Quali sono i dj che hanno suonato a più festival nel 2019? Festicket, anche quest anno, ha la risposta a questo curioso quesito.
Il primo posto è occupato dal belga Lost Frequencies che, con le sue 49 presenze, stacca la seconda classificata di ben dieci posizioni. Charlotte de Witte, la cui parabola ascendente sembra non avere fine, è al secondo gradino del podio seguita a ruota dai numeri 1 della nostra Dj Mag Top 100 Djs 2019, Dimitri Vegas & Like Mike. La quarta piazza è occupata da un’altra, richiestissima dj donna, Amelie Lens. Con 26 apparizioni chiude il quintetto Martin Garrix, sempre sulla cresta dell’onda grazie agli impressionanti show che, anno dopo anno, riesce a sviluppare grazie al suo rodato team (soprattutto visual, e con una nutrita presenza di talenti italiani).
La classifica offre alcuni spunti interessanti. Prima di tutto notiamo che il dj più “ubiquo” non è un ticket seller di primissima fascia. Il fatto che Lost Frequencies – n°20 della Top 100 Djs 2019 – abbia totalizzato ben 49 apparizioni è legato sicuramente al profilo crossover e catchy che è riuscito a crearsi ma anche all’oggettivo successo della sua musica (quasi 9 milioni di ascoltatori mensili solo su Spotify). Non conosciamo il cachet dell’artista ma possiamo ipotizzare che la cifra relativamente abbordabile se comparata ad artisti più costosi come DV&LM o Martin Garrix – abbia permesso a un numero maggiore di festival anche di media grandezza di averlo in line up.
Secondo, il trend delle female techno dj appare ancora una volta solido e, anzi, in ascesa. Charlotte de Witte, Amelie Lens, Peggy Gou, Nina Kraviz, Nastia e molte altre sono entrate a pieno regime nella scena techno mondiale surclassando il successo di molti colleghi uomini. DV&LM, sebbene totalmente sorpassati dal punto di vista musicale, rimangono fissi nell’immaginario comune come sinonimi di festa, energia e divertimento. La loro partnership con Tomorrowland sembra aver garantito loro un altro anno sulla cresta dell’onda. Perlomeno dal punto di vista delle date on the road.
Onda che Martin Garrix cavalca dall’uscita di ‘Animals’, nel lontano 2013. Investimenti significativi nello sviluppo di stage design sbalorditivi, scelte manageriali azzeccate, una costante esposizione mediatica sincera e diretta unita ad una connessione emotiva profonda creata da tracce quasi sempre fresche (e gli va riconosciuto che la sua musica, dai tempi di ‘Animals’, si è evoluta parecchio ed è maturata in modo encomiabile) e da un vlog molto curato gli garantiscono una certa longevità. Certo è che per averlo in line up il cachet che i promoter devono mettere in conto è corposo – si parla di cifre a cinque zeri – tuttavia, quando si parla di musica dance, rimane senza dubbio uno dei top ticket seller mondiali.
20.02.2020