• DOMENICA 24 SETTEMBRE 2023
Clubbing

Dove sta andando la musica dance?

La domanda più banale e più complicata di sempre: proviamo a immaginare gli scenari futuri della musica da club tra novità, riconfigurazioni, grandi ritorni

La domanda da un milione, anzi un miliardo di dollari. Quella che terrorizza ogni dj nelle interviste. Quella a cui si può rispondere con ironia (“e dove vuoi che vada?” o meglio ancora “sta andando a c…”) o con serietà da profeti. Di sicuro, oggi più che mai è difficile immaginare uno scenario certo. Abbiamo superato il decennio della dance iper-pop, il ritorno della techno, il reset del fermo pandemico.

E oggi? Molti sono i generi e i sotto-generi che stanno fiorendo o ri-fiorendo. Proviamo a immaginarci qualche prospettiva.

 

La testa, le gambe, la techno
Non c’è dubbio: la techno è ancora saldamente protagonista. Ma se qualche anno fa era il “nero Berlino” (per citare il dj milanese Marco Rigamonti) a farla da padrone, una techno molto solida, robusta, ma anche piatta nelle sue progressioni, oggi le direzioni si sono moltiplicate. E ora le vedremo. Di sicuro, però, la techno nella sua accezione più ampia e omnicomprensiva, è il macro-genere di riferimento per tutti: per i dj che ambiscono a palchi importanti; per i mainstage dei festival; per il pubblico, oggi più appassionato che mai ai techno heroes; ai brand di moda e di lifestyle che sempre più buttano gli occhi su questo mondo, fino a qualche anno fa strettamente underground (ma nel 2023 ha ancora senso la parola underground?).

160 BPM
C’è stato un tempo, intorno alla metà degli anni ’90, in cui un trend molto forte proveniente da nord e mittel Europa aveva imposto una musica dura, spigolosa e molto, molto veloce. Un certo tipo di trance, la makina, la hard techno, e a tratti anche una gabber leggera e happy avevano contagiato anche la dance più commerciale, portando i BPM a velocità davvero elevate. Non era raro sentire pezzi a 150, anche 160 battiti per minuto, e non sono mancati i successi mondiali da classfica. Poi quel delirio è passato e il beat è calato. Fino ad oggi. Perché da Nina Kraviz in poi, parecchi sono i dj che stanno suonando sempre più duro e veloce. Amelie Lens, Kobosil, ma anche Luca Agnelli, per citare uno che addirittura arriva in qualche modo dalla house e si sta dirigendo quasi verso l’hardcore. La techno sta ritrovando suoni e ritmi ormai sepolti nei decenni. E al pubblico piace. Anche a noi, con un filo di nostalgia per un’epoca in cui la musica da club era tutta nuova, un mondo in evoluzione e selvaggio.

Foto: Beny Gasi

Melodia e trance
La trance è sempre stata molto popolare, anche nella sua accezione più nobile e meno chiassona. Ma mai troppo cool. Invece, da  qualche anno diversi suoi elementi sono incorporati in produzioni techno di pregio, fattore che ha dato vita a una tendenza ormai molto, molto amata. Enrico Sangiuliano in primis, e poi a modo loto act come Tale Of Us, Anyma, Artbat e tanti altri, oggi propongono un sound “mentale”, progressivo, onirico, che è il contraltare perfetto alla techno violenta ad altissima velocità ci dui parlavamo poco fa.

Groove is the key
Prendiamo in prestito parte di una massima spesso utilizzata da Joseph Capriati (il resto è “techno is the door”) perché proprio  lui, come altri, hanno invece deciso di dirigere il proprio stile techno verso una direzione un poco più morbida, in quel territorio dove techno e house flirtano felicemente, in nome del groove. Emblematico in questo contesto è il progetto Star B di Mark Broom, alfiere della techno più pura, insieme a Riva Starr, uomo-simbolo di una certa house. Non è un caso se abbiamo visto lo stesso Capriati, dj dall’intuito formidabile per captare cosa succederà nel futuro, in consolle insieme a Marco Carola così come a Jamie Jones, Carl Cox o Adam Beyer. È un circuito da “super league dei dj” che si sta ritagliando un proprio spazio e un proprio stile, in un territorio ibrido che riesce a piacere a molti senza essere pacchiano, e ad attirare un certo tipo di mondanità iper-cool che si mescola allegramente con un certo tipo di fashion system e di personalità mondane, un territorio dove transitano anche i vari Seth Troxler, Martinez Brothers, Jackmaster, DJ Tennis. Un circuito che nel 2023 marcherà ancora più fortemente il proprio territorio.

 

La rivincita della Brexit
Ok, detta così è un po’ brutale e un po’ clickbait. Tuttavia, la musica da club britannica non conosceva una stagione così felice fa tempo: fred again.. su tutti, ma anche Jamie XX, Overmono, Joy Orbison, la rivelazione Interplanetary Criminal, la suadente PinkPantheress, e l’elenco potrebbe continuare a lungo. L’originale suono british sta tornando a reimpossessarsi delle piste da ballo, con i suoi elementi classici: garage, bass, suoni prog, batterie spezzate e tanto, tantissimo stile. Guardatevi il b2b2b di fred again.., Four Tet e Skrillex a Brixton Electric, o anche il live dei Bicep al Club TO Club dello scorso novembre, se lo trovate in rete, per capire di che stiamo parlando.

This is America
D’altro canto, anche in territorio americano il post-EDM sembra essere un contraccolpo ormai assorbito, e la deflagrazione sta portando alla formazione di un nuovo cosmo dove i suoni si mescolano: basti pensare a Diplo che si è rapidamente riportato, con camaleontica abilità, verso una cassa in quattro molto classica. Un nome su tutti, anche se non è certo un novellino, ma il cui ritorno sta facendo alzare le antenne a chiunque: Sonny Moore, per tutti, semplicemente, Skrillex. Con ogni probabilità, il 2023 sarà il suo anno.

 

House music is here to stay
La cara, vecchia, rassicurante house non muore mai. Non solo: è in forma, sta ritrovando vivacità e brio in un momento in cui la techno sembra essere l’unica stella a brillare nel cielo. Dai giovani producer alle certezze come The Blessed Madonna fino a label storiche come Defected o al super progetto Star B che abbiamo già citato, così come al singolo Riva Starr, la house ci regalerà soddisfazioni nella prossima stagione estiva, ne siamo sicuri. E rimonterà alla grande. Alla grandissima.

L’attacco dei giganti
Chiudendo con un breve passaggio sul mondo mainstream, non possiamo non notare come nell’ultimo anno siano tornati fortemente alla ribalta tanti big dell’ultimo decennio: Swedish House Mafia, ovviamente, e poi David Guetta a tirare la volata. A seguire, DJ Snake sempre on fire, il già citato Skrillex, Tiësto ormai lanciato come hitmaker pop, Armin van Buuren inossidabile, Alok che tiene botta rispetto a molti colleghi di genere, così come Don Diablo. Una riconfigurazione è in atto, e se la dance sta andando da qualche parte, lì ci troveremo anche loro.

 

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Albi Scotti
Giornalista di DJ Mag Italia e responsabile dei contenuti web della rivista. DJ. Speaker e autore radiofonico.

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