• SABATO 03 GIUGNO 2023
Festival

La Biennale flirta con la musica elettronica, e lo fa molto bene

Un modo diverso di approcciare la musica, ricco di contaminazioni e di spinte verso il futuro: la freschezza che forse manca al mondo asfittico del clubbing

Foto courtesy La Biennale di Venezia – © Andrea Avezzù

La Biennale è un’istituzione che si occupa di arte, cinema, musica, danza (e altro). È uno dei simboli di Venezia ed è una calamita per chiunque sia appassionato e curioso rispetto al nuovo, all’aria che tira, a ciò che nel tempo acquisisce poi un valore universale e perché no, popolare. Anche per quanto riguarda la musica la Biennale si muove su queste traiettorie, e l’ultimo mese ci ha dimostrato come il nostro mondo, quello del clubbing, ormai troppo spesso cristallizzato su coordinate e dinamiche rigide e poco aperte al nuovo, dovrebbe talvolta lasciarsi andare e cercare di gettare lo sguardo verso mondi attigui, verso quelle sperimentazioni che sì, spesso finiscono per appartenere più al mondo delle arti performative che a quello della musica intesa come fruizione da ballo e da puro ascolto; ma che invece, in altri casi, possono aprire le porte a possibilità nuove e a uno svecchiamento dello status quo. E dopo aver assistito a spettacoli molto diversi tra loro, averli lasciati decantare e atteso la fine della stagione, abbiamo fatto un piccolo bilancio e una riflessione in proposito.

La Biennale Musica 2022 ci ha portato dunque attraverso mondi laterali rispetto a una tipica serata in un club, facendoci immergere in suoni e modi di portare in scena la musica elettronica assolutamente contemporanei e anche futuribili. Certamente in questo senso sono esemplari due artisi come X.Lee e Abo Sound, già presenti lo scorso anno in Biennale con loro composizioni personali e tornati, stavolta insieme, con una performance in perfetto equilibrio tra dj set, live, installazione, campionamenti, utilizzo di macchine e suoni con grande maestria e controllo, e un light design di alto livello che ha certamente dato ulteriore forma a un act comunque ben preparato e studiato, e che ha convinto tutti gli spettatori presenti al teatro del Parco della Bissuola di Mestre. Sempre suggestiva ma un poco acerba, invece, la performance dell’artista anglo-nigeriana Klein, decisamente basica nell’utilizzodi suoni e produzione.

 

Ma la Biennale Musica non esaurisce certo qui la sua attrazione verso l’elettronica: il lavoro di Biennale College è ormai uno spazio consolidato di creatività e un vero e proprio incubatore per giovani talenti, oltre alle attività strettamente legate agli eventi. E poi, una volta che si decide di andare a Venezia per la musica, è bene tenere conto di tutti i concerti e gli appuntamenti musicali che la Biennale offre, perché c’è davvero da perdere la testa in surreali, improbabili, destrutturate interpretazioni di opere entrate nella storia, come The Return di Simon Steen-Andersen, un allestimento dinamico e performativo per Il Ritorno d’Ulisse in Patria di Monteverdi, riletto, anzi fatto a pezzi in un’opera contemporanea meta-meta-meta teatrale e musicale, assolutamente intrigante per la gestione di spazi e tempi scenici; oppure in un momento di totale astrazione come nel concerto di Mehdi Jalali, musicista persiano che in un’ora di spettacolo solo sul palco a suonare il tanbur, struemnto a corde della tradizione persiana e curda, ci riporta paradossalmente all’essenza della musica da ballo, quella della ripetizione, dell’iterazione, della ritmica e dell’armonia che ci inducono a una sorta di trance. Un momento mistico.

La Biennale Musica è un appuntamento che ogni appassionato di musica dovrebbe frequentare, con più voglia di sfida e di scoperta e meno ritrosia nei confronti della propria comfort zone. Così come la Biennale ci porta a riva le onde della novità artistica, lo stesso fa la Biennale Musica. Non è un caso che di anno in anno l’interesse e nei suoi confrotni crescano: l’edizione 2022 ha chiuso con 10mila spettatori, e non è poco. Speriamo che il futuro riservi a questa istituzione ancora più pubblico, ancora più entusiasmo, ancora più interazione anche con il nostro mondo, così come è sucesso in tempi recenti ed era successo con la magnifica mostra Electro nel 2019.

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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