Armin Van Buuren: who else? Chi può permettersi di festeggiare 15 anni del proprio radio-show A State Of Trance con un festival in grado di radunare 30mila persone provenienti da tutta Europa? Lo spettacolo al quale abbiamo assistito sabato 27 febbraio conferma la grandezza di un personaggio e di una community sempre in prima fila quando la trance, meglio se classica, meglio se melodica, chiama a raccolta il suo profeta e i suoi seguaci.
Quattro gli stage allestiti al Jaarbeurs, centro espositivo e congressi di Utrecht. Palazzi da ultra-design fanno da contrasto all’immancabile centro commerciale e alle viuzze più caratteristiche, dove spicca un ristorante che si chiama Van Buuren. Coincidenze? Mentre nel Nord Italia impazza il maltempo, in Olanda splende stranamente il sole. La pioggia arriverà soltanto verso l’alba.

Alle ore 20 in punto si aprono i cancelli, alle 21 via agli show. Validi warm up, per quanto questo termine si possa applicare alla trance, mentre altri dj come Marlo vanno dritti senza aspettare che la temperatura salga in maniera naturale. Nel frattempo al Radio Dome è stato allestito uno studio radio-televisivo dal quale Van Buuren conduce in diretta un’edizione specialissima di ASOT: gli ospiti si alternano con grande leggerezza, l’apice si raggiunge quando si presenta Jack Roberts, la voce dei jingle del programma, e si lancia in diretta con un “chi vuole un chilo di banane?” per mostrare che con certe tonalità si può dire quello che si vuole.

Il clou a mezzanotte e mezza in punto. Armin sale sul main stage e ringrazia tutti i presenti, sia ad Utrecht sia in rete: 15 minuti di cerimonia con video, musica e poi via al set vero e proprio. In questi anni abbiamo assistito a tante serate del dj olandese e c’è poco da fare: quando gioca in casa dà davvero il meglio di sé, si capisce che si sente davvero a proprio agio. Una naturalezza spaventosa con la quale domina consolle e pista, con un sorriso e una postura che ne esaltano il carisma; ad impianto, ledwall e lasershow degni di Star Wars il compito di creare l’atmosfera giusta in maniera definitiva. Il pubblico è tutto con lui: famiglie, manager, fan sia giovani sia stagionati; un target variegato al massimo, come un festival vero e proprio richiede. Non è sede per azzardare paragoni con la scena italica, affermiamo che i nostri connazionali seguaci della trance sono tantissimi, ma preferiscono sentirla e ballarla all’estero. Chiudiamola qui. Per ora.

Si è già scritto infine della brutta caduta di Paul Van Dyk dal main stage: la rete è piena di video e per ora non serve aggiungere altro. The show must go on? In questo caso la regola si è applicata per metà: intorno alle 5 di mattina Van Buuren è apparso in video sul main stage per annunciare che la musica sarebbe continuata soltanto negli altri palchi, e il suo set in vinile non si sarebbe più svolto, per una forma di rispetto più che doverosa nei confronti di uno degli eroi di A State of Trance, anzi per uno degli eroi della trance (e della musica elettronica e da club) e basta. Conforta assai l’ultimo post pubblicato dallo staff di PVD lo scorso 29 febbraio: condizioni più che stabili, gli aggiornamenti sono rinviati tra sabato 4 e domenica 5 marzo.
Prossimo appuntamento con A State of Trance live? Domenica 20 marzo all’Ultra Music Festival di Miami. Om stage Armin Van Buuren, Eric Prydz, Deamau5, Aly & Fila.

02.03.2016