Capitano i momenti d’oro nella carriera di un artista. Quella serie di fattori, quell’allineamento delle stelle che “fa succedere le cose”. Di solito, dietro questi periodi fortunati in cui sembra accadere tutto il meglio possibile, c’è un lavoro di anni, tra tentativi, piccoli passi, scelte azzeccate, errori e tanto, tanto lavoro, che portano poi un artista a sbocciare per il grande pubblico in un tempo che appare relativamente breve.
È ciò che sta capitando a Enrico Sangiuliano nell’ultimo anno. Dopo essere stato una giovane promessa, il classico “nome da tenere d’occhio”, Enrico ha fatto un salto di qualità che l’ha portato al centro del mondo, e se il 2018 l’ha messo in luce con ‘Biomorph’, sicuramente uno dei titoli dell’anno, e Adam Beyer ha deciso di puntare fortemente su di lui come uno degli uomini di punta di Drumcode, quest’anno si sono aperte per i dj emiliano le porte dei mainstage, dei tour importanti, delle consolle condivise con Carl Cox, Joseph Capriati, lo stesso Beyer, e arrivano attestati di stima da ogni parte. Abbiamo raccontato come il suo set al Kappa FuturFestival sia stato una sorta di investitura, una vittoria assoluta, un riconoscimento netto di uno status.
A suggellare questo momento magico, è in uscita un remix molto significativo firmato Sangiuliano. Quello di ‘Camargue’ di CJ Bolland & The Advent, una traccia del 1992 che definire storica è riduttivo. Uno di quei pezzi che hanno scolpito una stagione molto importante per la techno, quella dei primi anni ’90, dei rave, delle commistioni con la prima ondata trance e di uno spirito molto forte, identitario, nella scena. Uno dei brani simbolo di un artista importante (CJ Bolland) e di una label molto importante (la belga R&S). E il remix in questione è un altro colpaccio: diventato un must nei set estivi di Enrico, ricercatissimo e chiacchieratissimo dai fan e dagli appassionati, riesce a rendere le atmosfere del pezzo originale riportandolo però dentro una scatola stilistica e sonora assolutamente attuali, e con una struttura che lo rende una bomba per il dancefloor. La prova definitiva per permettere a Enrico Sangiuliano di consacrarsi: riuscire a ritoccare un classico senza fare pasticci.
Ci sono momenti magici nella carriera di un artista. A noi fa sempre piacere vedere certe ascese, raccontarle. Ci entusiasmano e fanno bene alla musica. Perché di questo viviamo. Dell’epica che si genera in questi momenti magici. Se poi succede a qualche artista che abbiamo visto crescere da vicino, come capita quando si tratta di italiani, permetteteci anche un filo di campanilismo. Benny Benassi, Tale Of Us, The Bloody Beetroots, Joseph Capriati, DJ Tennis, Ilario Alicante, Lorenzo Senni, Crookers, il recentissimo caso di Meduza… la lista potrebbe continuare. Spesso avventure nate con passione, talento e ambizione sono cresciute, sbocciate, diventate storie importanti del panorama internazionale.
27.08.2019