Il 2 marzo 2021 ci lasciava Claudio Coccoluto. Un momento non soltanto triste, ma anche di grande, enorme impatto per la nostra comunità, un momento in cui tutti noi abbiamo avvertito la sensazione che qualcosa sarebbe cambiato per sempre. Perché Claudio Coccoluto non è stato “semplicemente” uno dei più grandi dj di tutti i tempi, in assoluto, e senza dubbio. Ma era una figura costantemente al centro del dibattito culturale, capace come nsssuno di essere “uno della notte” e un personaggio rispettato a livello istituzionale come culturale, forbito e preparato per non sfigurare al Maurizio Costanzo Show come in una commissione culturale o nella giuria di Sanremo, per citare alcuni episodi cardine della sua carriera.
Ma l’eco della sua persona non è destinato a spegnersi. Non nei nostri cuori, e nemmeno a livello discografico. Esce infatti proprio oggi, 2 marzo, ‘Trip’, un album postumo che raccoglie in vinile, come da dicitura sul disco, dieci tracce “scritte e prodotte da Claudio Coccoluto tra il 2004 e il 2020”. Dieci pezzi che diventano dodici nella versione digitale e streaming, per un disco disponibile appunto in vinile, digitale, streaming e cassetta. Con la produzione esecutiva di Gianmaria Coccoluto per EIII e di Sergio Cerruti per Just Entertainment e con la direzione artistica di Giuseppe d’Alessandro.
Un album composto fondamentalmente di session da cui trasdua divertimento e voglia di stare in studio a cazzeggiare, registrare, produrre, sperimentare, un modus operandi che non fatichiamo a immaginare pensando a Coccoluto in studio tra macchine e software. Un ritratto che forse ci racconta il Claudio maturo della seconda parte della sua carriera meglio di una banale raccolta di hit e di brani noti. Un album di cuore, con atmosfere elettroniche, deep, chill, rarefatte e spesso in bassa battuta, a testimoniare quanto il Cocco dei metà anni ’00 e degli anni ’10 fosse certamente sempre un grande maestro house e della danza, ma anche innamoratissimo di ritmi e suoni “altri” che l’hanno portato non verso una ricerca del successo da radio, come capitato a diversi colleghi (con risultati talvolta spettacolari, talvolta biasimevoli se non ridicoli), ma verso una libertà creativa sempre maggiore, sempre più ibera da etichette e da schemi mentali vari.
‘Trip’ è tutto questo: è un album gradevole, ben strutturato, divertente e divertito; è un lavoro postumo prezioso; è soprattutto un testamento musicale che ci restituisce, a saperlo leggere in controluce, la voglia di remare costantemente controcorrente di un dj animato sempre da una insaziabile curiosità e volontà di essere non-banale, non-scontato. La lezione più grande che ci ha lasciato Claudio.
02.03.2023