Un evento dance al Forum d’Assago di Milano è incredibilmente un evento più unico che raro. Pochissimi sono i precedenti fortunati. Ricordo piuttosto qualche clamoroso flop che mi induce ad un atteggiamento low profile nei giorni precedenti all’evento che vacilla durante l’intervista dei fratellini Guy e Howard Lawrence con Albertino nel pomeriggio di Radio Deejay. I ragazzi arrivano carichi, amano Milano, il Duomo, il cappuccino e le prevendite stanno andando a gonfie vele quindi mi convinco che forse questa sarebbe stata la volta buona, che forse anche Milano per una sera potesse somigliare a qualsiasi altra capitale europea e mondiale ospitando un evento senza chitarre e cantanti in un palazzetto dello sport. L’utopia è vera solo in parte, l’iperbole d’obbligo. I Disclosure in “full live band” suonano gli strumenti e spesso sono accompagnati dai prestigiosi featuring. Per il momento ci dobbiamo accontentare del suntuoso Brendan Reilly che sul finale emoziona il Forum con “Moving mountains”. L’epilogo con “Latch” è da lacrime agli occhi. Calma però. Avvolgiamo indietro il nastro con il filtro rewind di Snapchat e torniamo all’inizio. L’uso impeccabile dei laser e delle luci è evidente fin dalle prime note che sono quelle della versione editata per l‘introduzione di “White Noise” che insieme a “F for You” scalda gli animi come da manuale. L’estetica dei visual è curata e si sviluppa tra silhouette e colori accesi ma non disturbanti. Segue un blocco dedicato al nuovo album dove tra “Jaded” e “Magnets” giganteggia “Omen”. “You & Me” ci divide dal secondo dei tre blocchi dedicati a “Caracal” che va via in maniera decisamente elegante. La quiete prima della tempesta. Il passaggio tra “Bang that” e “When a fire starts to burn” è da brivido. Sei, sette minuti di techno scura e acida che ricorda per certi versi i migliori Chemical Brothers e crea un’atmosfera incredibile. È sicuramente lo sneak peak della serata che si conclude in discesa con “Latch” in versione karaoke. È bello ed emozionante vedere un pubblico eterogeneo di oltre settemila persone (il Forum settato sulla capienza ridotta è una soluzione da tenere parecchio in considerazione) ballare e cantare canzoni che sono fuori dal circolo vizioso dell’heavy rotation radiofonica come “Superego”, “Nocturnal” o “Hourglass” a dimostrazione di come un pubblico attento là fuori esiste. E non è per niente scontato. I Disclosure hanno dimostrato solidità e centralità attraverso un live show ben costruito, pulito, senza sbavature e molto inglese nelle citazioni. Dire che i due fratelli di Reigate abbiano raccolto l’eredità dei Daft Punk e dei Chemical Brothers non è per niente blasfemo. Peccato che i featuring non siano sul palco, almeno un paio sarebbe fantastico ma per questo dobbiamo essere prima protagonisti sulla cartina geografica della musica elettronica. Se i presupposti sono quelli visti ieri sera direi che siamo sulla buona strada.
17.02.2016