• SABATO 02 NOVEMBRE 2024
Esclusiva

La DJ MAG Top100 Djs 2024 e lo spaccato dello showbiz della consolle

È uscita la DJ MAG Top100 Djs 2024. Ecco la nostra analisi, tra certezze, novità e un mecato in costante trasformazione

Foto: Louis van Baar

Ormai da qualche anno la musica elettronica, in tutte le sue declinazioni, può essere considerata il nuovo pop, e con pop intendiamo proprio genere popolare. Si può trovare in quasi ogni situazione della vita quotidiana e non solo: nelle radio, nelle pubblicità, è la protagonista dei più grandi eventi al mondo, sia di settore, vedi Tomorrowland, che in festival eterogenei come Sziget e Lollapalooza. I dj riescono a riempire piazze o il Madison Square Garden in pochi minuti (basti pensare a Fred again.. e Skrillex), guadagnano cifre astronomiche (molto spesso ingiustificate), e muovono proprio l’economia dei posti in cui vanno a suonare. Tutto ciò unito al mondo dei social, in cui il trend e la moda la fanno da padrone, e in cui molti artisti fanno vedere solo i lati positivi e divertenti di una vita troppo spesso spinta al limite (a volte anche perchè la “vita spericolata” attrae), spinge una larga fetta di giovani e giovanissimi a sognare di ritagliarsi un posto tra le consolle più importanti del mondo.

Questo ragionamento perchè quando tutti gli anni, il giorno successivo la pubblicazione della classifica, si parla con gente del settore e con appassionati ed esperti vari, spesso i commenti sono cose tipo “ma come è possibile che quell’artista non ci sia?”, “eh ma dai, ma un nome così, come fa ad essere più in alto in classifica rispetto a una leggenda?”.

Ma è qui che c’è l’errore alla base del pensiero di questa posizione. Il mondo della musica – e non solo, perchè è un concetto che può essere esteso ad ogni settore – non è solo quello visto attraverso gli occhi di chi lo vive dall’interno. La DJ MAG Top 100 Djs è una classifica a votazione del pubblico, punto. Quindi, al di là di ovvie eccezioni che si confermano trascendere tra esperti e meno esperti in senso positivo, e al di là di gusti personali, è normale trovarsi di fronte a qualche risultato che ad alcuni fa storcere il naso. Esempio R3HAB alla #18 fa dire: seriamente? Beh vi possiamo garantire che lo scorso anno all’AMF, un evento da 40mila persone in uno stadio, lui è stato uno dei più acclamati. E non bisogna stupirsi di leggere nomi ancora presenti nella top 30 come Steve Aoki (#12), Alan Walker (#13) o Nicky Romero (#25), giusto per citarne alcuni.

Il podio
Ci si poteva scommettere, perchè con le riflessioni fatte prima era sicuro che il vincitore sarebbe stato uno dei tre. In ordine troviamo il vincitore Martin Garrix, David Guetta alla #2 e Dimitri Vegas & Like Mike alla #3. Questi ultimi sono saldi sul podio da tantissimi anni, d’altra parte essere visti come resident di Tomorrowland, il festival numero uno al mondo, è una certa vetrina. Si meritano il podio? Domanda legittima. I primi due invece sono vere e proprie pop star, inutile girarci intorno. Il prodigio olandese vince per la quinta volta a soli 28 anni, grazie a una struttura del progetto con un focus estremamente preciso che riesce a raggiungere il pubblico più vasto possibile con semplicità e una spontaneità in grado di conquistare chiunque, anche chi si afferma suo hater. David Guetta quest’anno è al secondo posto, ma possiamo dire con tutta probabilità che rimane forse il dj più influente e più importante per la musica elettronica degli ultimi vent’anni. Come Tiësto quest’anno alla #23 e Armin Van Buuren di cui parleremo dopo, sono riusciti a fare appassionare alla consolle persone di qualsiasi età.

Foto: Instagram @arminvanbuuren

La top 10
Appena scesi dal podio ci sono due nomi che sicuro faranno discutere. Il #4 è Alok, che quest’anno abbiamo potuto vedere a Snowland e all’Amnesia, ma che comunque rimane un artista che nel nostro Paese “è quasi sconosciuto”, mentre in Brasile è osannato a divinità. Ed è qui che va fatto un ulteriore passaggio rispetto ai ragionamenti dell’introduzione. La musica non ha barriere, e con lo streaming è ormai facilmente fruibile da praticamente chiunque, ma bisogna considerare che è inevitabilmente legata al territorio in cui viene prodotta, e l’artista diventa automaticamente l’idolo che si vuole imitare. Il Sud America è principe di questa filosofia (in generale, basti pensare ad esempio al calcio), e votare il proprio beniamino e fargli raggiungere un risultato eccezionale come la quarta posizione in una classifica mondiale, è segno di orgoglio e di riconoscenza nei suoi confronti. Il posto numero #6 di una leggenda come Armin Van Buuren è la conferma della sua versatilità di adattarsi ai tempi, e della sua capacità di fare ancora appassionare nuovo pubblico e di non aver mai smesso di farlo con le generazioni precedenti. FISHER, grazie a una residence all’Hï e una personalità a dir poco prorompente sia sui social che dal vivo, è riuscito a risalire 12 posizioni e posizionarsi alla numero #8. Vintage Culture ha pubblicato un bel disco, ‘Promise Land’ che gli ha permesso di scavalcare alla #9 una Peggy Gou che “fresca di disco” scivola alla 10. Possiamo dire con serenità senza essere presi di mira che il suo album ‘I Hear You’ è stato un flop? Alla quinta e alla settima troviamo rispettivamente Timmy Trumpet e Afrojack. E probabilmente queste “posizioni nostalgia” sono quelle che coloro che lavorano nella musica, cioè quelli di cui parlavamo prima, comprendono meno. Non c’è da discutere il passato, soprattutto per l’artista olandese che ha segnato un’epoca contribuendo in modo significativo allo sviluppo e alla “commercializzazione” di un genere musicale. Ma ha ancora senso vedere questi nomi in una top100 nel 2024? Parere personale? No, certo che no. Ma analizzando i ragionamenti di prima, non deve stupire che siano artisti con milioni di followers, milioni di streaming, con canzoni che si sentono ovunque ad essere quelli più votati.

Foto: Instagram @vintageculture

Nuove entrate (tante)
Tra i nuovi nomi in classifica salta sicuramente all’occhio quello dei Meduza alla posizione #100. Il trio italiano si sta guadagnando sempre più rispetto grazie alla versatilità delle canzoni e dei set che difficilmente possono annoiare. Mau P al #91, ci fa capire che finalmente non è più “quello di ‘Drugs From Amsterdam’. Il ragazzo olandese è ormai un peso massimo del genere. Non stupiscono le due nuove entrate più alte: Anyma e Keinemusik: ormai entrambi i live possono essere definiti come i places to be per appassionati e non. Il progetto solista di Matteo Milleri, membro dei Tale Of Us, che in pochi anni dalla sua nascita ha garantito qualità nelle produzioni settando uno standard in quello che è il mondo melodic techno, e alzando l’asticella dei live con show mozzafiato targati Afterlife in grado di lasciare a bocca aperta chiunque, si piazza alla #17. Tra dicembre e gennaio avrà una sorta di residency alla Sphere a Las Vegas (ben 8 date in poco più di due settimane): dove lo troveremo il prossimo anno? L’altra nuova entrata scontata è quella firmata appunto Keinemusik al #35, la crew di Adam Port, &Me e Rampa (e di Reznik e della direttrice creativa Monja). I live del trio sono ormai tra i più richiesti (protagonisti anche della chiusura dell’Hï), grazie anche ad alcune canzoni che in poco tempo sono diventate molto virali (vedi ‘Move’, indubbiamente la hit dell’anno). Hanno il merito di aver portato ai più un genere come l’afro house che, nonostante avesse già avuto la sua rivincita con artisti come Black Coffee (#24 quest’anno), non aveva ancora raggiunto il grande pubblico. Va sottolineato anche come la loro sia un’altra storia che rappresenta bene gli alti e bassi della popolarità: questi tre suonano insieme da quasi vent’anni, sono stati tra gli underground heroes per eccellenza a lungo, e proprio ora che hanno fatto un salto di fama senza tradire il proprio sound, sono spesso criticati da chi li ha osannati per lungo tempo. That’s life, that’s music.

 

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A proposito di ‘places to be’ (titolo del singolo più di successo del suo 2024 in collaborazione con Aanderson Paak), Fred again.. sale di qualche posizione e raggiunge la #28. L’artista britannico è forse il ticket seller per eccellenza con tour e date sold out in pochissimi minuti. Gli va riconosciuta la sua genuinità e la sua passione nel fare musica e nel comunicare con i fan. Le sue canzoni trasudano emozioni e i suoi concerti, perché di veri e proprio concerti parliamo, sono coinvolgenti e sono una delle esperienze migliori alle quali partecipare, garantiamo noi. Il suo caro amico e compagno di diverse consolle Skrillex, dopo il ritorno sui palchi dello scorso anno, scivola indietro di due posizioni fino alla #19, mentre il terzo del trio delle meraviglie dello scorso anno, Four Tet, purtroppo, manca all’appello. Ed è un peccato perché se pure meno appetibile in un mercato di massa come quello in cui viviamo ora, garantisce una finezza e una ricercatezza in ogni cosa che fa. Fatevi un regalo, e ascoltate l’EP che ha pubblicato giusto qualche giorno fa con uno dei suoi alias.

 

La techno domina?
Meno di quanto ci si potesse aspettare, e parla molto al femminile. Charlotte de Witte alla #16 conferma che la dj belga è ormai un’istituzione della consolle, come Amelie Lens alla #41 (probabilmente ha perso qualche posizione vista la pausa doversoa dovuta alla recente maternità, altro fattore che in futuro sarà sempre più presente nel mondo della consolle) . Jamie Jones e Carl Cox rimangono saldi in alta classifica, rispettivamente alla #30 e #31. L’hard techno viene rappresentata in primis da Reinier Zonneveld alla #26, dalla new entry in classifica, Sarah Landry alla #75, che quest’anno è stata una punta di diamante del genere. L’highest climber è Indira Paganotto, che sale ben 48 posizioni arrivando alla #49. La Psy Mama con la sua Artcore Records è riuscita a conquistare un pubblico sempre più vasto con un suono incisivo e riconoscibile.

 

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Cosa ci rivela questa classifica?
La DJ MAG TOP100 Djs, anche nel 2024, si conferma un evidente indicatore che permette di avere uno sguardo reale su ciò che è la visione e il gusto generale del grande pubblico, perchè per fortuna (o per sfortuna, dipende dalle opinioni), la musica elettronica non coinvolge più solo una nicchia di appassionati, ma si è ritagliata un posto in prima fila nella vita di ognuno di noi. E – cosa da non sottovalutare – rappresenta uno spaccato fedele di quello che spesso non consideriamo come tale, presi dall’amore per la musica nella sua forma più pure e idealizzata: lo showbiz. Show business. Il mercato, che piaccia o no, gioca un ruolo fondamentale negli equilibri della fama, della diffusione, della popolarità di brani, generi, locali e dj.

 

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