Lush & Simon sono una coppia di dj e produttori italiani molto considerati dalla scena EDM internazionale. Con ‘What We Started’ insieme a Don Diablo e Steve Aoki hanno fatto il botto. E proprio Steve li ha invitati a suonare al suo party all’Hakkasan di Las Vegas, uno dei superclub più famosi e celebrati di questi anni. Sarebbe stato bello intervistare i nostri due eroi nazionali su questa esperienza, ma un’idea ancora migliore è quella di lasciare loro carta bianca, permettendgli di raccontare senza filtri la loro esperienza in prima persona. Un diario di viaggio. Così ho contattato Simon che in mezzo ai suoi numerosi impegni in studio e in giro per serate, ha trovato il tempo di scrivere queste righe. Gli cedo volentieri lo spazio per raccontare questa entusiasmante avventura, che sono sicuro vi appassionerà come ha appassionato me nel momento in cui l’ho letta. Buon viaggio!
Prima di un lungo viaggio è sempre difficile dormire, ancora piu difficile se quel lungo viaggio ti porterà ad una delle serate più importanti della tua carriera, la festa di compleanno di Steve Aoki all’Hakkasan di Las Vegas. Eravamo pieni di pensieri e non sapevamo se saremmo riusciti ad organizzare tutta la parte live dell’esibizione: la versione intro di ‘The Next Level’ pochi giorni prima di partire sembrava impossibile da realizzare, ma grazie alla collaborazione di tutto il nostro team siamo riusciti a trovare un videomaker con tutti i permessi necessari per filmare all’interno del locale (filmare dentro un locale a Las Vegas è quasi impossibile), a contattare il guitar center di Las Vegas per affittare una chitarra in tempo, e a chiudere gli accordi con chi ha curato tutta la parte live dell’esibizione.
Dopo una notte insonne, dopo 15 ore di volo in cui sono collassato con “Alla ricerca di Nemo” in loop nello schermo (e nelle cuffie), finalmente arriviamo all’ aeroporto di Las Vegas dove una sobrissima limousine dorata ci stava aspettando agli arrivi, e subito chiediamo all’autista di accompagnarci a prendere la famosa chitarra. Tutto per il meglio, sembra. ma ecco la bella sorpresa.
La Fender Stratocaster
Arriviamo davanti il negozio – e ce ne eravamo accorti tutti, ma nessuno ci credeva o aveva il coraggio di dirlo – il negozio era chiuso. Increduli. Chiamo subito il proprietario e gli chiedo spiegazioni, lui risponde che si era dimenticato e che sarebbe riuscito a tornare dopo 40 minuti, lo aspettiamo, chiacchieriamo con l’autista che gentilmente mi ha fatto guidare la sua limo dorata (un’esperienza unica!), ci beviamo un caffè. Inganniamo l’attesa, ma siamo piuttosto agitati perché mancano solo 4 ore alla festa e dobbiamo ritirare lo strumento, andare al club, fare il soundcheck e sistemarci. Finalmente arriva il proprietario, ci consegna questa bellissima Fender Stratocaster e letteralmente voliamo a fare il soundcheck. Tutto alla perfezione, contentissimi ed emozionatissimi per la serata andiamo a mangiare qualcosa e finalmente abbiamo tempo per rilassarci un po’.
Come in un film
Che vuoi fare a Las Vegas? Decidiamo per un giro ai famosi Casinò e ragazzi, è proprio come si vede nei film! Slot machine capaci di stregarti, milioni di dollari in giro, voglia irrefrenabile di buttarci lì in mezzo a giocare. Ma fortunatamente riusciamo a trattenere le tentazioni, e da bravi ragazzi ci dirigiamo al locale. Il proprietario ci fa entrare dal retro e arriviamo in consolle, da dove si vede il locale completamente pieno di persone e il dj resident che comincia a scaldare la pista, uno spettacolo incredibile, difficile da raccontare a parole. Un’emozione grande. Riconosco Louis dei One Direction, Ryan dei LOUDPVCK, il fratello di Steve Aoki e la madre, era come vivere in un film; dopo qualche minuti arriva Steve che va ad abbracciare la madre e il fratello e si siede accanto a noi a scambiare quattro chiacchiere. È incredibile come quell’uomo riesca a trasferire la sua tranquillità a chiunque abbia accanto, è bastato che dicesse “non vedo l’ora di vedere cosa avete preparato per stasera” per farmi tranquillizzare, convincendomi che tutto sarebbe andato bene. E allo stesso tempo è stato capace, con quelle parole, di elettrizzarmi ed eccitarmi come non mai.
Steve fa il suo show, degno di lode come sempre, riesce a creare qualcosa che non ho mai visto creare a nessun altro con il suo pubblico, e in quel caso, giocando in casa, l’atmosfera era ancora più calda. Arriva il momento di ‘What We Started’, la nostra collaborazione assieme a lui e Don Diablo, traccia con cui Steve chiude i suoi set. Il momento dove ci invita a salire sul palco con lui, ed è sempre un momento magico, dove la gente canta, noi ci abbracciamo, è veramente difficile spiegare l’atmosfera che si crea durante quella canzone, anche se non è la prima volta che ci capita non ci abitueremo facilmente a questa sensazione fantastica.
Tocca a noi!
Poi la canzone finisce, Steve ci presenta al pubblico, la chitarra è pronta, Lush manda in play l’intro su cui avrei dovuto suonare. È arrivato il momento. Comincio a fare tutto quello che mi ero studiato, con le gambe tremanti arrivo al ritornello, vedo migliaia di cellulari rivolti verso di me che riprendevano, avevo raggiunto il primo obiettivo, suscitare la curiosità del pubblico; mi volto verso Steve e lo vedo seduto sulla casa monitor che mi guarda sorridendo, Louis dei One Direction (con cui durante il set di Steve avevamo scambiato amichevolmente una decina di shots) che mi fa il segno del “vai alla grande” e la mia adrenalina che arriva alle stelle, durante il solo. L’intro è finito, parte un boato dalla gente, io per poco non scoppio a piangere dall’emozione, ma questo non è il tempo delle lacrime, è il momento di demolire il club e facciamo partire subito la seconda traccia. Dopo due ore di set, un back to back finale con Steve, altri shots con Louis, alle 6 del mattino la pista è ancora piena, ma ci dicono di staccare, cosa che facciamo sempre a malincuore, mettiamo l’ultima traccia, salutiamo il pubblico ringraziandoli del calore che ci hanno dato alla nostra prima data negli Stati Uniti, prendiamo chitarra e cuffie e andiamo a in hotel. La festa è finita.
Viva Las Vegas
Dopo 3 ore di sonno a causa del jetlag mi arriva un messaggio su whatsapp da Steve, mi dice: “the guitar move was fuckin sick bro, really like that, thanks for everything and see you soon”. Ok. Rileggo. Realizzo. E il messaggio mi fa 10 volte l’effetto di un caffè e mi dà una carica incredibile.
Passiamo tutta la domenica in giro per Las Vegas, ce la godiamo da veri turisti scattando qualche foto, ingozzandoci di hamburger, incontrando persone, amici che non vedevamo da tanto e dopo aver cenato con l’ennesimo hamburger torniamo all’Hakkasan. Suonano i DVBBS e vogliamo fargli un saluto. Incontriamo di nuovo Louis che ci invita a bere qualcosa con i suoni amici e noi accettiamo volentieri, inconsapevoli che quell’invito ci avrebbe fatto tornare in camera alle 6 del mattino. Ma questa è una parte del nostro viaggio che non vi raccontiamo, un po’ di mistero è giusto lasciarlo, no? Il giorno dopo salutiamo Las Vegas e torniamo a Milano, passando per Londra. Tutto sembra essere durato un secondo, o una vita. Di sicuro è stata una delle più belle esperienze che questo lavoro ci ha regalato, uno di quei sogni che diventano realtà e che ripagano di tanti giorni e notti passati davanti a un computer per cercare latraccia giusta, la nota giusta, il suono giusto. Soddisfatti di essere stati i primi artisti EDM ad aver suonato una chitarra su uno dei club più ambiti del mondo, dove ogni giorno passano personaggi come Calvin Harris, Tiësto, Drake e molti altri, non smetteremo mai di ringraziare Steve per tutto questo. Las Vegas è stata conquistata, ora non ci resta che conquistare tutta l’America.
Simon (Lush & Simon)
30.11.2016