Allargare gli orizzonti, portare la musica dance elettronica là dove giovani e futuri consumatori, ma anche quelli più attempati, possano essere colpiti da una produzione musicale ritmata e ricca di energia. È l’intenzione delle case discografiche, spesso major, desiderose di rinfrescare e rimettere in discussione i propri cataloghi.
Andando oltre la pratica dei mash-up, ideale per performance dal vivo da parte dei dj, è il remix a dare una ventata di aria fresca a un mercato come quello musicale che vive di alti e bassi, a volte fermo, in stallo, a volte ricco di sorprese. Un remix ti cambia la vita e ti fa rinascere rimettendo in gioco tutto.
Lo si è notato nel mese di aprile del 2014 quando Walt Disney Records, a distanza di tre anni dall’uscita di ‘Tron: Legacy Reconfigured’, con brani dei Daft Punk strapazzati da gente come Paul Oakenfold, Boys Noize, Kaskade o Avicii, e forte della joint venture con Universal Music, pubblicò ‘DConstructed’, successi tratti colonne sonore e rivisti da top dj come U.N.K.L.E, Mat Zo, StoneBridge e tantissimi altri. In quella occasione la ‘La Bella Addormentata’, ‘Dumbo’ o ‘Re Leone’ sono stati rivitalizzati da suoni potenti, da club e festival mainstream.
E se la melodia di ‘Let It Go’ (da ‘Frozen’) di Demi Lovato ha faticato a trovare spazio nella stesura ricostruita di Armin Van Buuren, rivive in ‘Ralph Spacca Internet’ in chiave pesantemente EDM big room. Passando dai film d’animazione alla fantascienza e non solo, come il tema portante di ‘Inception’ di Hans Zimmer reinventato da Cyberdesign, si incappa nel remix della overture di ‘Star Wars’ ripensata da Moby per un viaggio infinito in una progressive tech che ha fatto rizzare i capelli al maestro John Williams.
Chi si è meravigliato di sentire la versione di Tiësto per ‘Dead Man’s Chest’ o di ‘He’s A Pirate’, hit tratte dai ‘Pirati dei Caraibi’, resterà inoltre allibito davanti a ‘Misty Mountains (Cold)’, tratto da ‘Lo Hobbit’ e nella visione nerd di Mark Justice. Senza contare John Murphy che ha curato il singolo ‘Taxi (Ave Maria)’ tratto dal film ’28 Giorni Dopo’ e remixato da Jacknife Lee.
Al di là dei remix a opera di sconosciuti, come quello del ‘Gladiatore’, spesso si va a finire su risultati che strizzano l’occhio alla trance. Perché? Se siete un dj produttore, fate una prova: a dei groove, sommate le parti, spesso scritte in modo epico, di violini, armonie sognanti e arpeggi: vi accorgerete che il risultato sarà spesso vicino a mondi progressivi.
Ma non è detto, per ‘Pacific Rim’ sia Blisskrypt che Ajurika hanno spaziato nel dubstep. L’hip-hop deve essere il genere invece preferito da Jon Ecks che ha fatto propria, a suo modo, la original di ‘Resident Evil’. UNKLE, sempre lui, amante della pratica, ci ha dato dentro in ‘The Walking Dead’. Per chiudere, poteva mancare la synth music di ‘Night Call’ di Kavinsky, proveniente da un lungometraggio come ‘Drive’ (‘Tick of the clock, Chromatics’)?
05.01.2023