‘Past, present and future’, queste le tre parole con cui è stato introdotto il decennale di Brainfeeder, etichetta losangelina fondata da Flying Lotus nel 2008. Inizialmente Brainfeeder fu il nome del primo radioshow condotto proprio da Steven Ellison, poi apparve di nuovo come prima traccia del tribute album ‘Los Angeles’. In questi dieci anni la label americana è divenuta uno dei punti di riferimento non solo nel mondo della musica elettronica ma anche nel rinnovato panorama hip hop e jazz. A testimonianza dell’eredità che sta creando questo immaginario ci sono tutti quei rookie che oggi sono divenuti artisti conosciuti in tutto il mondo, da Thundercat a Kamasi Washington, da Jameszoo a Dorian Concept, senza dimenticare enfant prodige come Austin Peralta, che chissà quanto ancora avrebbe potuto dare alla musica se non fosse mancato tragicamente a soli 22 anni. Per celebrare un anniversario così importante il 16 novembre è uscita la compilation ‘Brainfeeder X’, una raccolta di 36 brani degli artisti del roster che vanta ben 22 inediti e collaborazioni illustri come quella tra i BADBADNOTGOOD e Thundercat nel brano ‘King Of The Hill’ o di George Clinton assieme a Woke. Non poteva mancare quindi una serie di showcase per festeggiare questo traguardo assieme ai fan e noi non potevamo perderci la data europea di Londra nel suggestivo scenario della O2 Brixton Academy.
Al nostro arrivo una coda chilometrica ci fa intuire che il sold out è stato ampiamente raggiunto ma il tutto viene gestito con la consueta professionalità di chi questi eventi è abituato a produrli da tempo, senza farsi sorprendere da nomi altisonanti o da overbooking dell’ultimo minuto. All’ingresso il pubblico riceve degli occhiali polarizzati per lo show 3D del buon Flylo. Intuiamo dunque che qualche cambiamento è stato fatto rispetto al Layer 3D Show degli scorsi anni. Ma questo pensiero ci abbandona quando guadagniamo l’ingresso allo stage dove Lapalux sta già bombardando il pubblico con staffilate wonky, glitch e downtempo. Non proprio il più morbido dei warm up, ma il producer di Essex non è certo noto per essere un artista delicato o amante delle mezze misure. Molto più moderato l’austriaco Dorian Concept, che con il suo live porta la dimensione lisergica delle tastiere attraverso un viaggio di virtuosismi e riff tecnicamente ineccepibili. La sua performance dura il giusto ed evita il rischio di essere ridondante o eccessivamente autocelebrativa. ‘J Buyers’ è il momento in cui il pubblico è più coinvolto e partecipe.
Ospite imprevisto – ma graditissimo – è Georgia Anne Muldrow che presenta il nuovo album ‘Overload’. Di lei l’iconico rapper Mos Def diceva: “E’ incredibile. Lei per me è come Roberta Flack, Nina Simone, lei è qualcosa di unico“. Ed effettivamente la Muldrow si dimostra una grande interprete, ma un’acustica non invidiabile e qualche intoppo con il riverbero della voce penalizzano eccessivamente la sua performance, un vero peccato per lei e per il pubblico. Veloce soundcheck per tastiere, batteria e basso mentre viene portato sul palco l’amplificatore Marshall che fa intuire l’arrivo di Thundercat. Il bassista, oramai vero braccio destro di Flying Lotus in tutte le sue scorribande, è osannato come spetta agli headliner e se pensiamo che la prima volta che venne in Italia eravamo circa un centinaio sotto il palco a supportarlo ci rendiamo conto di quanto velocemente passi il tempo. Il suo live è breve, cinque brani che condensano forse un po’ ingenerosamente la sua carriera, ma a livello tecnico e di tenuta del palco il trio non è secondo a nessuno. Sono duemila le voci che sovrastano Brunner ad ogni ritornello sino al punto che, divertito, il bassista californiano lascia cantare il pubblico prima di congedarsi con una doverosa e sentita dedica nei confronti di Austin Peralta e Mac Miller.
Se fossimo ad un incontro di boxe il ring announcer direbbe che è tempo di Main Event perché Flying Lotus sta per salire sul palco. Pochi fronzoli per lui che armato di microfono saluta quasi timidamente l’O2 Brixton Academy adesso completamente gremita. Si parte con ‘Getting There’ e poi si vira verso la reinterpretazione della soundtrack di Twin Peaks di Lynch e Badalamenti, una citazione colta che cede il passo a qualche estratto di ‘You’re Dead’. Lo show però decolla quando ‘Stonecutters’ e ‘Pickled!’ colpiscono duro ed oltre alle proiezioni 3D si scatena sul pubblico una tempesta di laser efficaci e di altissimo livello. Da qui in avanti Flylo inanella un successo dietro l’altro concedendosi una breve pausa solo per ‘Coronus, The Terminator’. C’è tempo anche per molto materiale inedito prima della chiusura con ‘Never Catch Me’, sicuramente d’effetto. Ellison prima di lasciare il palco lancia però un enigmatico segnale:
“The fire is coming…wait 2019”
Che si tratti del tanto atteso nuovo album? Presto per dirlo. Ma aver proposto moltissimi inediti può essere un segnale oltre che una degna chiusura di uno spettacolo che dovremo attendere a lungo prima di poter rivedere, purtroppo.
24.12.2018