghi ha giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita personale e umana, e Ibiza è stato lo scenario della drammatica fase del lockdown. Per quanto ami la Grecia, non credo che ci tornerò mai a vivere. Non mi ci vedo. Ogni posto completa un tassello differente della mia vita, e ho bisogno di tutti loro nelle giuste proporzioni per sentirmi in equilibrio.
Torniamo al titolo del tuo album: ‘The Interior Journey’. Ora più che mai sembra riflettere un viaggio interiore che ciascuno di noi ha dovuto compiere, perché siamo passati attraverso un peiodo di isolamento, di riflessione, e molti di noi hanno deciso di cambiare stile di vita, o alcuni dettagli della propria vita nell’ultimo anno e mezzo. Cosa significa per te, qual è il tu viaggio interiore?
Per me, dopo tutto quello che abbiamo passato di recente, è non voler correre a tutti i costi per tornare a quella che abbiamo chiamato “normalità” a lungo. È anzi voler ridefinire questo concetto di “normalità”. La vecchia normalità è un abito che non mi calza più. È il momento di creare un nuovo stile di vita, più autentico, meno inquinato dal flusso infinito di informazioni inutili e dai viaggi infiniti. Si tratta di creare spazi per cose nuove, lasciando tempo alla giocosità. Concludo dicendoti che il viaggio interiore è unico per ciascuno di noi.
20.07.2021