• MERCOLEDì 07 GIUGNO 2023
Audio

Da Enrico Sangiuliano ai Pink Floyd, Dolby Atmos è il nuovo suono della musica

Per il cinquantesimo anniversario di ‘The Dark Side Of The Moon’ siamo stati invitati a partecipare all’esperienza dell’ascolto dell’album in Dolby Amtos tenutasi all’Anteo Palazzo Del Cinema

Qualche mese fa avevamo assaggiato la qualità del sistema Dolby Atmos durante l’ADE, quando Enrico Sangiuliano ci aveva portato all’Abbey Road Institute e ci aveva regalato l’ascolto di due sue tracce prodotte attraverso questa innovazione.

Sì, perchè di innovazione si tratta. E questo sistema, adottato in primis da Apple Music che ha lanciato l’audio spaziale con tecnologia Dolby Atmos nel 2021, garantendo con questo nuovo modo di fruire la musica la possibilità per l’ascoltatore di vivere un’esperienza davvero immersiva, e facendone immediatamente un punto di forza della propria piattaforma streaming, che punta alla qualità del suono e dell’ascolto più che sulla fruizione “average”. E si fa apprezzare sia quando ci è successo di ascoltarlo in cuffia e, appunto, in streaming, sia in studi preprati ad hoc come nel già citato caso di Sangiuliano a Abbey Road, o come successo con l’anteprima dell’album di Dardust a Milano, sia in location da ascolto collettivo. Com’è successo con il capolavoro immortale dei Pink Floyd.

‘The Dark Side Of The Moon’ compie 50 anni e per l’occasione Warner Music ha organizzato una serie di eventi tra cui quello patrocinato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano in Piazza Duomo. Il primo appuntamento è stato però all’Anteo Palazzo Del Cinema con l’ascolto del disco appunto in Dolby Atmos (che sarà ovviamente disponibile in audio spaziale Dolby Atmos sullo streaming della Mela). Per chi ancora non lo sapesse, questa è una tecnologia audio surround che permette un ascolto immersivo grazie all’audio spaziale: i suoni non sono riprodotti in stereo (destra e sinistra), ma letteralmente arrivano da ogni punto della sala. Musicisti, ingegneri e produttori riescono così a offrire un’esperienza tridimensionale, a 360°.

All’inizio dell’evento c’è stata una breve presentazione nella quale è intervenuta anche Elena Cabellos di Dobly Atmos con un discorso suggestivo e interessante sulla differenza tra “il sentire e l’ascoltare”. Ascoltare vuol dire vivere la musica al 100%. Poi si sono spente le luci ed è partito il viaggio. Bisogna ammettere che il risultato è eccezionale nonostante sia un disco di cinquant’anni fa prodotto totalmente in modo analogico. Dai rumori di cassa di ‘Money’, al phaser delle chitarre di Gilmour. Ci si sente circondati. Come se ci fossero musicisti in tutta la sala, ognuno dei quali si occupasse di un suono differente.

L’unico problema del Dolby Atmos è che non è fruibile dalla maggior parte delle persone. Costruire uno studio o una sala in grado di supportare questa tecnologia ha prezzi elevatissimi. Bisogna sperare che, col tempo, tutti siano in grado di poter sfruttare questa innovazione in grado di dare un nuovo volto alla musica. Oppure, si può ricorrere a un pratico paio di cuffie e a Apple Music, per essere avvolti e abbracciati dal suono.

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