• GIOVEDì 30 MARZO 2023
Costume e Società

Roccuzzo e gli altri: tutti quelli che sono arrivati al pop passando dalla dance

Per tanti artisti la "musica da discoteca" è una vera e propria palestra, il training costante per muoversi e arrivare al pop. Da Jenny B a Neja, da Alexia passando ovviamente per il caso Roccuzzo che ha acceso X-Factor, ecco un ventaglio di nomi dai percorsi più o meno riusciti

È una storia quasi antica come il mondo, quella di passare dall’underground per entrare nel pop. Un passaggio naturale dal comparto della musica dance elettronica che ha un mezzo principale: il brano. Con una produzione dance, giovani artisti cercano di traghettare la propria posizione dai bassifondi ai piani alti, come in una scala gerarchica e alla ricerca forsennata della luce. È una ricerca nata dopo aver visto il siluramento di Roccuzzo a X-Factor un paio di settimane fa. Prima di tentare la strada del pop (e siamo sicuri che dopo la sua impressionante figura nelle prime battute del talent, sentiremo parlare ancora di lui), è stato la voce di ‘World’, hit firmata Molella & Valentini. Ci sono altri casi simili negli annali? Sì, tanti.

Di ex artisti dance che hanno provato ad abbandonare il gommone per salire a bordo di lussuose imbarcazioni ne è pieno il mondo. I loro nomi oggi sono riportati sui libri e sulle infinite pagine di Wikipedia. Ce ne sono una marea, di casi, restando in tema di metafore marittime. La buona parte rinnega il passato, come se essere stati protagonisti di una hit caratterizzata da una cassa in quattro o da un riff tamarro che ti ha permesso di scalare graduatorie a livello intercontinentale fosse un reale delitto. Altri invece sono molto più riconoscenti al settore.

 

Una cosa è certa: per molti la dance è stata una vera e propria palestra, un training costante per muoversi senza troppa fatica alle olimpiadi musicali del pop. Abbiamo ignorato i tempi della Disco e dei colorati anni Settanta. Nonostante ciò, abbiamo fatto una ricerca fermando la macchina del tempo a una quarantina di anni fa e soprattutto in casa nostra. È subito emerso che già ai tempi della Italo disco, quindi siamo verso metà degli anni Ottanta, un inarrestabile Mike Francis andava a coinvolgere una volenterosa Rossana Casale per un singolo, ‘Let Me In’, poi remixato addirittura da Marco Trani.

A tutto questo poi va aggiunta Spagna (che cantò per il progetto Fun Fun e poi deflagrò con il successo di ‘Easy Lady’ da solista), Sabrina Salerno e Jo Squillo (che spinsero con brani fortemente dance), Raf (‘Self Control’) e Miguel Bosé (‘Super Superman’ fu un inno dei club LGBT e non solo, e dopo esser passato al pop lo spagnolo si fece produrre inaspettatamente dagli Above & Beyond). Il quadro iniziale sembra completo. Abbiamo dimenticato Lorenzo Cherubini volutamente e sul quale si potrebbe aprire uno speciale: prima del Jovanotti di ‘Serenata Rap’ e ‘Ciao Mamma’ c’è stato quello di ‘Walking’, prodotto su Full Time Records ‎da Rebecca McLain, George Stefani, Paul Limoli (e con lo zampino di Elvio Moratto).

 

Così, dopo alcune indagini, domande e chiacchiere con quelli che hanno vissuto attivamente il passato della dance italiana il primo nome che viene all’orecchio e che salta all’occhio sfogliando le riviste dell’epoca è quello di Giovanna Bersola, per molti Jenny B. Spesso accompagnata dalla amica e collega Marina Rei, anch’essa ex del mondo dance (come Jamie Dee, quella di ‘Don’t Be Shy’ e ‘So Good’), la catanese Bersola presta la voce a ‘The Rhythm of the Night’ di Corona, ‘The Summer Is Magic’ di Playahitty e ‘You and I’ di J.K. prima di entrare a far parte dei Funky Company, band acid jazz che la tiene in allenamento sino alla partecipazione come solista al Festival di Sanremo 2000 (dove trionfa con ‘Semplice Sai’ nella categoria Nuove Proposte e nel Premio alla Critica Mia Martini).

La Bersola è stata corista di Zucchero nell’europeo ‘L’Urlo Tour’ e nell’album ‘Spirito DiVino’ aprendo una parentesi fondamentale: mister Fornaciari, attraverso la sua proverbiale selezione, portò alla ribalta tantissime voci legate alla produzione dance, come Eileina Dennis, ugola d’oro per ‘Move On Baby’ e ‘U & Me’ dei Cappella, e come Lisa Hunt, regina di brani Eurobeat. Senza contare Ola Onabule, cantante de ‘L’Amour Toujours’ di Gigi D’Agostino o ora super ambasciatore del jazz più purista; e Alessia Aquilani aka Alexia, che ha partecipato a nove edizioni del Festivalbar e a quattro del Festival di Sanremo (dove ha guadagnato il primo posto nel 2003, con il brano ‘Per dire di No’) dopo una raffica di singoli e album da solista che dalla sua incarnazione dance l’hanno progressivamente vista spostarsi verso il pop, con uno switch significativo dall’inglese all’italiano. Alexia è forse il caso di success story più emblematico di quel periodo, considerando che i suoi esordi sono legati alle hit di Ice MC e Double You a metà anni ’90.

 

Gli anni Novanta sono stati generosi di personaggi che hanno iniziato con la dance: da Gala che si è cimentata in produzioni soul e R&B facendo un cameo acustico al concerto di Youssou N’Dour per ‘Dakar Ne Dort Pas’ in Senegal sino a Erika che nel 2015 mise in campo il meglio di sé con ‘I Think About You’ passando da una semplice starlette Nineties di ‘Relations’ a un’artista matura, pronta per il grande balzo ma da pochi compresa. Peccato. Jeffrey Jay degli Eiffel 65 è stato anche il cantante dei Bliss Team ma ha accompagnato Gabry Ponte e Maury Lobina al 2003 di un Sanremo all’insegna della musica da ballo e della melodia Europop di ‘Quelli che non hanno età’.

Stando sempre in Piemonte, ecco Neja, Agnese Cacciola, quella di ‘Restless’, che nel 2004 pubblica a sorpresa ‘First Flight’, EP acustico, e la serie di album jazz ‘133 Sushiclub’. Nel 2016, partecipa a The Voice of Italy nella squadra di Dolcenera ma viene eliminata quasi subito dalla competizione. Anche Danny Losito, famoso grazie al progetto Double Dee e la hit Eurodance ‘Found Love’, andò a Sanremo: era il 2004 e insieme alle Las Ketchup presentò il brano ‘Single’, e nel 2013 precede Neja e partecipa a The Voice of Italy (la squadra di Piero Pelù lo vede eliminato alla decima puntata). Sandy Chambers (più volte voce per i Benassi) per Edel fece un progetto pop con cui andò al Festivalbar presentandosi come Kyma. Ma il risultato non fu clamoroso.

 

In realtà c’è anche chi ha fatto un percorso inverso: Joe T. Vannelli per il progetto discografico Co*Bra assoldò Matt Goss, ex dei Bros, star con all’attivo tre tour mondiali, duetti con Tina Turner e una perfomance al Wembley Stadium di Londra. E chi non ricorda i DB Boulevard, quelli di ‘Point of View’ con Moony? Nell’ottobre 2003 per il singolo ‘Hard Frequency’ si avvalsero della voce di Alessio Ventura, ex Dhamm, e l’anno successivo partecipano al Festival di Sanremo con ‘Basterà’. Sul palco con la band veneta c’è Bill Wyman, già bassista dei Rolling Stones. Il dj Mauro Ferrucci si porta a casa il premio come Miglior Produttore. Applausi e fiori.

Mario Biondi, che in realtà di cognome si chiama Ranno, appare ufficiosamente nell’elenco dei cantanti che prestano la voce a brani soul dance e pop house. A distanza di tempo dalla sua ‘This Is What You Are’ che lo proietta al vertice di ogni chart, il pronto ritorno nel mondo danzereccio con Mario Fargetta & Montecarlo5 per ‘No Matter’. Un’idea tutta da esportazione che coincide con il cambio di passo del mercato, l’arrivo del digitale e la crescita di un sistema che fatica a stare dietro anche ai successi contemporanei. Quello che si è visto con Sam Smith (partito con ‘Latch’ dei Disclosure e poi esploso nella sua carriera solistica), John Martin e Sam Martin, quel Chris Willis benedetto da David Guetta ma anche le rumene Inna, Antonia (Clara Iacobescu) e Alexandra Stan che ormai sono dee del pop.

 

Una strada, quella del crossover, percorsa negli anni Novanta da Jocelyn Brown, Lene Grawford Nystrøm degli Aqua, Ultra Naté, Billie Ray Martin, Róisín Murphy e Dannii Minogue e poi ripresa recentemente da Loreen, Zara Larsson, Kiesza e Cheryl Porter, quest’ultima, dopo tantissimi turni e brani house, vocal coach a tempo pieno. Tutto questo per arrivare a Giuseppe Roccuzzo che dopo alcuni singoli per la piccola astigiana Bit Records, la danese discowax e una collaborazione su Bang Records con il duo Molella & Valentini per ‘World’, ha pensato bene di volare alto andando a X-Factor. Sarebbe potuta essere la soluzione perfetta per lui, il talent su Sky, se non fosse che Emma Marrone a sorpresa non lo ha portato ai Live. Un’eliminazione contestata, una polemica via social ormai nel dimenticatoio e il siciliano ora di nuovo al nastro di partenza in cerca di gloria. Ma con molti più follower in più.

 

 

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Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.

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