Sappiamo com’è andata a finire la storia ed anche se non ci è andata giù dobbiamo accettarlo. Ad un mese di distanza da quello che assume i contorni di uno scioglimento ufficiale, molti fan dei Daft Punk ancora non si danno pace. Sebbene sia legittimo interiorizzare certi momenti nel modo che ciascuno di noi ritiene più opportuno, l’effetto nostalgia gioca, e giocherà sempre, un ruolo molto importante per le nostre emozioni. Forse questo è uno dei motivi per cui è iniziata una folle corsa nel tentativo di accaparrarsi un cimelio in mezzo ai tanti prodotti dedicati al due francese. Inutile spogliarsi di ogni malizia e credere che questa sia l’unica causa, poiché da diversi mesi il fenomeno del collezionismo, soprattutto in alcuni settori, ha visto le proprie quotazioni impennarsi in modo isterico e talvolta illogico. La nascita degli NFT (non fungible token) risponde pienamente alla forte domanda del mercato e la sua applicazione in ambito artistico ha già destato l’attenzione di alcuni illustri nomi tra cui il celebre Aphex Twin.

La conversione dall’oro alla ricerca di un nuovo bene rifugio, sia esso una criptovaluta o una performance artistica, è un fenomeno di cui tenere conto e da non sottovalutare, poiché attribuire ad un elemento culturale questo valore sarebbe idealmente un enorme passo in avanti. Ma l’altra faccia della medaglia è quella legata alle speculazioni, con indici di prezzo costantemente aggiornati, oscillazioni di mercato in tempo reale e molta voglia di monetizzare su rarità e pezzi unici. Così accade che la replica del casco originale dei Daft Punk sia venduta al “modico” prezzo di 22.000 dollari, o che le figurine stampate in occasione del lancio di ‘Discovery‘ valgano attualmente 400 dollari l’una. La colonna sonora di Tron Legacy, nella sua versione speciale per il decennale del film, è quotata circa 250 dollari, mentre la replica dei guanti venduta tramite asta online su Etsy ha superato i 300 dollari.
Il discorso si fa più spinoso quando si inizia a parlare di alcuni white label come la ricercatissima first press di ‘Homework‘ o lo straordinario remix di ‘Disco Cubizm‘ di I:Cube. Si inizia a parlare di trattative riservate per evitare che meccanismi antipatici, per esempio i bot, possano interferire con l’acquisto o far variare il prezzo di mercato in modo totalmente irrazionale. Insomma, ancora una volta l’effetto nostalgia diventa motore di acquisti onerosi, che il bambino dentro ciascuno di noi non avrebbe mai potuto assecondare, ma ora quel bambino è cresciuto e ha potere di spesa. Se prima però la prospettiva era quella di assecondare unicamente un personale guilty pleasure ora sappiamo che attorno a questo mondo c’è un’economia che deve essere in qualche modo analizzata. Pensate se domani il vostro artista preferito decidesse di mettere all’asta una canzone, una solamente come pezzo unico, riservato al più rapido e accanito fan. Voi cosa fareste?
24.03.2021