• MERCOLEDì 24 SETTEMBRE 2025
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È morto Ron Carroll, la voce di Chicago

Un addio improvviso che lascia un vuoto profondo nel cuore della musica elettronica

Foto: facebook.com/DjRonCarroll

La notizia, brusca e inattesa è arrivata tramite un post su Facebook, un messaggio di dolore che ha attraversato gli schermi per annunciare la scomparsa di Ron Carroll all’età di cinquantasette anni. A darne l’amaro annuncio è stato il collega e amico Deonte Pennington, che ha scritto di un cuore spezzato, nella stanza di un hotel. Oltre a queste parole, un silenzio assordante sull’ultimo atto, sulla causa di una fine giunta troppo presto.

Nato a Chicago nel 1968, Carroll aveva respirato musica fin dall’infanzia, forgiando il suo potente strumento vocale tra i banchi del coro in chiesa, un’educazione che avrebbe impresso un’impronta indelebile sulla sua intera carriera.

Quel retroterra gospel divenne il fondamento emotivo su cui costruì la sua avventura nella nascente scena house della città, un movimento che da lì a poco avrebbe conquistato il mondo. Il suo esordio discografico, ‘My Prayer’, risale al 1993, ma fu l’incontro fortuito, un anno dopo, con Louie Vega alla Winter Music Conference a spalancargli le porte del successo internazionale, portandolo a scrivere i testi per ‘I Get Lifted’ di Barbara Tucker. Era l’inizio di un’ascesa inarrestabile. Nei tre decenni successivi, la voce di Ron Carroll è divenuta sinonimo stesso di house music, un timbro caldo e autoritario che gli valse il soprannome di “The Minister of Sound”, il ministro del sound. La sua era una delivery da predicatore, capace di infondere un’anima soul in ogni battito, di elevare un groove elettronico a inno collettivo.

 

 
 
 
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Collaborazioni come ‘Lucky Star’ con i Superfunk, ‘Back Together’ con Hardsoul e il monumentale ‘What A Wonderful World’ con Bob Sinclar e Axwell non furono semplici featuring, ma pietre miliari che segnarono la storia del genere, portando la sua riconoscibilissima firma in ogni angolo del globo. Accanto all’attività di vocalist e songwriter, Carroll è stato un dj prolifico e un lungimirante label owner, un artista completo che ha percorso in lungo e in largo i palchi di Europa, Asia e Americhe. Nonostante la statura internazionale, non perse mai il legame viscerale con la sua Chicago, rimanendo un punto di riferimento costante per la comunità artistica che l’aveva generato. La sua ultima esibizione era attesa per l’imminente Amsterdam Dance Event, un appuntamento che ora resterà un promemoria doloroso di ciò che avrebbe potuto essere ancora.

 

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Riccardo Sada
Riccardo Sada
Distratto o forse ammaliato dalla sua primogenita, attratto da tutto ciò che è trance e nu disco, electro e progressive house, lo trovate spesso in qualche studio di registrazione, a volte in qualche rave, raramente nei localoni o a qualche party sulle spiagge di Tel Aviv.
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