Il quartiere di Beirut popolato da decine di locali notturni che costeggia tutto il perimetro dell’area portuale è stato praticamente cancellato dall’esplosione delle 6 del pomeriggio dello scorso martedì 4 agosto. La distruzione parziale della capitale libanese, che ha provocato morti, feriti e sfollati, ha devastato anche la vita notturna della metropoli mediorientale, che ha subito un ulteriore e grave impatto dopo quello causato dalla pandemia.
Il co-fondatore del Ballroom Blitz Moe Choucair, che ha rilasciato dichiarazioni a giornali e tivù locali e internazionali, racconta che i danni strutturali sono stati inflitti non solo a dozzine di abitazioni, negozi e ristoranti ma anche ad attività come disco bar, club privati e discoteche. “Un intero quartiere di locali notturni è stato praticamente spazzato via”, ha spiegato Choucair.

Locali come il Ballroom Blitz, il Gärten, il Grand Factory, l’AHM, il B018 e quello che rimane di questi, sono ubicati molto vicino all’epicentro dell’esplosione, compreso l’Egg, spazio spesso utilizzato per dei rave illegali. Anche il quartiere di Karantina, noto per i suoi locali occupati e autogestiti, le sue gallerie e i suoi club come il Grand Factory, il Discotek e il Baboon, è stato sventrato dalla forza infinita dell’onda d’urto.
Sono in molti, e in primis il presidente libanese Michel Aoun, a temere che l’economia della città non sia in grado di sopportare il peso della tragedia, che aggraverebbe i problemi derivanti dal Covid-19. Questo è uno dei tanti motivi per cui la popolazione è scesa in piazza a contestare: da anni l’economia è traballante, sul territorio. La vita notturna a tratti è frequentata da cittadini locali e per lo più da turisti. In alternativa, Dubai e Tel Aviv potrebbero essere le uniche capitali del divertimento notturno a poter tenere testa a Beirut.

La popolazione è nota per la sua ospitalità e l’offerta locale è sempre stata molto variegata in fatto di intrattenimento. Dallo Sky Bar al Biel Waterfront (noto anche come New Corniche), l‘atmosfera post-industriale ha fatto diventare da anni la città una specie di Berlino, perdendo quasi il soprannome di Parigi del Medio Oriente.
Con feste, ritrovi, appuntamenti che mettevano in calendario dai party hip-hop alla techno più folle e avanguardista, quello che resta è l’etere. Beirut Nights ormai è diventata l’unica alternativa per chi vuole un minimo di spensieratezza ed è intenzionato a dimenticare in fretta la tragedia sulle note della musica dance.
12.08.2020