Un singolo e un album a marzo hanno segnato il ritorno agli impegni discografici di DJ Aladyn, all’anagrafe Aldino Di Chiano, che ha anche selezionato una speciale playlist, ‘Ispirazionale’, realizzata appositamente in esclusiva per il lettori e soprattutto gli ascoltatori DJ Mag Italia qui di seguito. Un viaggio che anticipa nuovi e interessanti impegni musicali che prendono vita da ‘When I Look Into Your Eyes’, brano realizzato a sei mani con gli amici Saturnino e Bunna degli Africa Unite (prodotto con Max Bellarosa e masterizzato da Tommy Bianchi).
Nell’album di prossima pubblicazione (‘Spectropia’) DJ Aladyn ha cercato di mettere insieme tutte le sue passioni artistiche, in modo particolare l’arte del sampling e quella del turntablism, per trovare “un suono definito ma non limitato a un unico stile musicale”. A cinque anni dalla colonna sonora di ‘Scary Allan Crow’, basata sulla graphic novel scritta insieme a Lorenzo Palloni (Edizioni Inkiostro, 2017).

“Il dub crepuscolare di ‘When I Look Into Your Eyes’ è nato a casa di Saturnino, in piena pandemia”, rivela il dj. “Nello stesso periodo mi sono messo a studiare i modulari, le pedaliere per lavorare gli effetti e poi mi sono preso un banco mixer della Midas”. L’album è legato all’elettronica, con synth modulari di ‘Goa’ all’abstract di ‘Paradiso Perduto’, senza contare il vapor-soul di ‘Peace’ o il downbeat di ‘ADNIL’ (dedicata alla figlia Linda); e poi hip-hop con ‘Scratch’ strapazzata da DJ Gruff), ‘Beautiful Minds’ con la dancehall di Awa Fall, ‘Ogni Passo’ che miscela il piano neoclassico di Roberto Pace alla melodic techno.
“Non ho fatto tante produzioni nella mia vita e non volevo farmi influenzare da quello che veniva passato qui in radio”, aggiunge Aladyn davanti a un caffè nel bar a due passi da Radio Deejay. “E così è entrato nel disco invece qualcosa di più underground, di breakbeat. Ho trovato un libro di fine Ottocento che si intitola ‘Spectropia’, che spiega il gioco delle illusioni, qualcosa legato ai fantasmi. Mi piacciono le letture esoteriche, di spiritismo”.

Indipendente per natura, Aladyn precisa di “non campare di produzioni discografiche” e di sentirsi quindi libero di sperimentre in studio senza troppe pressioni. Vive di serate, di radio: “Mi sono permesso di fare qualcosa che rispecchiasse a livello artistico. Non sono nelle dinamiche delle hit e non sono legato a multinazionali. Mi piace essere libero. Nell’album trovano spazio pezzi da 8 minuti come da 5-6 minuti; non mi sono posto limiti”. In occasione del prossimo Record Store Day uscirà tra l’altro un vinile con tre tracce in più rispetto alla tracklist originale.

“A livello produttivo l’album tocca dei mondi che non ho mai provato e frequentato, perché posso anche assorbire il pop che respiro in radio ma poi lo rivedo in una maniera personale”. Un lavoro nato a Milano. “Una città che ti dà delle possibilità di esprimerti, di suonare cose sperimentali e che poi nel resto d’Italia diventano difficili da replicare”.
06.12.2022