Foto: Frazer Harrison/Getty Images for Coachella
Il 2020 è un anno scombussolato e complicatissimo per la musica dal vivo, i festival hanno quasi tutti rinviato al 2021. Nonostante in alcune aree del mondo la pandemia si sia attenuata – che non significa debellata o sconfitta, ricordiamolo sempre – altrove, ad esempio negli Stati Uniti e in Sudamerica, il virus è ancora molto forte in termini di contagi e di vittime.
In questo scenario, Coachella, uno dei più grandi e importanti appuntamenti su scala globale, ha deciso di cancellare definitivamente l’edizione 2020, prevista inizialmente in aprile, come sempre, e poi slittata a ottobre, viste le condizioni generali. Una previsione che si è rivelata ottimistica, fatti alla mano. Così, come già successo ad altri festival (ricordiamo, ad esempio, Nameless, che aveva tentato di riprogrammare l’evento sul finire dell’estate, ed è stato costretto ad alzare bandiera bianca rinviando all’anno prossimo), Coachella rimanda al 2021. Lo rivela Billboard US in un articolo dove a parlare è Dan Beckerman, chief executive di AEG, società promoter di Coachella.
Bekcerman afferma che la crisi metterà a rischio moltissimi lavoratori di AEG, colosso dell’intrattenimento. E poi parla di Coachella, sostenendo che l’idea è quella di far tornare il festival nella primavera del 2021, anche se in forma ridotta rispetto al solito, quindi con meno spettatori e, immaginiamo, con un numero ridotto di palchi e strutture. E poi, a seconda di come andranno le cose, di poter allestire un’edizione completa nell’autunno del prossimo anno. Una strategia a medio termine che potrebbe risultare vincente. Intanto, in Europa festival come Primavera Sound o I-Days stanno già promuovendo in modo massiccio le edizioni del 2021, tra conferme e novità in line up. Insomma, mentre in USA la cautela è ancora grande, dalle nostre parti si riparte con un certo ottimismo. Sperando di avere ragione.
10.06.2020