Un’autobiografia è di fatto una lunga seduta dall’analista, in cui spurgare con disarmante sincerità i propri demoni e renderli pubblici, magari con l’aiuto di un premio Pulitzer come ha fatto Agassi. Non è facile scrivere un libro autobiografico tenendosi alla larga dall’autocelebrazione, ma Big Fish c’è riuscito. Merito di una personalità forte, ma non egocentrica, e di 25 anni di carriera fondati su conoscenza della materia, talento indiscusso, tanto buon gusto e molta discrezione. Il suo darsi senza riserve e senza filtri, traspare dalle pagine de ‘Il Direttore del Circo’, il libro che segna il suo debutto letterario, (230 pagine, Sperling & Kupfer). La parte autobiografica è limitata a una ventina di pagine introduttive che hanno come unico scopo quello di presentare l’autore e di raccontarne il background culturale, ma la svolta del libro è rappresentata dalle 200 pagine che seguono, un vero e proprio prontuario per “sopravvivere alla musica” (come recita anche il sottotitolo). Dopo avere letto un po’ di storia del rap italiano (e dei Sottotono), vi ritroverete tra le mani un manuale completo ed esaustivo dedicato a chi desidera avvicinarsi alla produzione discografica o sceglie di intraprendere una carriera artistica dedicata alla musica. Il tutto spiegato a chiare lettere, con parole semplici corroborate da aneddoti e siparietti divertenti. ‘Il Direttore del Circo’ è un must have per chi ama la musica, un libro elegante, di facile lettura e ben scritto. Ma soprattutto un libro utile.
30.05.2020