• SABATO 03 GIUGNO 2023
Recensioni

Le due anime di David Guetta nel nuovo album ‘7’

27 tracce divise tra pop, house, collaborazioni prestigiose e la voglia di stare contemporaneamente in classifica e anche nei club

Annunciato da tempo e accompagnato dalle fanfare in grande stile (date un’occhiata alla foto della limousine che gira per Milano) è uscito ‘7’, nuovo album di David Guetta che presenta una grande quantità di tracce (ben 27) distribuite in un doppio album. Doppio come le anime della superstar francese. Le avvisaglie le avevamo avute già nel suo tour nei palazzetti lo scorso inverno, e nelle serate estive: Guetta è da tempo una star del pop, parte della sua produzione è ormai ben piantata nel mainstream, mentre la sua anima da dj vuole divertirsi con un suono più esplicitamente da club senza troppi fronzoli. 

Foto: Instagram Linus

Così ‘7’ si divide tra il disco smaccatamente pop, dove la cassa in quattro non compare quasi mai, e dove i featuring sono quelli di chi vuole mantenere alto il numero e il livello di hit: J Balvin, Bebe Rexha, G-Eazy, Jess Glyne, la storica Sia, e altri nomi che garantiscono l’airplay e le views; e il disco house, quel mixtape a nome Jack Back in cui si parla il linguaggio dei club. Se nel disco 1 si va a colpo sicuro, con qualche cambio di direzione già sentito nei mesi scorsi (‘Drive’ con Black Coffee e Delilah Montagu o la frizzante ‘Like I Do’ con Martin Garrix e Brooks), il secondo raccoglie e incanala la voglia di Guetta di essere appunto un dj producer e togliersi lo sfizio di non pensare da imprenditore, con tracce molto ben riuscite come ‘Reach For Me’, ‘Back And Forth’ o ‘Inferno’, il ripescaggio di vecchie hit (il remix di ‘Just A Little More Love’ con Chris Willis) e di leggende house come CeCe Rogers. Non tutto il disco regge il livello, alcuni pezzi fanno numero, ma sulla distanza la media è buona. Fosse un esordiente parleremmo di un album tech house decisamente convincente.

A conti fatti, David Guetta, classe 1967, vent’anni abbondanti di carriera sulle spalle, e il peso di trovare stimoli e non ripetersi a ogni uscita (e non è facile quando sforni successi globali da oltre dieci anni), riesce a restare in campo con una presenza tutt’altro che marginale. E questo suo surfare in bilico tra mainstream estremo e voglia di tornare alle origini è lo specchio di un periodo di grande incertezza nella dance; sta finendo un decennio di successi impensabili per il genere, sta tramontando un’epoca, e nell’attesa di capire come cambierà il cielo, per un artista del suo calibro dev’essere rigenerante lasciarsi alle spalle l’EDM e pensare in modo schiettamente pop, da un lato, e tornare alle origini, al porto sicuro della house, dall’altro.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
14.09.2018

 

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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