Il collega Albi Scotti ci aveva visto giusto, e forse scherzato su, con l’articolo sulle cover che David Guetta non aveva ancora ripreso, rimaneggiato e trasformato in singoli propri. Appena uscita ‘I’m Good (Blue)’, la community vicina al dj francese si riservò il tempo di stappare bottiglie di champagne proprio mentre gli haters più incalliti iniziarono a criticarne le mosse discografiche. Con la consapevolezza che tutto avrebbe avuto un seguito.
E il tripudio di commenti è giunto puntualmente all’apice, come supposto, giorni fa con l’ennesima e incredibile performance di Guetta, che, accompagnato da Coi Leray, all’Ultra Miami ha presentato il nuovo, esplicito e spudorato singolo ‘Baby Don’t Hurt Me’, chiaramente ispirato dall’immortale hit di Haddaway, ‘What Is Love’, targata 1993, trent’anni fa. Un’altra semi cover, un’altra intensa influenza dagli anni Novanta, con il coinvolgimento in studio della già citata Coi Leray e anche di Anne-Marie.
Un altro, prevedibile, botto. Evidentemente, a Guetta piace vincere facile. Ulteriore singolo mega poppeggiante, ‘Baby Don’t Hurt Me’ è il follow-up perfetto sia per chi è nostalgico e sia per chi nei Novanta non era nemmeno nato. Un proseguo mangia streaming di ‘I’m Good (Blue)’, che, vogliamo scommettere, macinerà dischi d’oro e di altri preziosi metalli. Con due popstar, come Anne-Marie e Coi Leray, e con la contemporaneizzazione e riqualificazione sonora di una storica e mondiale hit (al vertice nelle chart di 13 paesi), Guetta va ancora sul sicuro.

La ricetta è la solita: ritornello collaudato, stesura contemporanea, qualche barra di rap che fa tanto griffe modaiola ed è successo scontato. Guetta non si schioda dall’iter produttivo e delle tendenze della dance da classifica e resta nella sua comfort zone: aveva già remixato ‘Satisfatcion’ di Benny Benassi, riproposto ‘Better Off Alone’ di Alcie Deejay in ‘Play Hard’ e prodoto innumerevoli bootleg e semicover negli ultimi anni. E poi, dopo un decennio in cui ad essere ripresi sono stati gli anni Ottanta, ora il revival è tutto per i Novanta, e se parliamo di dance, è un’età dell’oro con un serbatoio infinito da cui pescare (gli amici di Guetta Black Eyed Peas hanno giusto campionato Scatman di recente…). D’altronde per le sperimentazioni è sempre pronto a convocare l’amico Morten o celarsi dietro a brand come Future Rave o Jack Back. Intelligente o furbo, David non ne sbaglia una.
12.04.2023