Andiamo in vacanza. DJ Mag come ogni estate sarà in edicola per due mesi, con il numero doppio di agosto/settembre. Abbiamo in copertina Gigi D’Agostino, il più inafferrabile e discusso tra le star italiane. Ce ne racconta delle belle. djmagitalia.com invece non chiude per ferie. Siamo sempre qui, con serenità e felici per il nostro lavoro, per il lancio di un sito rinnovato e sempre più ricco nell’offerta. Felici per tutto il seguito e il sostegno che ci date voi lettori, e felici anche per le numerose polemiche e discussioni che generiamo, a volte con la voglia di buttarvi la pulce nell’orecchio, a volte nostro malgrado. Concedeteci però di spendere due parole su questo fenomeno, sul continuo battibeccare che scalda gli animi e che sinceramente negli ultimi tempi sembra aver preso una piega un filo esagerata, tra haters veri, polemisti di professione e leoni da tastiera che talvolta travalicano il confine del rispetto e della buona educazione, sul nostro sito come altrove.
DJ Mag è una rivista che racconta ciò che succede nei club e nel mondo della musica elettronica, che amiamo tanto quanto voi che ci leggete. Le critiche sono belle e aiutano a crescere, quando sono costruttive. Se invece sono semplici insulti, prese di posizione, offese gratuite (peggio ancora quando diventano personali), sono inutili, dannose. Negli ultimi anni il panorama musicale è cambiato parecchio. Se la dance e la cultura legata alla musica “da discoteca” fino a pochi anni fa venivano percepite inevitabilmente come qualcosa di laterale, di alternativo, o addirittura come qualcosa di “serie B”, oggi le cose stanno esattamente al contrario. La dance ha preso il posto del rock, del pop. Le grandi produzioni pop sono affidate ai producer dance – spesso sono addirittura loro le star, in prima persona – e i festival radunano centinaia di migliaia di spettatori, privilegio un tempo riservato esclusivamente al mondo del rock’n’roll. Diplo e Calvin Harris hanno iniziato come “alternativi”, hanno imposto il loro suono e hanno ribaltato la situazione. David Guetta volantinava in spiaggia per le sue feste a Ibiza, oggi è Re Mida. Benny Benassi era un resident delle discoteche emiliane, si è trovato a produrre Madonna e Chris Brown. Per andare sul mondo underground, Jon Hopkins lavora con i Coldplay; Four Tet e The Black Madonna hanno un mare di fan; Sven Väth era l’outsider per eccellenza e oggi è un distinto signore tedesco da cachet con tanti zeri, champagne in consolle e due mesi di detox in Thailandia ogni anno. È normale che noi raccontiamo queste storie. È normale inseguire ciò che accade di nuovo, se siete lettori onesti sapete che siamo spesso i primi a segnalare e scommettere su nomi mai sentiti prima, soprattutto italiani. A spingerli, a parlarne, a insistere. D’altro canto, se fenomeni come Gianluca Vacchi vengono pompati dai fan e anche (soprattutto?) da chi vorrebbe esserne detrattore e invece gli regala pubblicità gratuita, è nostro dovere fare la cronaca anche di tutto ciò. Piaccia o meno.
Quello che voglio dirvi è che il panorama è cambiato, ed è onesto affrontare con serenità la questione. Sarebbe bello anche per noi continuare a fare i finti paladini delle cose minori, di un mondo minore, di un mondo che si compiace di essere all’opposizione. O che si piange addosso con finta umiltà e tanto livore per non essere più al centro dell’attenzione, come capita a diverse realtà nel nostro Paese. Essere perennemente all’opposizione è molto più facile, si può criticare cosa non va e sperare che ai nobili venga tagliata la testa. Ma stare dall’altra parte, passare dall’altra parte, significa essere criticati. È molto bello vedere che i ragazzi di sedici, vent’anni si incazzano con il sistema e vogliano rovesciarlo. Sano. Giusto. Poi però, se ci si riesce, bisogna accettare che qualcun altro voglia a sua volta rovesciare il nuovo sistema. Ecco, la dance e la club culture sono il sistema che ha rovesciato il tavolo, EDM o techno, house o trap, siamo noi adesso a dettare le regole. Tutto è più liquido, non ci sono più confini netti. Facciamocene una ragione e affrontiamo con maturità e orgoglio questo periodo splendido e rigoglioso per la dance. Che non significa essere acritici, ma semplicemente consapevoli.
Ci scoraggia leggere certi insulti proprio per questi motivi: quando lanciamo una provocazione, quando abbiamo un approccio polemico o corrosivo, lo facciamo con la massima onestà e e con l’intento di farvi ragionare su cosa accade, in modo obiettivo. Nessuno vuole convincervi della bontà di certe cose a priori, come fanno tanti, spesso con più interessi e scheletri nell’armadio di quanto diano a vedere. Il nostro è l’approccio più difficile, ma speriamo di riuscire ad essere costruttivi, a indurre ragionamenti e non dogmi, a non imporre gusti e opinioni preconfezionate ma a fare in modo che chi ci legge possa sviluppare uno spirito critico e culturale. La nostra vuole essere una rivista autorevole, non autoritaria. Vogliamo lettori appassionati, curiosi e intelligenti, non fan devoti e senza spirito di osservazione.
È il miglior augurio che possiamo farvi, insieme a quello di buone vacanze, naturalmente. Felici, serene. E perdonate la banalità della foto con un favoloso panorama marino, ma siamo in pieno agosto e ci calza a pennello.
07.08.2017