a cura di Matteo Roma e Riccardo Sada
La Biennale di Venezia sposa ancora una volta la musica elettronica. I primi approcci si sono registrati con diversi dj set lontani dalla sede principale e in concomitanza con l’evento stesso. Nel recente passato insieme a Signal Reload si è tenuta una rassegna dedicata alla sperimentazione sonora; in seguito, si è svolta la performance di Lucia Ronchetti. Episodi, questi, che testimoniano un importante cambiamento in fatto di sonorizzazioni e partnership, nella città sull’acqua che ora cerca un proprio rilancio a livello turistico.
Quest’anno l’apertura è solennizzata con l’intervento dell’iniziativa Grove a opera di 4DSOUND, una realtà con sede ad Amsterdam che da anni collabora con il famoso architetto canadese Philip Beesley, con lo studio cinematografico britannico W + N e con il compositore olandese Salvador Breed. L’idea è quella di portare una scultura vivente alla Biennale creando un’esperienza immersiva in occasione dell’inaugurazione della kermesse fissata per il prossimo 22 maggio.
Commissionata dal curatore della 17esima Mostra Internazionale di Architettura Hashim Sarkis, l’installazione audiovisiva e scultorea, ribattezzata Grove, invita il pubblico a immaginare il proprio futuro partendo dal tema principale della Biennale stessa, ovvero ‘How will live together?’ (ossia ‘Come vivremo insieme?’); un progetto che, trasmettendo poeticamente la fragilità e la precarietà della natura e proponendo ambienti di vita di nuova generazione basati sullo scambio reciproco, mette in evidenza i suoni del futuro.
Progettata da un team internazionale composto dal canadese Philip Beesley e dal collettivo creativo Living Architecture Systems Group, da Warren Du Preez e Nick Thornton Jones (cineasti britannici e collaboratori di Björk), dal sound designer olandese Salvador Breed e dal citato 4DSOUND, l’installazione combina l’audio design, la scultura cinetica, l’architettura vivente, i film, un software audio creato ad hoc e la stampa 3D.
In questo contesto si inserisce inoltre un’altra illustre presenza, quella di John Talabot. L’artista originario di Barcellona si unisce infatti a Maria Arnal e porta alla Biennale il concept ARIA. L’installazione, composta da 50 altoparlanti, e inserita nel padiglione catalano intende far riflettere lo spettatore/ascoltatore sul tema dell’inquinamento atmosferico. I dati sul biossido di azoto raccolti dalle stazioni di monitoraggio di Barcellona vengono tradotti in musica e si mescolano all’air mapping in multiproiezione creando un esperimento multisensoriale, corollario del già citato tema ‘How will live together?’.

Tutto si terrà da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre prossimi presso i Giardini dell’Arsenale, a Venezia in collaborazione con Social Sciences and Humanities Research Council of Canada, Canada Council for the Arts & Creative.
04.06.2021