• SABATO 04 OTTOBRE 2025
Esclusiva

DJ MAG TOP100 Djs 2025: il vero gusto del pubblico e un sistema sempre più complesso

È stata svelata la DJ MAG TOP100 Djs 2025: ecco il nostro racconto e la nostra analisi per comprenderla al meglio

Foto: Benedict Priddy

È finalmente arrivato quel momento dell’anno. Il più discusso. Il più chiacchierato. L’altra notte, in quello che probabilmente sarà votato nel 2026 come club numero uno al mondo, [UNVRS], è andata in scena la cerimonia che ha portato all’annuncio della classifica DJ MAG TOP100 Djs 2025. “La” classifica per eccellenza, quella che crea sempre polemica, ma che inevitabilmente è il paramentro con cui si basano molte cose nel nostro mondo: dalle quotazioni di mercato dei DJ agli obiettivi degli haters (sì, nel 2025 esistono ancora e lottano, per fortuna non insieme a noi); per chi invece decide di farci sopra riflessioni, ma anche sane critiche costruttive, la Top 100 offre spunti di riflessione e ragionamento su quella che è realmente la percezione e il gusto generale del DJ-verso, perchè ricordiamo che le votazioni vengono effettuate dal pubblico, e tutto ciò permette appunto di ragionare sulla situazione della musica elettronica vista non attraverso gli occhi degli addetti ai lavori.

 

Il podio
Al primo posto torna la superstar francese, David Guetta, che conquista la prima posizione per la quinta volta nella sua carriera. Come lui, nella storia, solo Amin Van Buuren e colui che quest’anno si prende la posizione numero due: Martin Garrix. I due artisti si contendono ormai il primato dal 2016 (tranne nel 2019) e rappresentano il perfetto connubio tra la musica elettronica e il pop, e sono stati in grado anche quest’anno di scalare le classifiche mondiali a colpi di hit.

Il dj parigino si conferma una delle personalità più influenti degli ultimi vent’anni. Questa stagione è stato anche il protagonista di una doppia residence a Ibiza: all’Ushuaïa con il party ‘F*** Me I’m A Famous’, e con ‘Galactic Circus’ al nuovo locale della Isla, nonché place to be dell’anno, lo [UNVRS]. La versatilità e la capacità di adattare la propria selezione musicale in base alla situazione ne hanno sicuramente consolidato la posizione. E poi, al netto dei gusti personali e in tutta onestà, Guetta gioca ormai un campionato a parte: è un brand gigantesco che ingloba qualsiasi aspetto del mercato musicale, è un artista – in realtà, una factory – che produce hit super pop come tool da pista come brani crossover. Parliamo di un DJ che ha fatto due sold out allo Stade de France in pochi minuti per le date di giugno 2026, e probabilmente potrebbe farne un terzo. Possiamo pensare che forse la vetta di questa classifica sta diventando monotona, ma se guardiamo a numeri, mercato, pubblico, il verdetto è assolutamente aderente alla realtà.

Stesso discorso per Martin Garrix alla #2, che scende sì di un gradino nonostante i vari singoli pubblicati, ma che rimane fisso sul podio, ed è una sorta di “young Guetta”, con tutto che ovviamente parliamo di un ex-ragazzino prodigio che ha saputo poi mettere a fuoco una carriera senza passi falsi, facendosi brand ma restando capace di trasmettere a chi lo segue tutta la sua identità.

Al terzo posto troviamo Alok. Il dj brasiliano approda in top 3 e, come avevamo già detto lo scorso anno, se in tanti si chiedono come questo sia possibile, in pochi ragionano sul fatto che questa classifica è una votazione internazionale del pubblico. Alcuni artisti che per il pubblico europeo sono poco conosciuti e che raramente si esibiscono sul nostro territorio, in altre parti del mondo sono osannati. In Sud America (regione principe dell’esempio per cui si cerca di supportare con ogni mezzo i propri idoli) infatti è stato il più votato.

Foto: Louis van Baar

La top 10
Alla #10 c’è Anyma. Il founder di Afterlife ha vissuto un anno ricco di successi: la residency sold out alla Sphere di Las Vegas come primo artista elettronico, la residency a [UNVRS], il nuovo album ‘The End Of Genesys’, i nuovi show ‘Quantum Genesys’ (che verrà presentato tra pochi giorni alle piramidi di Giza) e ‘Æden – Augmenting The Desert’ che verrà presentato addirittura sul palco principale del Coachella. È il secondo artista italiano di sempre a entrare in top 10, il secondo più in alto di sempre dopo l’ottava posizione di Mauro Picotto nel lontano 2001. Onestamente, stupisce un po’ non vederlo ancora più in alto in questa classifica vista anche la presa sul pubblico e l’hype che riesce a creare ad ogni annuncio. Ma ci sarà tempo, considerando che è entrato in classfica solo l’anno scorso.

Alla #9 troviamo Charlotte De Witte, posizione che la incorona come la numero uno tra i (e le) dj techno. Dopo essere stata protagonista di diversi show gratuiti organizzati nelle strade e nelle piazze di diverse città del mondo (lo scorso aprile anche in Italia, a Milano) è stata la prima artista lo scorso luglio, ad aprire e chiudere il mainstage di Tomorrowland nello stesso giorno. È ormai prossima a pubblicare il suo primo album, il 15 novembre sulla propria label, KNTXT. Un anno magico in cui ha gestito in modo impeccabile performance e posizionamento, senza volersi infilare in circuiti che ne avrebbero forse messo in discussione la credibilità, ma senza rinunciare a tante occasioni in cui ha dimostrato di poter radunare un pubblico enorme e affezionato (gratis ma anche a pagamento, e questo significa davvero molto).

Dalla #8 alla #4 troviamo invece tante (troppe?) riconferme di questa classifica. FISHER (dj house numero uno di quest’anno), sale di un posto scavalcando Afrojack, Armin Van Buuren (artista trance numero uno) conquista la #5 e scavalca Timmy Trumpet e appena fuori dal podio ci sono i resident di Tomorrowland Dimitri Vegas & Like Mike.

Foto: Fille Roelants

Il resto della classifica
Leggendo il resto della classifica stupiscono diverse posizioni che credevamo più alte. Una su tutte la #33, quella del fenomeno ticket seller per eccellenza degli ultimi anni, Fred again... L’artista britannico, reduce da un tour italiano insieme ai Parisi (grandi assenti in questa classifica, ma ci arriviamo dopo) e pronto a pubblicare nelle prossime settimane ‘USB002’, perde 5 posizioni, “battendo” di un posto gli Swedish House Mafia. Il super gruppo svedese è stato protagonista di due set memorabili a Tomorrowland, tra i più apprezzati di sempre.

Stesso discorso vale per i Meduza. Il trio italiano guadagna 8 posizioni rispetto allo scorso anno e raggiunge la #92. Dopo un anno di successi, tra cui la vittoria della loro idea di show, cioè il loro live Meduza³, che li ha portati ad essere tra gli headliners di eventi come il Kappa FuturFestival e di guadagnare una residency di 16 date all’Hï di Ibiza, club numero uno al mondo, ci aspettavamo di vederli più in alto (e se lo sarebbero meritato, lasciatecelo dire). E ancora Eric Prydz (alla #37) che quest’anno a [UNVRS] ha presentato il nuovo Holosphere 2.0.

La più alta nuova entrata è alla #48 e l’ha conquistata il founder di Solid Grooves, Michael Bibi. Dopo aver sconfitto, com’è noto, un brutto tumore, il ritorno in consolle di uno degli esponenti di maggior rilievo del genere tech house è una vittoria – in tutti i sensi – di cui tutti siamo entusiasti. Sara Landry alla #62 è la numero uno tra gli artisti hard, mentre Solmun è colui che guadagna più posizioni (ben 33) arrivando alla #55.

 

I grandi assenti
Tanti sono gli artisti che mancano in questa classifica e che forse avrebbero meritato una posizione molto più di altri. Diversi sono italiani, come i due giganti della consolle Joseph Capriati e Marco Carola, founder rispettivamente di Metamorfosi e Music On che da anni dominano le stagioni di Ibiza, riempiono club e dancefloor dei festival di tutto il mondo e sono amatissimi dal loro pubblico; un altro è Enrico Sangiuliano, tra i più stimati nomi del panorama techno, che con la sua temporary label ‘NINETOZERO’ e con il suo show ‘From Silence To Silence’ sta settando standard sempre più alti. O ancora i Parisi, i due fratelli che si sono guadagnati il Grammy Award per aver lavorato con Fred again.. ad ‘Actual Life 3’. Il pupillo dei Meduza e Solomun, Genesi, che conta diverse uscite proprio su Aeterna e Dynamic e che è uno dei producer più apprezzati della scena internazionale.

Tra le altre esclusioni eccellenti, come non menzionare Diplo. Hitmaker per eccellenza che da quasi vent’anni (da solo, con i Major Lazer, con b2b e con featuring) fa ballare intere generazioni. O ancora Innellea, artista che strizza l’occhio alla melodic techno, ma estremamente eclettico e che ha fondato da poco la sua label, ‘belonging’, con la quale ha pubblicato la compilation ‘Finding Home’. Impossibile non citare l’assenza anche dei RÜFÜS DU SOL, capaci di portare dj set e live che sono delle vere e proprie esperienze immersive in cui perdersi. Chiudiamo questa lista di esclusi d’oro con Four Tet, uno dei producer più geniali, prolifici e versatili del nostro tempo.

 

 
 
 
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Analizzando le posizioni dei 100 artisti presenti ci sono tre aspetti che bisogna esaminare e che crediamo possano essere fondamentali per capire al meglio i voti del pubblico. Il primo è quello di cui abbiamo già parlato quando abbiamo abbiamo approfondito il podio, ed è proprio la territorialità e il fatto che non bisogna mai soffermarsi solo su ciò che vediamo in Italia, o in Europa. Il mondo è grande, gli artisti tanti e non è detto che tutti riescano a emergere ovunque.

Il secondo fattore riguarda la nostalgia e il famoso “ritorno dell’EDM”. Tolti hitmaker che potremmo definire “pop” come Calvin Harris, fa strano vedere ancora nelle prime trenta posizioni dj come Don Diablo e Alan Walker. Eppure sono artisti che hanno calendari al limite dell’umano.

Il terzo elemento da tenere conto è “la moda del momento”: ad esempio i Keinemusik, che sono il fenomeno social degli ultimi due anni (ci sono molti più telefoni alzati anche rispetto a show come Afterlife, in cui la parte visiva gioca un ruolo fondamentale), guadagnano 15 posizioni, mentre ad esempio Peggy Gou, senza la hit scala classifiche e “instagrammabile” dell’anno, esce dalla top 10.

La musica, in generale, ormai per fortuna di alcuni e sfortuna di tanti altri, non è più solo passione e amore, ma anche business, social e tanto altro. Il campionato dei DJ è diventato la Champions League, per soldi in ballo, produzioni (in studio e in tour), e tutto ciò che ci gravita intorno. Quindi è un attimo trovarsi catapultati a volare sull’Olimpo, ma ci vuole poco per scivolare giù e ritrovarsi con i piedi a terra. Lo sanno bene tutti quei nomi che appaiono e scompaiono nelle posizioni medio-basse, dove il management pensa sia fatta quando si è investito in campagne e tour per un paio d’anni, dove i social spingono sull’acceleratore, ma dove poi viene a mancare una continuità che possa garantire amore del pubblico, serietà e costanza.

Se da fuori sembra un circo dove è facile andare in scena e guadagnare milioni, sappiate che oggi più che mai è difficile e complicato entrare in un sistema che pretende tanto, spreme molto e non sempre restituisce il tanto agognato successo, in tutte le sue accezioni.

 

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