Il vinile, oltre ad essere il feticcio di ogni dj e di ogni appassionato di musica – le diatribe vinile vs digitale sono tutt’oggi infinite, è un tema che ormai se la gioca con grandi classici come “è nato prima l’uovo o la gallina?” – è anche un trend in ripresa e in crescita nel mercato musicale globale degli ultimi anni. Se il formato CD è praticamente morto, il downloading sta vivendo momenti di forte ribasso e lo streaming sembra ormai essere la modalità di fruzione principale tra gli ascoltatori di musica, il vinile è prepotentemente tornato di moda. Un po’ per la presunta superiore qualità del suono, un po’ perché è indubbiamente affascinante, un po’ perché “fa figo”. E quindi, aprono aziende che stampano dischi, aziende che producono dischi, e aziende che devono sopperire alle richieste di materiale per la stampa dei dischi. Le famose “lacche di vinile”, appunto. Una di queste, una delle più importanti del mondo, si trova in California. Si chiama Apollo Masters e insieme alla giapponese MDC è la principale produttrice di lacche.
Il dramma è che il 6 febbraio il magazzino della Apollo Masters a Banning, in California, è andato a fuoco, distruggendo completamente le lacche e lo stock dell’azienda. Un disastro da cui la Apollo Masters faticherà a riprendrsi, come hanno detto i prorpietari alla stampa locale. Oltre al disastro privato per la Apollo, il problema è più ampio, di portata mondiale. Essendoci pochissimi fornitori di lacche di vinile, la perdita di uno dei principali player del settore mette a rischio l’intera produzione di dischi in vinile per i prossimi mesi, e le ripercussioni sul mercato rischiano di essere gravi.
10.02.2020