Quinto ed ultimo (purtroppo) giorno della BARRAKUD Experience sull’isola di Corfù. Sono state ore intense passate attraverso location uniche e dj set di alto livello (Tiger & Woods veri mattatori fino a qui). Oggi il transfer ci porta sulla spiaggia di Ipsos in uno dei centri abitati più frequentati dell’isola e l’effetto visivo è davvero particolare, basti pensare che nel mezzo della routine greca, tra traffico, turisti e local il soundsystem agisce indisturbato come se fosse l’ordine naturale delle cose. Quando arriviamo in consolle Andrea Esu sta miscelando disco, funky e deep di gran classe in un mood rilassato che ci rimette subito in sesto dopo l’hangover della sera precedente. Il suo set si incastra perfettamente nel timing ed è un warm up eccellente al live che seguirà.

Go Dugong ed il suo live sono la sorpresa/conferma della giornata. Lui è uno degli act più interessanti in circolazione e la sua miscela di glitch hop, nujazz e soul è roba per palati fini, sorrisoni e suggestioni. La sua performance scorre e segue un flow preciso mentre un souvlaki e una birra gelata ci allietano assieme a molti (sacrosanti) sculettamenti in pista. P41 ci riporta nei territori in quattro quarti tra momenti dancefloor (“Just Nin” di Coyu nel remix di Andre Lodemann) e tocchi di classe (“Think Twice” dei Detroit Experiment nel remix di Henrik Schwarz). La giornata volge al termine, tempo di rincasare prima dell’ultimo party serale.

Il Club 54 è una struttura imponente, un main floor con un soundsystem efficace che viene scaldato a dovere dal groove di Gianmarco Orsini. Il suo è un set (come nella precedente occasione) incalzante ed estremamente gradito al pubblico presente. Tecnica e selezione indiscutibili per lui nel warm up che apre l’arrivo del guest della serata: Dj Tennis. Il patron di Life & Death conferma i feedback positivi ricevuti fino ad ora in veste di dj, la sua performance è un viaggio preciso e coerente con momenti apicali (“Cloud Generator” di Kink) e pause di decompressione che guidano il floor fino alla chiusura. E’ l’alba e mentre torniamo a casa in tre su un motorino violando ogni regolamento stradale (e forse anche l’istinto di conservazione) ci rendiamo conto che Corfù non sarà mai la “next big thing” sulle mappe dei dancefloor europei. Sarà invece quel luogo in cui vivere esperienze indimenticabili fatte di un clubbing intimo in location uniche per un pubblico che, dopo molte esperienze, ha raggiunto la maturità per capire cosa voglia dire fare parte di questo movimento.
Per l’ultima volta…#ravetheworld!
06.08.2015