Premessa doverosa: questo è un articolo che sta tra il serio e il faceto, da leggere sia con spirito di approfondimento (l’argomento si presta a un’analisi lunghissima e sviscerarlo a fondo è davvero compito arduo) sia con leggerezza, perchè alla fine le bufale fanno sorridere e questo approccio è quello forse più efficace per smontarle.
Daft Punk, vero o falso?
Come avrete sicuramente letto qui sul nostro sito, in questi giorni stiamo assistendo a una bulimica sovraesposizione dei Daft Punk, senza che peraltro i due abbiano mosso un dito (come sempre, del resto). Prima il sito alive2017, ancora in attesa di verifica (è un fake? è plausibile?), poi l’ospitata dei Robot Rock a Radio Deejay da Albertino. Una semplice tribute band che però diventa subito virale grazie ai caschi, a un video girato con i toni epici dell’arrivo dei due Daft originali in radio, e con lo scherzo svelato solo dopo qualche ora e non immediatamente. Tutto questo gioco, architettato decisamente bene, è bastato a generare un certo hype. Alive2017 invece ha fatto proprio esplodere il web, come si dice. I Daft Punk sono un emblema delle bufale, di come sia facile costruire dei fake su internet: non si espongono mai, restano in silenzio mediatico per lunghissimi anni, non hanno nemmeno dei visi riconoscibili e dei profili personali da cui smentiscono o confermano i rumors che li riguardano. Sono il feticcio perfetto per mettere in atto quel tipo di campagna mediatica che serve a fare click e a generare un certo movimento – e a farci capire quanto creduloni possiamo essere, tutti.
Il mio nome è Aphex Twin
Un altro “bersaglio” molto facile è Aphex Twin, altro artista “evanescente” che non si concede molto ai media e che, dopo anni di silenzio, ha pubblicato prima l’album ‘Syro’ un paio di anni fa, e poi lèep ‘Cheetah’ la scorsa primavera. Il suo stile, personalissimo e quindi immeidatamente riconoscibile, ma nell’era della riproducibilità tecnica assolutamente imitabile, ha dato il via libera a numerosi fake che pubblicavano loro composizioni su YouTube e Soundcloud spacciandole per originali aphexiani. E in molti, sulle prime, ci sono cascati, sia perchè Aphex Twin utilizza spesso titoli simili a codici o comunque privi di senso logico e/o grammaticale, sia perchè la mancanza o la latitanza di profili ufficiali (o l’apertura di profili “altri” da parte dell’artista, come nel csaso dell’account Soundcloud da cui ha regalato diverso materiale originale d’archivio) rendono credibile o lascinao il beneficio del dubbio a molti. L’intento, qui è da un lato la presa in giro del fan, ovviamene, dall’altro il tentativo di mettersi in mostra e di fare una pubblicità originale alle proprie produzioni.
DJ Mag Top 100 Djs
E qui parliamo di noi. La classifica più famosa del settore è oggetto di culto e anche di qualche denigrazione (guardate la nostra pagina Facebook per leggere il simpatico commento di qualche genio che insiste nel definirla “inutile”: ma intanto sono lì a commentare e aspettare che esca). In ogni caso, è seguitissima e genera ogni tipo di discussione e commento. Un bel gioco che diventa ancora più divertente quando iniziano a comparire i leak delle presunta lista ufficiale – poi puntualmente smentiti – su qualche blog. Ci provano in molti, sembra un pronostico scontato, in genere invece si sbagliano. Ma la Top 100 Djs di DJ Mag rappresenta lo specchio della popolarità dei dj, e il suo esito significa per i manager e i promoter impostare il lavoro dell’annno successivo. Perciò ha un fascino e un’importanza altissimi, e di conseguenza diventa oggetto di bufale e fake. Che appaiono, puntuali, nei giorni precedenti alla cerimonia (tenete d’occhio il web i questi giorni, dunque, e fatevi qualche risata con noi).
Sesto Potere
Nel linguaggio comune (e dopo il film di incalcolabile valore storico di Orson Welles), si dice Quarto Potere quello della stampa, così forte da poter pilotare e veicolare le opinioni, pubblica e popolare. Negli anni ’70 un altro film, Quinto Potere di Sidney Lumet, parafrasava Welles e metteva enfasi sul potere che dalla stampa era passato alla TV, il nuovo media che riusciva ad essere così persuasivo e affascinante da soggiogare il mondo intero. Nell’era del web, possiamo addirittura azzardare l’esistenza del Sesto Potere, quello della Rete appunto, e volendo anche del Settimo, quello dei social, rete nella rete. Senza voler apparire distopico o tirare in mezzo la politica (nel nostro Paese è facile fare un collegamento diretto, ma non crediate che all’estero non ci siano corrispettivi più o meno velati o forti), è chiaro come intenet sia capace di creare mostri e veicolare opinioni, in modo molto rapido e senza alcun controllo. Tanto che le leggende metropolitane vengono spesso assunte a verità inconfutabili, pur in totale assenza di prove. Così si creano anche i buoni e i cattivi: i Daft Punk sono costantemente celebrati nella loro assenza, Ten Walls vittima di una gogna mediatica sicuramente meritata ma eccessiva e prolungata nel tempo, Gigi D’Agostino il re dei social, e così via. Fenomeni circoscritti nel mondo reale diventano pagine cliccatissime e format nati sul web fanno i milioni (Boiler Room, per fare un esempio contemporaneo, ma anche gli Youtubers).
https://www.youtube.com/watch?v=TuoDSYSWceI
Il web non è cattivo, è lo specchio di ciò che siamo. Mette in risalto tanta stupidità che prima esisteva ma rimaneva sopita o di cui ci si vergognava, ma permette tantissime evoluzioni inaspettate: eventi in diretta, distanze accorciate, nuove formule per fare cultura o intrattenimento. Certo il suo potere è enorme. E tornando al discorso iniziale, tutto può essere bufala e fare milioni di click. Tanto la smentita, il controllo, il fact checking, arrivano sempre dopo. E questo fa il gioco sia di chi si getta nella mischia in modo grossolano per fare qualche soldino con il clickbait e la pubblicità, sia chi in maniera più maliziosa fa cascare titoli e frasi tecnicamente corrette ma in realtà bugiarda (mi viene in mente un blog che si pubblicizza dicendo che alcuni grandi nomi internazionali si raccontano “in prima persona”, quando poi non è così, è solo l’autore a raccontare queste storie come fossero in prima persona, artificio letterario un po’ povero). Ci divertiamo molto, ma è nostro dovere prestare attenzione, più di quanto occorreva in passato, perchè un giornale era una fonte autorevole, lo davamo per scontato, mentre oggi mettiamo in discussione i canali tradizionali (anche i giornalisti cascano nelle bufale) e magari condividiamo senza pensarci troppo la sparata del giorno.
13.10.2016