• SABATO 25 MARZO 2023
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Dodici album di musica elettronica imperdibili per chi lavora in Smart Working

Da Thom Yorke a Jamie XX, da Paul Kalkbrenner ai Tame Impala, ecco la colonna sonora ideale per le vostre giornata di lavoro a casa

Nel generale marasma di botte e risposte tra sostenitori e detrattori dello Smart Working, preferisco pensare agli aspetti positivi che questo (temporaneo?) stato di attività porta con sé. Da portatore sano di sfrenata passione per la musica (in particolare di quella elettronica), ex componente di gruppo indie e DJ nel tempo libero, ho potuto godere dello Smart Working come soluzione che permette di poter quantomeno lavorare con il sottofondo della propria musica preferita, soluzione decisamente poco attuabile nelle più classiche location lavorative.

Da diverso tempo pensavo di stilare una breve classifica delle mie preferenze in questo ambito, ma vista la smisurata mole di materiale ho preferito limitarmi ad un breve elenco, rigorosamente in ordine alfabetico, di quelli che ritengo personalmente essere dodici tra i migliori album adatti a chi lavora in da casa. Trattare di un argomento così sentito e così soggettivo non è facile, pertanto è giusto indicare tre punti fondamentali che hanno portato alla scelta:

1- la lista è stilata in modo piuttosto selettivo e di estrazione prevalentemente (ma non esclusiva) elettronica/ambient. Il contesto di Smart Working/Home Office esclude a mio parere a priori tutto quanto possa distrarre o far perdere la concentrazione.
2- la lista è puramente personale e personalmente testata, nulla vi vieta di ascoltare raggaeton tutto il giorno…
3- la lista e’ creata per stimolare l’ascolto di artisti, alcuni più conosciuti, altri meno, meritevoli di ascolto a prescindere.
Partiamo? Via!

Bob Moses – All in All (2015)
Duo elettronico che ama sposare il pop al beat sfruttando atmosfere cupe ed eleganti. Questo primo album, inizialmente poco considerato, rappresenta l’anello mancante tra la deep house e il “vecchio” pop elettronico anni ’80. Un po’ come vedere i Duran Duran a braccetto con i Kraftwerk. Ascoltate ‘All I Want’ su tutte per credere.

 

C418 –Minecraft Volume Beta (2013)
Perchè un ragazzo pressoché sconosciuto e con un codice alfanumerico al posto del nome viene selezionato per creare la colonna sonora di uno dei più acclamati videogiochi della storia? La risposta è semplice: perché compone da Dio. Nel volume Beta di Minecraft in particolare (ottimo anche il primo Alpha, ma Beta è davvero straordinario) la musica riesce ad entrare in profondità e creare un ambiente di tranquillità mentale unico. Partite da ‘Blind Spots’. Un must.

 

Jamie XX – In Colour (2015)
Quando l’elettronica era giunta ad un punto fermo, Jamie XX (al secolo James Smith, produttore e componente della Band omonima) ha creato qualcosa di unico nel suo genere coniugando hip hop, elettronica, pop e ambient in un susseguirsi di tracce ora eccentriche, ora timide ma soprattutto mai banali. Innovatore. Un capolavoro su tutti: ‘Loud Places’.

 

Paul Kalkbrenner – Plätscher (2012)
Il maestro della techno ha sfornato un successo dopo l’altro. Sarebbe difficile trovare il migliore dei suoi album, ma visto il particolare ambito di ricerca ascoltatevi questo. È quanto di più adatto possa esserci per un sottofondo musicale in una giornata di lavoro, specie se associata a ‘Dockyard’, altro capolavoro melodico da non perdere.

 

Kings of Convenience – Versus (2001)
Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe nascono come un duo di derivazione pop folk che, nei tardi anni ’90 e inizi 2000 ha dato vita al new acoustic movement. Ispirati dalle sonorità di Simon & Garfunkel e dell’indimenticabile Nick Drake hanno saputo rinnovare questo stile affiancandolo a nuove correnti sonore di cui ‘Versus’ ne è l’esempio più lampante. Con la collaborazione di artisti elettronici sono state remixate e rivisitate in questa chiave tutte le tracce del loro più noto album ‘Quiet Is The New Loud’ con risultati sorprendenti.

 

Polo & Pan – Caravelle (2017)
Come degli Air finalmente felici, Polo & Pan sfornano qualcosa di davvero mai sentito. Elettronica contaminata da ritmi e danze caraibiche, che permettono di sentirsi trasportare in una spiaggia della Polinesia Francese (ma con la 24 ore sotto braccio…sigh!) 12 tracce una più bella dell’altra per i nuovi volti del tropical beat.

 

Royksopp – Melody A.M. (2001)
Primo album del duo norvegese che in questo caso non sbaglia una traccia. Dall’incedere in fade in di ‘Poor Leno’ alla dolcezza infinita di ‘Sparks’ questo album è il capolavoro che può cambiarti la giornata. Un classico.

 

Superflu – Musik 3 (2017)
Dalla Germania, patria del pionerismo elettronico e di eccelsa musica classica, giungono i Superflu. Album studiato nei minimi particolari, rappresenta una riuscita fusione di influenze elettroniche unite ora in melodie orchestrali, ora in effetti umani come il vociare di bambini. ‘2daBeat’ è probabilmente una delle migliori tracce elettroniche degli ultimi 20 anni.

 

Tame Impala – Currents (2015)
Ogni decade ha i propri “salvatori del rock”. E i Tame Impala hanno conquistato di diritto il pesante fardello dei nuovi anni ’10 bissando quello che i Radiohead erano riusciti a fare dalla loro nascita in poi: non sbagliare un solo album. ‘Currents’ è probabilmente il loro migliore, con tracce evanescenti e stilose come ‘The Moment’ e ‘Cause I’m A Ma’, perfette come sottofondo durante una intensa giornata di lavoro. Poi, in pausa caffè, potete lasciarvi andare con ‘The Less I know The Better’.

 

Thom Yorke – Tomorrow Modern Boxes (2014)
Ascoltare i Radiohead durante il lavoro è estremamente pericoloso. I testi sopraffini, la estrema variabilità degli stili e l’incomparabile spessore della loro musica è sicuramente più adatta alla vita extra lavorativa e a momenti di contemplazione.
Ecco però che questo album solista di Thom Yorke può fare al caso vostro. Tracce ermetiche con batteria sincopata e tirata all’osso, soluzioni downtempo e infinita ispirazione elettronica fanno di canzoni come ‘Nose Grows Some’, ‘The Mother Lode’ e ‘Guess Again!’ l’ideale sottofondo del tardo pomeriggio.

 

Tycho – Awake (2014)
Un pattern sonoro sognante condito da acuti che si sposano perfettamente con la melodia. Un balsamo continuo che raggiunge nella canzone omonima e in ‘Spectre’ i punti più alti.

 

Various Artists – Marie Antoinette -Original Motion Picture Soundtrack- (2006)
Che Sofia Coppola avesse il palato fine per la musica era ben noto. In questa selezione racchiude quanto di meglio era umanamente possibile associare per un film particolare come Marie Antoinette. Si passa dalle asciutte suite di Aphex Twin a deliziosi sonetti barocchi di Domenico Scarlatti uniti a tracce pop rock di The Cure e New Order. Perfetto per giornate lavorative uggiose.

 

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Matteo Cava
Imolese doc, appassionato di scrittura e di suono in tutte le sue forme. Esploratore di musica elettronica dagli anni '90 ad oggi. Ama scovare tracce nascoste.

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