• SABATO 03 GIUGNO 2023
Esclusiva

Bicep: Belfast-Londra andata e ritorno

Il duo nordirlandese e il loro nuovo album, a metà tra world music ed elettronica. Un disco attesissimo. Ce l'hanno raccontato gli autori

Foto di Dan Medhurst 

Il 2021 sarà un anno di grande, grandissima musica elettronica. Tantissimi gli album in arrivo, molti dei quali già annunciati e anticipati da uno o più singoli; tra i primi ad irrompere in scena quest’anno, i Bicep, il duo formato dai nordirlandesi Matt McBriar e Andy Ferguson, in uscita proprio oggi (venerdì 22 gennaio) con l’album ‘Isles’ per l’etichetta Ninja Tune. Abili come pochi altri a miscelare world music ed elettronica, house, electro, percussioni giapponesi e cori bulgari, i Bicep si sono raccontati e hanno raccontato il loro nuovo album in questa intervista in esclusiva italiana per DJ Mag Italia.

 

Il vostro album si intitola ‘Isles’. Irlanda e Inghilterra, Belfast e Londra.
Matt: Quando abbiamo finito l’album non avevamo ancora un titolo, il nome è arrivato dopo. Isole come i tanti generi e stili che abbiamo attraversato per produrlo, forse un richiamo al fatto che abbiamo vissuto metà delle nostre vite in Irlanda e metà a Londra.
Andy: Due isole che si rispecchiano.
Matt: L’Irlanda è più techno, trance, melodica, Londra più deep, e risente senza dubbio di una serie di infinite influenze musicali. Da Londra più metterti in macchina o in treno e puoi viaggiare in tutta Europa, se sei in Irlanda e vuoi viaggiare devi prendere per forza un aereo. Nella nostra musica c’è tutto questo.

Da sempre nelle vostre produzioni non mancano i riferimenti se non addirittura i campionamenti di world music.
Andy: Anche in questo Londra ha il suo peso e la sua importanza, così come ne ha la nostra formazione musicale, fatta di ore ed ore trascorse nei negozi di dischi, a trovare spunti ed ispirazioni, a pensare come estrapolare una voce piuttosto che un suono e ad utilizzarli in un contesto a noi più congeniale. Tanti brani di ‘Isles’ sono partiti da un sample, da un vecchio brano, così siamo stati ispirati dall’hip hop d’annata come da registrazioni di percussioni giapponesi e cori bulgari.
Matt: Abbiamo preso spunto anche dal pop turco. Sul nostro sito bicepmusic.com/samples raccontiamo di tutti i campionamenti presenti nel nostro album e lo aggiorniamo di continuo.

Le tracce presenti nel vostro album seguono un ordine logico?
Matt: Abbiamo pensato a mettere in brani in sequenza soltanto dopo averli scritti tutti e non sono nell’ordine con il quale li abbiamo realizzati, anche perché eravamo arrivati a 150 demo. Ci siamo concentrati su quelli che abbiamo pensato potessero essere più incisivi, ma senza pensare ad una vera e propria scaletta. Magari lo faremo la prossima volta. Lo scorso anno ci siamo trovati con tutto il tempo che volevano per comporre musica e c’abbiamo dato dentro.

 

Com’è stato produrre un album durante un periodo senza serate e altri impegni “canonici” per chi vive di musica?
Matt: Tosto! Abbiamo lavorato molto di più in studio che in passato, così come ci siamo dedicati ai live in streaming. Lo scorso è stato un anno pessimo per quanto riguarda i mancati introiti, ma che ci ha concesso molto tempo per il nostro album, e nei prossimi mesi ci terrà molto impegnati nel presentarlo dal vivo.
Andy: Trascorrere molto tempo in studio ci ha consentito di studiare al meglio tutti i macchinari e conoscere meglio le tecnologie a nostra disposizione: adesso ne sappiamo molto di più anche per quanto riguarda video e grafiche, tutte nozioni che ci torneranno utili per i prossimi live.

Come vi immaginate la vita post COVID?
Matt: Quando tutto sarà finito magari penseremo che se non altro avevamo più tempo per rilassarci e fare le cose con calma. Ovviamente adesso che ci siamo dentro non smettiamo di pensare quanto ci manchino i festival ed essere in tour!
Andy: È tutto molto stressante, inutile nasconderlo. Spero soltanto che il nostro settore sappia ripartire al meglio, di ritrovarci tutti in un mondo migliore, da ogni punto di vista. E chissà quanti album ambient usciranno quest’anno.
Matt: Sicuramente questo è il periodo migliore per uscire con un album ambient, cosa comunque che non fa per noi!

Avete mai avuto paura di non riuscire più a vivere e mantenervi con la musica?
Matt: Entrambi siamo consapevoli che la musica sarà la nostra vita sino a quanto la barca non affonderà completamente. Se e quando i soldi saranno finiti diremo ‘ok, è stato bello’, ma non sarà una pandemia a farci capitolare.
Andy: Credo che la pandemia debba insegnarci a ripensare tutto il nostro settore e a capire che cosa debba essere migliorato. Se sapremo farlo, il tempo trascorso senza tour e serate non sarà trascorso invano, avremo comunque guadagnato e imparato qualcosa.

 

Siete nati e cresciuti a Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, dove la scena clubbing è sempre stata molto forte.
Matt: Nei primi anni Duemila frequentavamo lo Shine, cinque sale e serate da 3mila persone. Era come stare in cinque club diversi, dove a turno hanno suonato Richie Hawtin, Laurent Garnier, LTJ Bukem e i Chemical Brothers. Ogni sera era come andare ad un festival, quando in festival di fatto non esistevano ancora, con la possibilità di sentire generi musicali ogni volta diversissimi tra loro.
Andy: E non c’era Shazam, quindi ogni volta era un’emozione e anche un divertimento indovinare la traccia suonata o farsi trasportare dalle diverse session. Mi ricordo ancora la performance incredibile degli Underground Resistance!
Matt: C’erano tracce che sentivi anche due o tre volte prima di capire di chi fosse, o magari lo scoprivi mesi dopo e andavi subito con la memoria alla serata dove l’avevi ascoltata.

Londra è altrettanto fondamentale nella vostra formazione musicale. Che cosa cambierà con la Brexit?
Matt: Londra è una città sempre capace di ispirarti. Senza addentrarmi troppo in considerazioni politiche, la Brexit è un dato di fatto, non si può cambiare, ma non cambierà mai – ad esempio – quello che rappresenta un quartiere come East London. Ho sempre considerato Londra una realtà a parte rispetto al resto della Gran Bretagna, un vero e proprio microcosmo dove culture diversissime si miscelano, si integrano e insegnano tantissimo a chi ne fa parte. E questo, appunto, non cambierà mai.

 

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Dal 1996 segue, racconta e divulga eventi dance e djset in ogni angolo del globo terracqueo: da Hong Kong a San Paolo, da Miami ad Ibiza, per lui non esistono consolle che abbiano segreti. Sempre teso a capire quale sia la magia che rende i deejays ed il clubbing la nuova frontiera del divertimento musicale, si dichiara in missione costante in nome e per conto della dance; dà forfeit soltanto se si materializzano altri notti magiche, quelle della Juventus.

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