• VENERDì 29 SETTEMBRE 2023
Costume e Società

L’Unesco a protezione della musica techno di Berlino

Secondo gli attivisti la scena della Capitale tedesca dovrebbe essere protetta dallo status di patrimonio mondiale

Sebbene sia ancora considerata l’ineguagliabile capitale mondiale della musica techno, la scena dei club nella città di Berlino vacilla a causa della pandemia che sta mettendo in ginocchio il settore. La gentrificazione della città e il crescente valore degli immobili minacciano l’esistenza del comparto legato alla scena techno cittadina.

Le trasformazioni dei quartieri popolari, spesso luoghi perfetti per lo sviluppo dalla musica elettronica locale, in zone abitative di pregio, con conseguente cambiamento della composizione sociale e dei prezzi delle abitazioni, mettono in secondo piano le attività dei dj e degli appassionati del genere, che ora si stanno radunando con la speranza di assicurare ai club lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco.

 

La cultura della musica techno oggi a Berlino è tutto ma sono in molti a pensare che avanti di questo passo, tra mode, rilanci municipali e restrizioni, potrebbe faticare a sopravvivere. Gli appassionati di musica di tutto il mondo si recano ancora nella capitale tedesca per visitare luoghi storici come come il Tresor e il Berghain. Una campagna a tutela di tali simboli ha portato a chiedere formalmente alle autorità locali di rivolgersi all’Unesco per proteggere questo lembo ricco di storia di cultura cittadina.

La popolarità della techno è esplosa in Germania dopo la caduta del muro di Berlino. Siti abbandonati come centrali elettriche, capannoni industriali e fabbriche forniscono da anni l’ambiente perfetto per il pubblico dei club in modo questo possa esprimere musicalmente la sua libertà. Alcuni dati diramati dalla stampa nazionale stimano che circa almeno 100 club hanno chiuso nell’ultimo decennio in città.

Dr. Motte, Alan Oldham ed Ellen Allien uniti per la campagna Unesco, in un’immagine tratta dalla pagina Facebook di Rave The Planet

Alan Oldham, dj di Detroit che vive da anni a Berlino, ha affermato all’Observer che il riconoscimento dall’Unesco aiuterebbe a proteggere i luoghi chiave. “La protezione dell’Unesco farebbe davvero molto per mantenere vivo il vecchio spirito della techno, qui. Luoghi storici come Tresor e Berghain, ad esempio, sarebbero protetti come punti di riferimento culturali”.

“Tanti locali hanno chiuso negli ultimi sette anni. In altre città sarebbe normale ma non qui, non in questa che è una città diversa, dove i club e la scena creativa sono un indotto incredibile per la stessa Berlino”, ha concluso Oldham. Il supporto per la campagna è guidato dall’organizzazione Rave The Planet con sede a Berlino, che afferma la scena techno berlinese e che da tempo chiede anche il ritorno della Love Parade.

 

 

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Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.

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