Quando ad agosto Eric Prydz ha annunciato la data HOLO per il 20 ottobre allo Ziggo Dome (sold out in pochi minuti, tanto da essere aggiunta poche ore dopo la seconda il 19), non ho potuto fare altro che acquistare subito il biglietto. Era dal 2018, quando questo show è stato presentato la prima volta a Glasgow che desideravo partecipare.
Eric Shaeridan Prydz è sempre stato un innovatore, un artista che non si è mai accontentato e che ha sempre cercato di evolversi e migliorarsi. HOLO è il risultato di anni di studio e di immensi investimenti sia economici che di tempo. È il perfezionamento di un lavoro cominciato più di dieci anni fa con il progetto EPIC 1.0. E sottolineo più di dieci anni! Certamente, dalla sua, Eric ha il genio. È evidente infatti che curiosità, passione, impegno (e ovviamente anche risorse), non bastano a creare qualcosa come questa esperienza. Perchè sì, HOLO non può essere definito un concerto, o almeno non solo. Si tratta appunto di un’esperienza sia dal punto di vista musicale che visivo. Infatti la peculiarità di questo spettacolo è la presenza degli ologrammi. Non sono reali, ma i visual sembrano realmente tridimensionali. La console del dj svedese intatti è posizionata tra due giganteschi ledwall che riescono a creare la profondità delle immagini. E se dalle foto e dai video sembra letteralmente che questi ologrammi si estendano sul pubblico, posso garantire che anche dal vivo si ha questa sensazione. Eric riesce letteralmente a trasportarti in un’altra dimensione. Per tutta la durata dello spettacolo, che si è aggirata intorno all’ora e tre quarti, è sembrato di fare un viaggio dentro il mondo che Prydz ha voluto tanto gentilmente mostrarci e farci ascoltare.
Gli ologrammi più coinvolgenti? Sicuramente l’arrivo dell’elicottero iniziale è stato stato da brividi, poi una balena gigante che ha “nuotato sopra di noi”, una galassia fluttuante, un astronauta enorme e la ormai famosa mano che è parsa uscire dal nulla aprendosi sulla pista. Questi visual sono sincronizzati perfettamente con luci e laser che, soprattutto nella parte più “techno” del live, la fanno da padrone.

L’impianto dello Ziggo Dome poi è garanzia di qualità e sicuramente ha aiutato a farci immergere ancora di più nel set che ha visto alternarsi quasi solo produzioni dello svedese, che hanno spaziato tra i vari alias dell’artista: Eric Prydz, Pryda, Cirez D. Come sempre la scaletta è stata piena di ID che chissà quando e se mai saranno pubblicate. E questo rende sicuramente ancora più unico HOLO che diventa così un’occasione unica anche di ascoltare tracce introvabili. C’è ovviamente stato tempo anche per alcuni classici come ‘Every Day’, ‘Pjanoo’ e ‘Opus’, che personalmente ritengo una delle tracce più emozionanti di sempre.
Proprio sulla chiusura di ‘Opus’ c’è stato uno dei momenti più incredibili della serata, quando è comparso l’immenso ologramma blu raffigurante la testa di Eric che si è come dissolto in tante particelle che hanno iniziato a girare intorno al dj sulle note finali del brano, fino a riassemblarsi e ricreare di nuovo il volto dell’artista per poi scomparire nel nulla.

L’esperienza è stata davvero qualcosa di incredibile e che consiglio a chiunque perchè è proprio difficile da spiegare senza averla vissuta. E le quasi due ore di show sono realmente volate perchè HOLO è qualcosa di mai visto prima.
E quindi, semi-citando uno dei miei film preferiti, grazie Eric perché non sei l’eroe che ci meritiamo, ma quello di cui abbiamo bisogno.
26.10.2022